40 codardi

15 1 0
                                        

"Vanno meglio i piedi?" Chiede il ragazzo non appena lo raggiungo. "Sì, una bella dormita era quello che ci voleva" "e Mai?" "Si è rassegnata al fatto che preferisco indagare con te che fare una vacanza come si deve con lei... ma l'ho lasciata in piacevole compagnia. Non ti preoccupare" "Mitsuya?" "Precisamente. Buon per lei. Lui saprà tenerla impegnata meglio della sottoscritta se ha la testa fra le nuvole" "e a lei sta bene?" "A quanto pare sì. Mi farò perdonare offrendole una cena... o un biglietto del treno per tornare qui. Dipende come si evolve la relazione tra i due ragazzi" "mi pare un po' ingiusto" "non ti preoccupare. Non è la prima volta che i nostri piani saltano a causa di qualche imprevisto... o infatuazione. Da dove iniziamo oggi? Trovato la risposta alle tue domande?" "Ti faccio notare che sei tu quella presa più indietro tra i due" "non posso darti torto. Vuoi un gelato? Ho letto da qualche parte che camminare aiuta a pensare" "perché il gelato?" "Ne ho voglia" rispondo alzando le spalle. Voglio mangiare, ora. Purtroppo quest'oggi non ho portato con me il libro giallo che stavo leggendo. E se il libro non può aiutarmi forse sarà il cibo a ispirarmi.
Ricapitoliamo. Abbiamo l'arma (una pistola). Il silenziatore però è scomparso. Nessuno sembra aver visto qualcosa e non ci sono indiziati.
Insomma... sono ad un bivio e non so che strada prendere.
Che il colpevole sia un suo rivale politico o un suo oppositore? Che questo sia un regolamento di conti? Non lo so. Se solo potessi avere qualche informazione in più sulla vita del politico. "Che gusto vuole signorina?" È già arrivato il nostro turno? "Vaniglia" rispondo senza pensare. Ringrazio l'uomo, pagando con due monete da 200¥. Mi sento osservata e alzo lo sguardo. Gli occhi del mio amico mi stanno scrutando. "Che c'è?" "Niente, niente. Si vede che ti impegni molto" "ah sì?" "La tua espressione, dice che cosa tu stia provando. E in questo momento quasi vedo il criceto girare dentro la tua testa" ah. Sono davvero così decifrabile? Poco male. "Non so se sentirmi offesa perché hai detto che ho un criceto in testa o lusingata dal fatto che tu ritieni che io stia lavorando molto" "sai che cosa volevo dire!" Ribatte lui sorridendomi. "Occupiamo la panchina di ieri?" Propone lui. "Ok, ok. Ci sta"

Mitsuhiko chiude la chiamata con un sorriso "Ayumi ho capito tutto. So chi sia il colpevole" dette queste parole mi prende per il polso e mi trascina verso la scena del crimine. "Mitsuhiko, così mi fai male! Chi è l'assassino allora" "tra poco lo vedrai con i tuoi stessi occhi" dice eccitato lo studente. "Non tenermi sulle spine! Dove stiamo andando?" "Alla porta del colpevole" "Eh? Vuoi sbattergli in faccia le tue supposizioni?" "Non sono solo supposizioni se accompagnate da prove" "quello che intendevo è che è troppo pericoloso. Riferiscilo all'ispettore piuttosto" "lui è fuori città per oggi" "questo non ti autorizza a fare come ti pare" "colui che stiamo andando a trovare non è troppo pericoloso" "come no! Ha solo ucciso una persona" "non ci farà del male sotto il portone di casa sua, in mezzo alla strada praticamente, dove tutti possono vederlo" "anche questo è vero" "il nostro ministro si merita giustizia. Non credi?" Rimango intontita per qualche secondo. Giustizia. Chi si crede di essere questo ragazzo per far giustizia a una povera anima defunta? Coraggioso. Mi piace questo elemento. E anche un po' audace visto come mi sta trascinando in giro incurante degli sguardi dei curiosi. È una continua fonte di sorprese. "Vai piano! Ho ancora la gonna di ieri addosso! Non posso mettermi a correre" nonostante il rimprovero lui continua a passo spedito. Testardo il ragazzo. Dopo poco raggiungiamo la destinazione. Dalla grandezza della casa (che sembra un castello) deduco che il colpevole sia qualcuno di molto ricco e di conseguenza molto influente. "Hai paura che la morte del ministro non venga mai chiarita se lasciata in mano ai poliziotti... non è vero?" "Nulla da ridire sul sistema, ma diciamocelo... casi del genere vengono insabbiati facilmente e beh... non ho intenzione di lasciarla vinta all'uomo che stiamo per incontrare. Ha preso una vita e deve pentirsi del suo errore" "non posso darti torto" alto senso della giustizia. Per questo lo ammiro: sembra già un cittadino modello nonostante gli manchi ancora un anno alla maggiore età (siamo una delle prime annate che diventa maggiorenne a 18 e non 20 anni, come accadeva prima). Lui mi lascia finalmente andare e mi massaggio il polso. "Ti hanno mai detto che hai una presa ferrea?" "Scusami. Ti ho fatto tanto male?" "No, non troppo almeno" lui si scusa nuovamente e per dimostrare che è dispiaciuto arriva ad inchinarsi. "Non importa. Dai facciamo quello per cui siamo venuti qui" la verità viene sempre a galla, come diceva il nostro "mentore" da bambini. Direi che è il momento più adatto per riportare alla luce i misfatti di quest'uomo... e non puoi attirare gli squali se non muovi un po' i piedi in acqua. "Suoni tu o suono io?" "Vai tu" mi incita il ragazzo. Suono il campanello. Non attendiamo molto e una donna ci accoglie.

Detective GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora