50 covo

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Mitsuhiko si allontana con metà delle dodici lame, che sghignazzano e ridono senza ritegno. È stato un bene che lui sia sparito: si vedeva chiaramente che non era a suo agio, cosa che credo abbia insospettito il più silenzioso di tutti visto come lo guardava. Fortunatamente non ha detto una parola da quando siamo arrivati. Deduco quindi che non dirà nulla nemmeno ora.
I due pusher che mi hanno venduto la roba ieri, di cui mi sono già liberata, desiderano parlarmi. Immagino già di che si tratti: probabilmente sperano che io dia loro ciò che ho promesso. Poveri illusi. Acconsento, appartandoci dietro un caseggiato poco distante dall'incrocio di vicoli in cui ci trovavamo.
"L'hai già usata?" Chiede uno dei due, accendendosi la seconda sigaretta. Credo si riferisca a quello che acquistato ieri. "Non ne ho avuto il tempo" dico scocciata. "Quel cazzone di mio fratello me l'ha sottratta per usarla con i suoi amici" "avrei fatto lo stesso: era roba di qualità. Te l'abbiamo venduta ad un prezzo stracciato" mi fa notare quello senza sigaretta, poggiando una mano sulle mie spalle. A quel contatto rimango un attimo spiazzata. Mi riprendo qualche secondo dopo, spostandomi, allontanando così la sua mano da me. Il tutto sorridendo. Non devono capire che sto bluffando. E che non farò mai nulla con loro. Devo tenerli sulle spine ancora per un po'.
Mi allontano da quei due e torno dagli altri, dicendo solo che adesso ho un mal di testa tremendo e che sono spossata, pertanto non sono in vena di fare nulla.
"Facciamo qualcosa di interessante?" Chiedo con una vocetta da gatta morta. Devo dire che il ruolo mi riesce piuttosto bene, nonostante sia la prima volta che lo interpreto. "Cosa vorresti fare tesoro?" Chiede uno di loro. "Dove vi trovate di solito?" Chiedo curiosa. "Non credo che di solito giriate per le strade come dei vagabondi" sento uno sguardo inquisitorio su di me. Il tipo tranquillo di prima. "Perché ti interessa il nostro punto di ritrovo?" Chiede quello che si trova alla destra del tipo taciturno. "No, non mi incuriosisce, ma siccome passate molto tempo lì, avrete di sicuro qualcosa da fare lì, no?" "Se per qualcosa intendi qualcuno, allora hai ragione" qualcuno ride. Io mi limito ad un sorriso di cortesia. Che battuta idiota. Insisto sul fatto che mi sto annoiando a morte. "In effetti ha ragione lei. Tra queste stradine non c'è un cazzo da fare. Almeno passasse un gatto randagio o un bambinetto..." commenta uno dei due pusher che deve ancora finire la sigaretta.
"Ma si dai? Che ci costa? È a qualche minuto da qui. Lì almeno abbiamo le carte e le birre" "se alla corvina fa piacere accontentiamola per una volta. Ci hai detto di abitare a Nerima, no? Non la vedremo per un bel pezzo allora! Dai fra. Non ha torto. Lì abbiamo le birre" questo qui sembra essere più interessato agli alcolici che altro. Mi è bastato insistere un po' e giocarmi la carta del "devo pisciare" non molto fine da parte mia, ma tanto chi li rivede più questi?
Comunque, li ho convinti a portarmi nella loro "casa base". Come mi aveva detto Sakura è un edificio su più piani, anche se non sembra abbandonato... dopotutto è sfitto solo da qualche mese. È normale che non sia fatiscente.
Il ragazzo taciturno non appena raggiungiamo l'edificio accelera il passo per aprire la saracinesca abbassata. Con un cenno mi invita ad entrare per prima. "Come si suol dire: prima le signore" esclama uno dei due pusher facendo l'occhiolino. Roteo gli occhi.
L'atrio è un casino. Casse di legno buttate alla rinfusa, molte bottiglie, TANTE bottiglie sono sparse a casaccio su tutto il pavimento. Ci sono moltissimi frammenti di vetro nei quattro angoli della sala, il risultato di un qualche impulso rabbioso, probabilmente. Senza dire una parola la gang si accomoda sulle casse, mentre due ragazzi vanno a prendere qualcosa da bere. "Dov'è il bagno?" Chiedo. Mi rispondono che è alla fine del corridoio. La porta sulla destra. "Lo scarico non funziona" mi avvisano poi. Perfetto. Questo spiega la puzza di urina e di topo morto che sto sentendo. Possibile che in qualche mese il posto sia stato appestato da questo fetore?
Faccio un passo in direzione dei servizi, ma una voce, una voce nuova mi invita a fermarmi. "Lascia la custodia della chitarra qui" mi giro. È la voce del ragazzo taciturno. Lo chiamerò silent-boy per comodità. Sembrava un ordine più che una proposta "La mia chitarra non si tocca" esclamo sulla difensiva. "Cosa ti aspetti? Che te la rubiamo?" "Non voglio che nessuno la usi" "mica te la distruggiamo" "e io che cazzo ne so scusa? Magari nel momento esatto in cui lascio la stanza voi vi sedete sopra. Che problema c'è se me la porto dietro?" "Nessuno Mai. Ma non è scomoda?" Chiede silent-boy. "Ci sono abituata" mento spudoratamente. "Come vuoi" e mi lascio dietro i componenti della banda per recarmi ai servizi igienici.

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