24 conversazioni e caffè mattutino

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Sento un sospiro dall'altro capo del telefono "Ayumi io ho ascoltato, in parte, ciò che hai detto a Mai qualche ora fa" inizio a ridere esasperata (per non piangere, di nuovo), sperando che sia uno scherzo. Lo osservo sull'altra terrazza. Ha gli occhi bassi. Forse per la vergogna di aver ascoltato una conversazione privata. Percepisco un magone in gola. No. Non voglio piangere. Non qui, non ora, non di fronte a lui. Sento una lacrima formarsi sotto il mio occhio sinistro; mi affretto ad asciugarla con le dita. "Scusami, io non volevo essere indiscreto, ma ho sentito un rumore forte e mi sono preoccupato. Se avessi saputo che stavi avendo un crollo emotivo non mi sarei mai permesso di origliare" cerca di scusarsi lui. "Non fa niente" dico singhiozzando. "Vuoi parlarne?" Chiede lui molto educatamente. Scuoto la testa. "Parlarne fa solo male" inizio a piangere, questa volta sul serio, senza trattenermi, senza fermarmi.
"Io non volevo farti piangere Ayumi, mi sento in parte responsabile. Scusami" "no, no. Avevi ragione tu alla stazione. Come ho detto una volta ad Ai... non posso continuare a scappare. Sono stufa di farlo. L'ho detto a Mai come mi avevi suggerito di fare" sento dei respiri dall'altra parte dell'apparecchio. "Va meglio? Dopo esserti sfogata intendo. Come stai?" "Mitsuhiko, come vuoi che stia?" Chiedo io cercando di frenare le lacrime per darmi un contegno. Diamine, non sono più la bambina di un tempo; però il mio unico modo di dimostrare le emozioni negative è piangere, proprio come allora.
Chi me l'ha fatto fare di tornare a Tokyo? Chi me l'ha fatto fare di accettare questa vacanza? Perché qualunque cosa succeda il mio pensiero fisso rimane sempre l'odio che provo nei confronti di Conan?
"Hai ragione, scusa. È ovvio che tu stia male" "esatto" confermo io. "So che non possiamo tornare ad essere amici come quando eravamo piccoli, ma per qualunque cosa io ci sono. Ci sarò sempre per te Ayumi." Mi commuove sentire qualcuno così preoccupato per me, nonostante siano passati anni lui è ancora in pensiero per me. Dovrei concentrarmi principalmente sulle cose belle di quell'anno, non solo su quell'insopportabile detective con gli occhiali e il farfallino.
In quei mesi oltre a lui e alla mia migliore amica Ai c'erano anche Mitsuhiko, Genta, il dottor Agasa e moltissimi altri. Oltre ai casi di omicidio in quelle settimane abbiamo anche campeggiato, pescato, catturato insetti e fatto un sacco di altre cose belle.
"Grazie Mitsuhiko, lo apprezzo molto." Sorrido. Grazie amico mio, grazie.
"Grazie, anche perché se Mai venisse a sapere che mi stai telefonando a quest'ora mentre stai cercando di tirarmi su il morale ti lascerebbe perdere" "allora basta non dirglielo, no?" Chiede lui. Lo vedo sorridere, ricambio. "Comunque, in questo momento tu sei molto più in difficoltà rispetto a lei. Chi è che sta affrontando il proprio passato? Chi è che, tra le due, deve risolvere un caso super difficile per salvare la pelle all'altra?" Rimango in silenzio. Non è da tutti mettere da parte il proprio flirt estivo per preoccuparsi di una vecchia amica. Alla fine i veri amici rimangono tali, nonostante sia passato molto tempo.

"Parliamo di altro, ti va?" Chiedo io, accoccolandomi meglio sulla sedia. "Di che vuoi parlare?" Chiede lui più sereno. L'argomento Conan è un campo minato.
"Di te e Toshida. Di sicuro tu saprai molte più cose su me e Mai. Voglio essere alla pari" lo sento ghignare. "Hai ragione, va bene ti accontento"
E inizia a raccontarmi di come lui e Toshida si siano incontrati per la prima volta in quinta elementare, ad un saggio di pianoforte di Asami, sorella di Mitsuhiko. Toshida era il cugino di una partecipante la quale teneva molto al sostegno da parte della sua famiglia. Da lì i due ragazzi hanno iniziato a vedersi regolarmente ad ogni saggio di pianoforte delle parenti, diventando grandi amici, a tal punto da iscriversi nella stessa scuola media e avere la fortuna di essere stati inseriti nella stessa classe. "Così è tutto merito di Asami se vi siete conosciuti" constato io "eh già, molto strano, vero?" "Ma a quel tempo tua sorella non frequentava già l'università?" "Sì, ma si esercitava regolarmente da sola avendo così l'opportunità di partecipare ancora ai saggi" mi spiega lui. Doveva proprio piacerle quello strumento...
Mitsuhiko inizia anche a raccontarmi di tutte le gite fatte con il suo migliore amico, delle volte in cui ha fatto una figuraccia insieme a lui, di come lui lo abbia trascinato a diverse feste (solo 3 in realtà) e di quando gli ha rivelato il suo coinvolgimento con gli uomini in nero e Shinichi Kudo, soffermandosi principalmente su questo ultimo punto.

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