25 primo pasto

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Consumata la colazione e tranquillizzata Ayumi, andiamo alla cassa per pagare e fare qualche domanda ora che il locale è praticamente vuoto.
"Scusi, per caso una ragazza di nome Toshie Abe veniva qui spesso?" Chiedo io "Non saprei dirti. Purtroppo sono nuova e non conosco i nomi di tutti i clienti abituali" "da quanto lavora qui?" Chiede Ayumi. "Appena tre mesi" la vedo portarsi la mano al mento. "Possiamo parlare con qualcuno che lavora qui da più di qualche anno?" Chiedo io. Questa non ci voleva. Speriamo che qualche cameriere abbia un contratto a lungo termine. "Sì certo. Il ragazzo che sta servendo quel tavolo lavora qui da circa sei anni. Vi sarà molto più di aiuto di me. Kaito! Vieni qui, per favore" lo richiama la cassiera con una mano.
"Eccomi, cosa c'è Yuiko?" "Questi due ragazzi vorrebbero parlarti. Avrebbero bisogno di alcune informazioni su una nostra cliente" "ma non possiamo fornire dati, c'è il discorso della privacy" "non si preoccupi" lo rassicura Ayumi. "Anche se non sembra, siamo due detective e stiamo indagando sulla vittima di un caso" la ragazza si porta le mani alla bocca. "Ci è stato detto che era solita frequentare questo locale, pertanto siamo venuti subito qui" "va bene, capisco. Yuiko, ci pensi tu a servire mentre io discuto con loro?" La ragazza annuisce, ancora scossa dalla notizia.
"Andiamo nel retro. Lì staremo più tranquilli" propone il ragazzo, che ci fa strada.
Non appena ci accomodiamo Ayumi parte subito all'attacco. "Conosce una certa Toshie Abe?" Lui scuote la testa. "Sono desolato, non credo. Avete una fotografia? Magari la riconosco" immediatamente estraggo il cellulare dalla tasca e cerco in galleria la foto. Ieri sera Shinichi me l'ha spedita. "È lei. La riconosce?" Il barista la osserva meglio. "Posso?" Chiede facendo cenno di voler prendere il mio telefono, glielo lascio. "Ah sì, certo. Adesso ho capito. Era una nostra cliente abituale, passava i suoi pomeriggi qui. È da sei mesi che non la vedo, è perché è morta, vero?" Annuisco. "Mi dispiace. Sembrava una così brava persona. Veniva sempre in questo bar con le sue due amiche" prendo immediatamente nota. "Saprebbe dirci i loro nomi?" Chiede la mia amica. "No, però una di loro è qui" ci guardiamo negli occhi. Che fortuna.
"Potrebbe indicarcela? È urgente" torniamo nel locale, ma la donna sembra essere sparita. "Che fine ha fatto la ragazza seduta a quel tavolo?" Chiede il cameriere. "È appena uscita, perché?" "Che cosa indossava?" Chiedo io, frettoloso. "Una maglietta bianca e dei pantaloncini corti, di jeans" Io e lei ci guardiamo negli occhi e iniziamo a correre. Ringraziamo i due inservienti che gentilmente hanno dedicato del tempo a noi. "Tu a destra io a sinistra" "ricevuto" mi conferma la ragazza, ci separiamo così all'uscita del locale.

Dopo cinque minuti mi fermo. Ho il fiatone e non credo che sarei più in grado di ritrovarla. L'ho persa. Spero che Ayumi abbia avuto più fortuna di me, anche se dubito. Quest'anno i jeans corti sono di moda e le magliette bianche sono un classico. Probabilmente il 40% di tutte le ragazze di Tokyo ha un'abbigliamento come quello descritto dalla barista.
"Ayumi, ciao. Hai avuto fortuna?" Chiedo io al telefono. "No, mi dispiace" anche lei è affaticata per la corsa. "Torniamo al bar e chiediamo, di nuovo, informazioni. Magari, se abbiamo fortuna chi cerchiamo è una cliente abituale, con orari fissi" "va bene, ti aspetto lì"
Arrivo al bar dieci minuti dopo. La mia amica è già dentro e ha occupato lo stesso tavolo di prima e ora ha una coca cola in mano. "La corsa ti ha sfinito?" "Puoi ben dirlo. Anche se ho fatto colazione appena mezz'ora fa avevo bisogno di una bibita fredda" "hai già chiesto al personale?" "No, non ancora. Ti stavo aspettando. Sei tu quello con il taccuino"
Attiriamo l'attenzione del cameriere con cui abbiamo parlato prima. "L'avete trovata?" Chiede lui. Neghiamo con la testa. "Mi dispiace ragazzi" "per caso quella donna viene spesso qui?" "Ogni giovedì e venerdì, arriva verso le 9 e 10 e va via mezz'ora dopo" tiriamo un sospiro di sollievo. Abbiamo ancora domani. "Grazie, ci è stato molto utile" ringrazia Ayumi e chiede anche quanto costi la lattina. La ragazza da i soldi al cameriere che torna poco dopo con lo scontrino. "Vuoi anche tu qualcosa?" "No grazie, sono a posto così"
Aspettiamo altri cinque minuti prima di alzarci e andarcene. "Almeno possiamo reperirla" dico per consolare entrambi. "Sì, ma dobbiamo aspettare fino a domani per saperne qualcosa di più"
Saliamo sul primo autobus disponibile, che ci porta a cento metri dalla nostra destinazione: il cinema "corn pop".
"È un piccolo cinema a conduzione familiari, a quanto sembra. È frequentato principalmente da anziani e famiglie con bambini" legge la mia collega da un articolo trovato su internet. "Non sarà difficile reperire informazioni. In un contesto del genere molti si accorgerebbero di una ragazza sola, o in gruppo con le sue amiche" aggiunge poi rimettendo il telefono in tasca.
"Già, hai ragione. Speriamo bene" entriamo nell'edificio. Quello che ci salta subito all'occhio è la presenza di una sola persona: un bigliettaio molto anziano. "Buongiorno ragazzi, come posso aiutarvi? Volete anche voi 2 biglietti per quel film romantico uscito oggi?" Io e lei diventiamo entrambi rossi per l'imbarazzo. "Em, no. In realtà..." "il film d'azione? Spiacente ma siete arrivati tardi. L'ultimo spettacolo di questa mattina è iniziato mezz'ora fa" "siamo qui per farle alcune domande" dico io, guardando negli occhi l'anziano, evitando accuratamente lo sguardo di Ayumi. Che situazione. "Domande?" "Siamo due agenti di polizia sotto copertura" inventa sul momento la ragazza. "E abbiamo bisogno della sua collaborazione" aggiungo io, per sembrare più credibili.
L'uomo allora abbandona la sua postazione lasciando un cartello con su scritto "torno subito". "Va bene figlioli, però facciamo presto. Tra 20 minuti inizieranno ad arrivare dei clienti, per il prossimo spettacolo" il vecchietto tossisce. Ayumi si affretta subito ad aiutarlo. "Tutto bene?" "Sì, non ti preoccupare. È l'età che gioca brutti scherzi." E il bigliettaio tossisce ancora. Insieme lo aiutiamo a sedersi su una delle sedie presenti nell'atrio.
"Conosceva una ragazza di nome Toshie Abe?" Chiede la ragazza, con gentilezza. "Toshie Abe, Toshie Abe... ma sì certo che la conosco. È una delle clienti più affezionate! Veniva sempre qui con due suoi amici. Già. Quei due giovanotti erano sempre così calmi e pacifici" "sa per caso i loro nomi?" Chiedo io. Se li sapesse saremmo molto più vicini all'identità del nostro "fan".
