Capitolo 6

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Mi svegliai quando Gianamarco parcheggiò.

"Siamo arrivati?" domandai felice

"Si, siamo arrivati principessa." guardai male Diego per il nomignolo e mi alzai dalle gambe di Tancredi.
Gli ero ancora addosso, che vergogna.

"Ti sei svegliato, buongiorno bell'addormentata." ovviamente arrossì e lo stronzo sorrise soddisfatto.

"Le tue gambe sono un ottimo cuscino." mi difesi.

Non reggeva. Non reggeva per niente.

"Io sono perfetto, ho le gambe comode come dei cuscini e altre parti del corpo sono ancora meglio." mi sorrise maliziosamente e io arrossì per l'ennesima volta.

"Smettila." scesi dall'auto e presi le mie valigie.

Quella cosa non andava bene, doveva allontanarsi da me o per lo meno finirla con quei commenti idioti ed allusivi.

"Venite, dovrebbe essere questa casa nostra." ci chiamò Gianmarco

Lo seguimmo e arrivammo avanti ad un palazzetto rosso, che aveva si e no quattro piani.

Il moro di fece strada fino al  nostro appartamento, ci guardammo negli occhi prima di aprire la porta.

Poi, finalmente, entrammo.

A prima vista sembrava essere una bella casa, piccola per 4 ragazzi, ma andava bene così.

"È una bella casa." dicemmo in coro, scoppiando poi a ridere.

"Come facciamo con le stanze?" sentì Tancredi parlare

Io avrei dormito con Diego.

Stavo appunto per aprire bocca ma Diego lo fece al posto mio

"Io dormo con Gian." che cazzo stava dicendo?

"Lele vieni parliamo un attimo io e te." mi guardò e mi fece cenno di seguirlo

Lo seguì in un'altra stanza, chiuse la porta e mi fissò.

"Che significa che dormi con Gianmarco, Die?" mi innervosì

"Significa esattamente quello che hai sentito Lele."

"Si ma per quale assurdo motivo? Sai benissimo quello che mi succede e tu che fai? Mi fai dormire con Tancredi?" sbottai

"E quindi? Mi sembra che avete legato in questo mese Lele, non vedo dove sia il problema!"

"Il problema, Diego, è che loro non sanno nulla,NULLA! Nè di quelle fottute paure nè degli attacchi. Io come faccio?"

Capì che da lì a poco avrei avuto un attacco di panico quando iniziai a vedere tutto girare. Non sentivo altro che le voci nella mia testa.
Non respiravo correttamente, il fiato era ttalmente veloce che facevo davvero fatica a sentire l'aria entrare in me.

Sentì la presenza del mio migliore amico al mio fianco, che come sempre ormai, cercava di calmare il mio ennesimo attacco.

Era sempre cosi.
Io che avevo un attacco e Diego che cercava di fermarlo.
Nonostante non ci riuscisse, aspettava sempre che mi calmassi.

Delle voci ovattate arrivarono alle mie orecchie e con gli altri sensi avvertì I due entrare nella camera.

Tancredi, lo riconobbi per il profumo, corse letteralmente contro di me e si abbassò ai miei piedi.

"Emanuele, ascoltami. Ora respira come faccio io. Piano, segui i miei movimenti." seguendolo riusci a calmarmi e a respirare.

Quando mi calmai, lo guardai con gli occhi pieni di lacrime. Mi sorpresi quando mi abbracciò, nonostante questo però ricambiai l'abbraccio. Dopo di lui Gianmarco mi si avvicinò pallido in volto.

"Hai visto un fantasma Gian?" Cercai di farlo ridere e ci riuscì perché mi spinse da una spalla.

"Stai bene?" Mi domandò ed io annuì

"È per questo che avete sentito le urla, io e Lele stavamo discutendo." Iniziò a parlare il mio migliore amico

Potevo intuire, da come i suoi occhi non incrociassero i miei, che si sentisse in colpa.
Allungai una mano verso la sua e la strinsi.

"Da quando sono piccolo soffro di attacchi di panico. Sono dovuti ai periodi di bullismo che ho subito. Quando ero piccolo, non ero fisicamente così, non che ora sia un fotomodello chiaro, ma mi accetto per il momento. Cosa che prima non facevo. Si metteva il mio peso, la situazione familiare, il mio essere omosessuale e il non avere amici." iniziai a parlare senza metter freno alla lingua. Nemmeno mi accorsi di esser uscito dall'armadio.

Bel coming out Lele.

Non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo dai miei piedi, ma sentì la testa di Gianmarco posarsi sulla mia spalla.
L'unico che non ebbi coraggio di guardare anche solo per un misero secondo era Tancredi.

L'unica cosa che speravo era di non averlo deluso..

"Ho una paura fottuta del buio e dei temporali, dovuti ad un trauma infantile. Di cui ricordo ben poco se non niente." continuai

"Ed era per questo che volevo dormire con Diego. Lui c'è sempre stato e sa di tutta questa merda da praticamente sempre. Risulta più facile per me stare al suo fianco." finì il mio discorso.

Decisi di farmi coraggio ed alzare lo sguardo verso i tre in silenzio.

"Beh tu ora invece dormi con me, al posto di Diego ci sono io." Tancredi parlò, e seppure non capì bene la sua uscita, mi ritrovai a sorridere.

"Lè a noi non importa del tuo aspetto fisico, non importa del tuo orientamento sessuale e tantomeno se hai paura del buio; ognuno di noi ha le sue fobie. Io ho paura dei ragni pensa un po'. A noi importi che tu stia bene e in pace con te stesso. Noi ci saremo sempre." A quelle parole il mio cuore si riempì di gioia, non persi molto tempo prima di lanciarmi in un'abbraccio spacca ossa con il cretino che avevo al mio fianco.

"Ti voglio bene Gian."

"Te ne voglio anche io piccolo Lele."

Fratellastri- Tankele Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora