21 urla e lacrime

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"Shinichi abbiamo raccolto più informazioni possibili e si sta facendo tardi. Non mi va di andare in giro da solo con una ragazza al buio" non voglio che la mia amica rischi di essere aggredita o molestata. Inoltre girare da solo o a due di sera mi mette un certo disagio, specialmente se la persona affianco a me è una ragazza. "Tornate pure all'hotel. Vi raggiungeremo lì"
"Ok va bene torniamo subito" e finita la chiamata ripongo il cellulare in tasca "hanno detto di sospendere le ricerche per ora e di tornare all'albergo" controllo l'ora. Ormai sono le nove passate e io inizio ad avere anche fame. Dopotutto a pranzo abbiamo mangiato solo qualche mochi dolce.
"Prendiamo la metro?" Propone lei. "Sì. Non mi va di farmi 5 chilometri a piedi" acquistato un biglietto aspettiamo seduti in stazione (finalmente, i miei piedi stavano implorando pietà). Non parliamo molto. La giornata di oggi oltre ad essere stata stancante non è stata molto proficua. Siamo entrambi scoraggiati. Saliamo in metro e subito individuiamo 2 posti liberi che occupiamo senza esitazione. Prendo il cellulare e scrivo un messaggio, per lei. Magari la comunicazione scritta ci permetterà di instaurare (di nuovo) un rapporto di fiducia. Lei abbassa il volume, intuendo che riceverà altri messaggi, in modo da non disturbare i vicini di posto che stanno dormendo. Le ho scritto: "Non siamo per nulla loquaci oggi eh?". La sua risposta:  "Sono sconfortata Mitsuhiko. Molto. Le cose non stanno andando come dovrebbero andare" la osservo dispiaciuto e ribatto:  "non ho mantenuto la parola data. Mi dispiace. Forse hai ragione. La sfiga, un fantasma o un demone mi perseguita" lei mi scruta e mi sorride. Io timidamente ricambio. "Ma no, tranquillo. Non è certo colpa tua se ci troviamo in questa situazione" aspetto un attimo prima di inviare il prossimo messaggio. Non so se sia opportuno. Dopo qualche attimo di tentennamento decido di mandarlo lo stesso "Posso farti una domanda?" Chiedo. Mi sta guardando stupito. "Non riesco a chiedertelo di persona e manca poco alla nostra fermata" lei alza la testa. Di fatto, dobbiamo scendere tra meno di minuto. "Perché hai detto a Mai di non conoscermi? Perché davanti agli altri ti comporti come se non conoscessi né me né Shinichi?" Dopo aver letto queste parole, scocciata blocca il telefono e lo inserisce nello zaino.
Dopo poco scendiamo dal tram e in silenzio usciamo dalla stazione, non so come comportarmi. Che abbia sbagliato a chiederglielo?
Appena torniamo all'aria aperta io ho la brillante idea di uscirmene con: "scusa, non ti volevo offendere. Ero semplicemente curioso" il tutto con lo sguardo abbassato per la vergogna. Lei rimane in silenzio qualche secondo. "Io... io non ho raccontato a nessuno dei miei nuovi amici la storia dell'organizzazione" rimango ammutolito, scioccato della notizia. Come non ha detto niente, ma proprio niente a nessuno dei suoi amici? È stata comunque una parte importante della sua vita, anzi fondamentale visto che è stata la motivazione del suo trasferimento a Nikko. "Mitsuhiko, nessuno sa che la bambina che accompagnava Shinichi nelle sue avventure, quando era Conan, sono io e così deve essere" "ma perché? Se posso saperlo" "perché... perché non voglio che si sappia. I media dopo mi torturerebbero" "perché adesso non lo stanno già facendo?" Chiede io educatamente, o almeno spero che sia risultato un tono educato. "no, cioè non troppo. Io... io non ne voglio parlare ecco tutto. Perché tu sì? Hai mai detto a qualcuno di aver fatto parte dei "detective Boys" e di essere stato un "assistente" del grande detective dell'est?" Mi chiede lei, per screditarmi e difendere la sua scelta.
Abbasso lo sguardo. "Ho detto solo ad una persona che il bambino saccente e intelligente che aiutava Shinichi nei suoi casi ero io. L'ho confidato solo a Toshida, ma nulla di più. Non gli ho rivelato anche che la bambina dolce e gentile eri tu" "e ti pregherei di continuare su questa strada" rimaniamo in silenzio alcuni minuti, poi le chiedo "perché non lo hai detto neanche a Mai? Da quanto ho capito è la tua migliore amica. Non ti fidi abbastanza neanche di lei?" La mia è curiosità. Spero di non risultare troppo invadente, ma proprio non capisco. "No Mitsuhiko non è questo è che..." lascia la frase in sospeso. Sta iniziando ad avere le lacrime agli occhi. Cavolo, no. L'ho fatta piangere. "Io... io non voglio essere sempre associata al nome di Shinichi Kudo e... e mi sono stancata di sentirlo ovunque. Voglio solo dimenticare quel maledetto anno della mia vita. È chiedere troppo? Se solo non avessi insistito così tanto per conoscere quel bambino a quest'ora le cose sarebbero molto diverse"
sgrano gli occhi. Non mi aspettavo una reazione simile da parte sua. Senza aggiungere altro, senza proferire parola le porgo un fazzoletto per asciugarsi le lacrime. Anche se non ha urlato ritengo che questa sua considerazione se la porti dentro da tanto tempo, forse da dieci anni.
Ho intuito una certa ostilità da parte sua nei confronti di Shinichi, ma non pensavo che la cosa fosse così radicata e così... così opprimente oserei dire.
Anche se non posso biasimarla. Dopotutto provo le stesse cose che prova lei, però nei confronti di Shiho.
Deve essere dura sentirsi rigettati e pugnalati alle spalle dal proprio primo amore, perché si sa che il primo amore non si scorda mai.

