14 contest

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Corro, sì letteralmente sto correndo, per accendere il Wi-Fi il più in fretta possibile. Sono quasi le tre e il contest sta per iniziare. È questione di vita o di morte. Io DEVO vincere quella competizione. Gli altri quattro, mi dispiace ammetterlo, non sono alla mia altezza. Ho letto i loro curriculum. Al massimo hanno una decina di casi risolti e ok, io ne ho risolto solo cinque documentati, ma nessuno sa della mia esperienza sul campo a Nikko. Nessuno sa che ho iniziato a dilettarmi con i casi quando ero solo alle medie. È una questione di principio. Devo vincere. Lo devo fare anche perché il "quadrilatero dei punti cardinali" ha bisogno di un po' di girl power. Ma dico io... siamo nel ventunesimo secolo e io sono l'unica detective donna riconosciuta? Non esiste. Si vede che sono determinata? Mi posiziono sul letto a gambe incrociate con il computer in mano. Mi stiracchio e con forza eccessiva sollevo lo schermo del portatile. Mi precipito ad aprire la pagina del sito. Qualche minuto dopo è pubblicato il caso che i cinque devono risolvere. Inizio a leggere con attenzione, ma c'è qualcosa che non va. Lo noto dopo le prime dieci righe. Tutto questo mi sembra familiare, molto familiare devo dire.

Più vado avanti più il mio dubbio diventa certezza. Ho già risolto/ho già sentito parlare di un caso del genere e anche se i nomi sono diversi so di avere il colpevole sulla punta della lingua, ma dove? Dove sono venuta a sapere di questo caso? Chi mi aveva parlato di questo? Che io lo abbia letto? Che invece lo abbia addirittura risolto? Sono talmente concentrata su questi pensieri che smetto di leggere il testo che contiene tutti gli indizi. Cammino furiosamente avanti e indietro per la mia stanza, con una mano sotto al mento. Dove, dove? Forse Mai può aiutarmi. Abbandono la mia stanza e mi dirigo in cucina, dove trovo la ragazza studiare matematica. Chi è che di sabato pomeriggio si mette a studiare matematica? Comunque... le chiedo se possa abbandonare le sue faccende per qualche minuto. "Dimmi tutto Ayumi" inizio così a raccontarle del caso fittizio del sito e le chiedo se le viene in mente qualcosa di simile, un mistero che magari abbiamo risolto a Nikko. "Mi dispiace, ma non mi viene in mente nulla del genere" "Sforzati! Sono sicura che centri anche tu" "intanto, non parlami in quel modo, poi potresti anche sbagliarti sai?" E riprende a fare le espressione assegnate per casa. Sto per ribattere, ma finalmente mi torna tutto in mente. Ora so dove ho già sentito di quel caso, o meglio dove lo abbia letto e perché la mia amica centri in questa faccenda.

Torno in camera mia e mi accuccio di fronte alla libreria, ormai stracolma di libri. Mi abbasso ulteriormente per prendere un libro che si trova sullo scaffale che poggia a terra. Preso l'oggetto desiderato mi affretto a chiudere la porta, in modo che nessuno mi disturbi, e poso con delicatezza il manoscritto sul letto. Ecco perché tutta la vicenda mi pareva così familiare... è la trama, pari passo, del libro che Mai mi ha regalato per il mio quattordicesimo compleanno: "Magik" di Magdalena Parys, scrittrice europea*. Non è uno dei miei gialli preferiti, ma è scritto dannatamente bene. Forse gli organizzatori del concorso, non avendo accesso ai database della polizia, hanno preferito optare per un caso identico ad un libro poco conosciuto (forse perché sanno di non poter inventare un mistero per mettere alla prova i migliori detective del Paese), cambiando ovviamente tutti i nomi e modificando la maggioranza delle frasi (nella struttura logica e grammaticale). Purtroppo si sono imbattuti nella lettrice sbagliata.

Sfoglio i vari capitoli per collegare il tutto, per mia sfortuna gli indizi sono sparsi per tutto il libro e non ho il tempo materiale di rileggerlo da cima a fondo. Questa è una sfida a tempo, il più veloce vince. Non posso permettermi distrazioni, proprio non posso. Dopo quarantacinque minuti sono ancora lì a sfogliare quelle pagine cercando di mettere insieme i pezzi. Quando però, il mio portatile vibra, segno che qualcuno ha postato qualcosa, il mio cuore sobbalza... che sia uno dei miei quattro sfidanti e che abbia già risolto il caso? Purtroppo ho ragione. Akechi Holmes, il favorito per questa competizione, ha esposto la sua teoria. Mentre la leggo il mio cuore inizia a rallentare i suoi battiti. Inizio anche a ridere. Che idiota, ha imboccato proprio la pista falsa che l'autrice aveva preparato nel suo racconto. Non smetto di ridere per l'arroganza del ragazzo. Mi asciugo una lacrima dal viso e continuo più serena la mia ricerca. Una mezz'ora dopo ho tutti gli elementi per dire chi sia il colpevole e anche delle prove. Posto un messaggio in cui illustro le mie supposizioni iniziando con un "caro stimato collega, credo che lei stia sbagliando e le dimostrerò anche il perché" in tutta risposta qualche minuto dopo Akechi risponde "le tue supposizioni, novellina, sono scontate, lascia fare il lavoro a chi se ne intende, piuttosto vai a preparare la cena. Tuo padre rientrerà a casa a momenti" scoppio in un'altra risata. Oltre ad essere sessista il ragazzo è pure un pallone gonfiato. Pagherei oro per vedere la sua faccia quando i gestori del sito pubblicheranno il risultato. Rispondo al suo messaggio "stimato collega, credo che mio padre sopravvivrà per una volta se al posto di un pasto fatto in casa prenderà qualcosa da asporto, in ogni caso la novellina ha tutto il diritto di esprimere le sue supposizioni, anche se non è molto esperta, soprattutto se le sue teorie sono esatte. Certo anche le sue, caro collega, sono valide, ma c'è un piccola incongruenza nella sua tesi. In ogni caso, io non sono nessuno per screditarla. Vedremo chi ha torto e chi ragione alla fine di questa giornata.
Cordiali saluti, Yoshida Ayumi, una detective alle prime armi"

Il ragazzo mi insulta qualche secondo dopo, dicendo che una donna non può permettersi di criticare il suo operato. L'esperienza avuta con Fujiko Mine a quanto pare non è bastata. Chissà se una seconda bastonata da parte di una ragazza potrà cambiarlo. Spero proprio di sì... quello lì è proprio un caso perso.

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*Magik di Magdalena Parys è un libro giallo che esiste veramente, che però non ho letto quindi tutte le informazioni riportate su di esso sono puramente inventate (tranne il fatto che l'autrice sia europea)

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