"Sì, certo che conosco i loro nomi. Sono due fratelli. Uno si chiama Gekko e l'altro Go. Il loro cognome deve essere... lasciatemi riflettere... Fujikawa. Sì, sì ne sono sicuro. Fujikawa" "saprebbe dirci anche dove abitano?" "Condividono un appartamento qui in zona, non so dirvi il posto preciso. Mi dispiace" l'anziano tossisce. "Grazie. Il suo aiuto è stato prezioso" dico io, chiudendo il taccuino su cui ho annotato tutto. "Aspetta Mitsuhiko, vorrei fargli altre domande, se lei me lo permette ovviamente" dice rivolta verso l'anziano. "Certo, certo. Ma non ho ancora capito che cosa sia successo" " Toshie Abe è deceduta. È successo sei mesi fa. Un fatale incidente d'auto. Io e la mia collega stiamo cercando di trovare il colpevole" "e pensiate che possa essere uno dei due fratelli? Io lo escludo. Una volta ho visto Go comprare un cestino di pop-corn per un bambino ai quali erano appena caduti. Un assassino lo farebbe mai?" Sorrido teneramente all'anziano. L'essere umano è in grado di compiere gesti mostruosi, non importa se nella normalità è il più gentile degli uomini. "No, ma forse loro due possono fornirci degli indizi preziosi" dico per rassicurarlo. "Cosa volevi chiedermi, signorina?" "Di descriverci la ragazza. Se negli ultimi tempi si fosse comportata in modo strano, se fosse cambiata o qualcosa del genere" "no, non mi pare, ma ora che mi ci fai pensare... l'ultima volta che l'ho vista, era il 9 dicembre, o forse il 10... non ricordo bene... era strana. Si guardava sempre alle spalle, aveva un aria assente... non si è neanche accorta di aver preso la bibita di un altro nostro cliente e non la sua" riapro il taccuino. Trascrivo tutto ciò che questo signore sta dicendo. "Era da sola quel giorno?" Chiede Ayumi "E tu come fai a saperlo?" "Ho tirato a indovinare" risponde lei. "E a che ora è finito lo spettacolo a cui lei ha assistito?" "Questo è facile. Ha assistito al terz'ultimo spettacolo, quindi il film deve essere finito verso le 7 e 30" Il suo sorriso compiaciuto mi suggerisce che lei ha tratto le sue conclusioni.

"Allora non si è trattato di un semplice incidente stradale. Come pensavo" sogghigna Ayumi, appena uscita dal cinema. "Da cosa lo intuisci?" "Dal comportamento della ragazza poche ore prima di morire. E dal fatto che l'incidente sia avvenuto vicino al cinema" ha ragione, ora che me lo fa notare. "Quindi Shinichi ed Heiji sono nei dintorni" "li ho visti prima di venire qui, sull'autobus a qualche minuto dalla nostra fermata" "come credi siano andate le cose?" "La nostra cara amica ha visto qualcosa che non doveva vedere, presa dalla foga, non sapendo dove andare si è rifugiata qui, nel suo cinema di fiducia. Ha preso un biglietto per uno spettacolo a caso per avere il tempo di pensare a come comportarsi." "Non poteva rimanere nell'atrio e basta?" "Sarebbe risultato sospettoso e, nel caso in cui qualcuno la stesse inseguendo, l'avrebbe trovata più facilmente" "capito. Continua pure" "dopo aver finito lo spettacolo, probabilmente non aveva ancora trovato una soluzione, pertanto ha deciso di tornare a casa sua, che si trova a due passi da qui" "è vero... ora che mi ci fai pensare questo cinema lo abbiamo superato ieri mentre correvamo verso casa della poveretta" "esatto. Voleva rifletterci meglio, magari dormirci su, ma purtroppo quelli da cui stava scappando l'hanno trovata e non hanno esitato ad ucciderla, facendo apparire il tutto come un atto di un pirata della strada"
"E che cosa credi abbia visto la venticinquenne?" "È quello che dovremmo scoprire, ma prima... facciamo un salto a casa dei due fratelli. Magari scoveremo qualcosa di importante"

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