Non aggiungiamo una parola. Torniamo nel nostro hotel, sconfortati ma pronti per la cena.
Senza neanche cambiarci o renderci più presentabili, secondo un tacito accordo, ci dirigiamo in sala da pranzo e ci buttiamo a peso morto sulle sedie del nostro tavolo da 8. Lì ad aspettarci troviamo solo Mai. La nostra unica consolazione dopo questa giornata. Le ragazze si abbracciano. "Grazie Mai ci sei stata molto d'aiuto nelle scorse ore" "figurati è il minimo che io possa fare in questa situazione Mitsuhiko"
Ayumi torna a ricadere a peso morto sulla sedia vicino a me, una volta sciolta dall'abbraccio, e per tutta la durata della cena evita di parlare o guardare uno di noi due. Insomma si sta limitando a mangiare in silenzio.
Aggiorno brevemente la ragazza dai lunghi capelli mori sui nostri progressi, che non sono molti, ma li enfatizzo in modo tale da darle una speranza. "Gli altri due devono ancora arrivare, quindi magari loro hanno delle informazioni in più per aiutarci a risolvere questo dannato caso" "sì, magari. Così forse possiamo passare il resto della nostra meritata vacanza in pace" lei porta la mia attenzione sul suo bracciale semplicemente fissandolo. "È impossibile pensare di poter esplodere da un secondo all'altro, per questo evito di pensarci. Se lo facessi a quest'ora sarei uscita fuori di testa" "immagino. Conosco la sensazione" quando, dopo molti anni, ho scoperto cosa fosse veramente successo mi è venuto un magone ripensando a quegli attimi.

"Dov'è Toshida? E dove sono le ragazze?" Chiedo mentre ci alziamo da tavola. "Non ti preoccupare. Sono giù al bar a discutere su quanto sia dura la vita con un detective accanto" e qui ride. "Non sanno quanto abbiano ragione. La vita con accanto Ayumi è stressante" la ragazza nominata si gira verso la sua amica limitandosi a fare una smorfia di disapprovazione.
Ammiro molto la migliore amica di Ayumi, anche in situazioni del genere riesce a mantenere la lucidità ed essere comunque spiritosa. Saluto le due ragazze alla porta della loro stanza e anche io mi reco nella mia. Ho bisogno di una doccia, immediatamente.
Prima che io possa fare il bagno (più che meritato dopo questa giornata) ricevo un messaggio di Heiji. Mi dice che dobbiamo assolutamente confrontarci riguardo alle informazioni reperite in queste ore. Aggiunge inoltre che lui e Shinichi hanno già mangiato lungo la via del ritorno e che saranno da noi tra circa mezz'ora. "Va bene allora quando siete arrivati avvisatemi che sono subito da voi" "avvisa anche l'altra novellina" "sarà fatto!" Blocco il telefono, sono pronto (finalmente) per farmi questo benedetto bagno, ma un suono, che arriva dalla camera delle ragazze attira la mia attenzione. Sento un qualcosa che viene sbattuto violentemente per terra. Poi urla, solo urla. So che non sono affari miei ma nonostante ciò avvicino l'orecchio alla parete. "Non ti ho raccontato tutta la verità Mai e me ne sto pentendo amaramente" sento dire Ayumi tra i singhiozzi. "C'è un motivo per il quale la mia famiglia si è trasferita a Nikko e non te l'ho mai detto. Il motivo è che dovevo cambiare posto... io rischiavo ogni singolo giorno della mia vita di morire." "Che stai dicendo Ayumi? Non capisco" "diciamo solo che ho indispettito, o meglio qualcuno di molto vicino a me, qualcuno o qualcosa, dopo tutti questi anni non mi è ancora chiaro, di intoccabile" tutto questo lo dice tra i singhiozzi. Dio mio. Io non volevo che poi Ayumi avesse un crollo. Mi sento responsabile in parte, anche se... avrebbe dovuto dirlo a qualcuno prima o poi. "Continuo a non capire Ayumi" "io sono venuta a stare a Nikko formalmente perché mio padre è stato trasferito, ma in realtà il vero motivo è che ho avuto a che fare con un'organizzazione tipo mafia... è complicato da spiegare" Mai dice qualcosa, dal suo tono penso siano dei quesiti. Di colpo si ferma, Ayumi riprende a parlare "Hai presente che Shinichi è stato rimpicciolito in un bambino per poco più di un anno?" "Sì ne hanno fatto anche un film e siamo pure andate a vederlo" "ecco. Io sono una di quei tre bambini che hanno fatto amicizia con lui. Sono la bambina dolce e carina che sullo schermo piangeva ogni cinque minuti" "ma che stai dicendo Ayumi? Quel personaggio non aveva il tuo stesso nome" "per motivi di privacy il regista ha dovuto cambiare nome di moltissimi personaggi. Se non lo avessi notato "Yuia Moyshida", così si chiamava il personaggio, è il mio anagramma"

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