Capitolo 3

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Credo di aver impiegato più di trenta secondi prima di chiudere la bocca che mi si era, letteralmente, spalancata per la sorpresa.

Quei due si conoscevano? Perchè io non ne sapevo niente?

"Aspetta, voi due vi conoscete?" mi rivolsi al mio migliore amico, non intenzionato a guardare il nano che mi era di fronte nemmeno per sbaglio.

" È lui il fratellastro che ritieni uno stronzo? Ciao Tanc!" spalancai gli occhi per l'imbarazzo, ed ovviamente, Tancredi mi fulminò con lo sguardo.

Come se poi non fosse vero che era solo uno stronzo scorbutico.

"Io sarò anche stronzo, ma tu sei proprio coglione." appunto.

"Senti, non è Ch-" purtroppo, o per fortuna, Diego interruppe i miei sacrosanti diritti di difendermi dall'alieno che avevo difronte.

"Dai ragazzi andiamo, finitela di fare i bambini. Lele tu ritira gli artigli e tu Tancredi, evita di fare lo stronzo esagerato con lui." ci guardò con aria minacciosa, indicandoci a vicenda, prima di passare  e andare a sedersi a tavola

Fulminai Tancredi con lo sguardo, prima di sorpassarlo e sedermi accanto a Diego.

"Perchè non mi hai detto che lo conoscevi?" gli sussurrai, ancora arrabbiato per la scenetta di prima.

"Perchè tu forse non mi hai detto che il tuo fratellastro è Tancredi Galli!" disse ovvio

"Ciao ragazzi, Lele come è andata sta notte? Ha piovuto tanto." pregai gesucristo di aprire un vortice e inghiottirmi vivo.

Odiavo parlare dei miei problemi davanti alla persone, sopratutto se sono sconosciute e sopratutto poi se si parlava di quell'antipatico di Tancredi.

"Tutto bene mamma,ho dormito con Diego" mi sforzai di rispondere con non-chalance.
Quando abbassai lo sguardo da mia madre al tavolo, intravidi il ricciolino chino sul telefono, notai anche però, che appena finì di parlare il suo sguardo si puntò su di me.

Cazzo vuoi?

D'istinto alzai il sopracciglio, guardandolo male. Se fossi una persona esterna a questa vicenda, direi quasi che ci stessimosfidando con lo sguardo in quel molento.

"Raga oggi usciamo? Vi, o meglio, Ti voglio far conoscere Gianmarco" si girò verso di me, interrompendo il gioco di sguardi che si era instaurato tra me e il gorilla di fronte.

"E chi è?"

"È il mio migliore amico e comunque okay." Tancredi intervenne e l'unica cosa a cui pensai fu che se fosse stato come lui stiamo apposto.

"Tu hai anche amici?" lo presi in giro

"A differenza tua si"

Nonostante quelle parole mi avessero ferito un pochino, cercai di rispondere, ma la voce di mia madre ci intimò di mangiare quello che aveva portato a tavola mentre eravamo troppo impegnati a discutere.

Dopo mangiato Diego e Tancredi andarono nella camera di quest'ultimo a giocare alla play. Pft, perdenti. Non vincerete mai contro di me.

Io invece preferì farmi una doccia calda.
Entrai quindi in bagno, mi spogliai, misi la mia playlist preferita ed entrai sotto la il getto d'acqua bollente.

Ci rimasi mezz'ora sotto l'acqua calda. Non era colpa mia se mi rilassavo con la voce voce  Harry Styles di sottofondo.

Una volta uscito mi avvolsi il bacino con una asciugamano e tornai nella mia stanza, non sapevo proprio cosa mettermi. Ero seriamente indeciso tra la tuta grigia ed un jeans bianco che avevo comprato da poco e che non avevo ancora avuto l'occasione di indossare.

Alla fine, vinse il jeans e abbinandoci una maglia nera della mia serie preferita, Rick&Morty, infilai le scarpe.

Mi guardai l'ultima volta allo specchio prima di uscire dalla stanza e chiamare quei due che sembravano voler entrare con la testa nella televisione per quanto fossero vicini a questa.

"Hey io sono pronto andiamo?" mi appoggiai allo stipite della porta, guardandoli imprecare ad una partita di NBA.

"Aspetta Le, ora andiamo." rispose il mio migliore amico, mentre il mio fratellastro troppo impegnato a guardarmi non si accorse di aver appena perso.

"SI HO VINTO SEI INUTILE TANC." ed io un po' la capì la sua felicità. Infondo, non vinceva ad una partita da secoli ormai.

"Coglione è stata solo fortuna." disse Tancredi con un leggero sorriso sul volto.

Era davvero carino però.

Dopo questo spensero la play e uscimmo di casa in silenzio.Arrivammo in un parchetto circondato da alberi di melo e ci avvicinando ad un ragazzo alto, moro e tatuato.

"Ciao ragazzi, piacere io sono Gianmarco." salutò gli altri poi si presentò a me.

"Sono Lele  piacere di conoscerti." sorrisi,mi stava simpatico, sembrava essere una persona che trasmetteva allegria.

"Ci andiamo a sedere? Devo fumare." lo avrei guardato ancora per un po' se solo Tancredi non avesse interrotto il momento con la sua voce di merda.

Non ci restò altro che annuire in silenzio e seguirlo su una panchina. Data l'occasione recuperai anch'io una sigaretta dalla tasca dei jeans, accendendola poi subito dopo.

Gli altri due iniziarono a parlare, ed io mi girai verso Tanc essendo che era seduto alla mia sinistra.

Spalancai gli occhi per l'ennesima volta quella quello, quando lo vidi prepararsi una canna.

"Quella roba ti fa male." non ci pensai più di tanto, prima di dire quelle parole.

"Non sono problemi tuoi questi, Le." la sua voce sembrava irritata, come sempre, a quanto pare.

"Dio sta calmo,ti ho solo detto una cosa." sbuffai

"Non te l'ho chiesto." se la portò alle labbra una volta finita.

"Ma si può sapere che cazzo vuoi da meno? Non ti ho fatto niente. Che cazzo pensi che a me tutta questa situazione stia bene? Indovina? Non mi sta bene  ma devo accontentarmi per far stare bene mia madre e sto cercando di  fare amicizia con te in tutti i modi. Ma tu, cazzo! Sei un tale stronzo. Non mi rendi la cosa facile per niente. Vuoi stare sulle tue? Ottimo. Ti accontento." urlai, seriamente scocciato dal suo comportamento di merda.
Non mi accorsi nemmeno della lacrima che per il nervosismo era scivolata sulla mia guancia.

Lo guardai per l'ultima volta negli occhi, che sembravano essere sorpresi. Dopo un po' però, me ne andai.

Non ebbi conto nemmeno delle urla degli altri due che mi intimavano di aspettare. Me ne andai e basta.

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