Capitolo 50

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Mi alzai tutto sudato, era un sogno.
Uno stupido, fottuto incubo.

Mi alzai dal letto e andai in bagno, l'orario del telefono segnava le 7.45 di mattina.

Mai stato così mattiniero.

Insieme all'orario vidi anche un suo messaggio delle 07.39 dove mi dava il buongiorno.

Ricambiai per poi andarmi a fare una lunga doccia.

Ero teso e l'unica cosa che riusciva a calmarmi, oltre Lele era l'acqua calda.

Quindi, visto che Lele non c'era, mi sarei accontentato della seconda possibilità.

Rimasi al lungo sotto la doccia a pensare a quello che stavo per favore e  a capire se davvero ne valesse la pena.

Da quella doccia uscì con un solo pensiero in testa: andare in chiesa e prendermi Lele.

Quindi si, ne valeva eccome la pena.

Ero a casa mia, quindi dopo essermi vestito con dei vestiti per la casa mi ritrovai circondato da mia madre e dalle mie sorelle

Mio padre non c'era, meglio così.

"Buongiorno amore, siediti ti do la colazione." mi salutò mia madre donandomi  un bacio sulla testa

L'ascoltai e feci ciò che mi disse, le mie sorelle erano di fronte a me che mi fissavano; facevano ridere, ma anche terrore.

Avevano dei bigodini per la testa, molto probabilmente tenuti dalla notte prima,  due accappatoi rigorosamente rosa shocking e due maschere verdi sul viso.

Ripeto, facevano davvero paura.

Mamma mi porse la mia colazione che consisteva in una tazza di latte e dei biscotti e la ringraziai.

Immersi il primo biscotto nel latte e poi lo addentai.

"Posso sapere perchè continuate a  fissarmi?" mi scocciai di quella situazione ed interruppi il silenzio tra me e le mie sorelle

"Tra poco ti sposi Tanche e siamo davvero tanto fiere di te." parlò Berenice

"Ti vogliamo bene." continuò Clarissa

Mi alzai dalla mia sedia ed andai ad abbracciarle

"Vi voglio bene anche io ragazze." lasciai un bacio sulle loro teste e mi girai verso mia madre che ci guardava dalla soglia della porta con gli occhi lucidi.

Spalancò le braccia ed io mi ci tuffati dentro, la mia mamma.

"Ti amo mamma." gli sussurrai all orecchio

"Ti amo anche io Tancredi." mi strinse forte a se, poi mi staccai.

"Ora vado che rischio di fare tardi. Ed eviterei, il mio ragazzo è isterico. Rischierebbe seriamente di farsi venire le più brutte idee." risi con lei, poi andai nella mia stanza.

Indossai il mio abito blu come nel sogno, o meglio, incubo.

Mi guardai allo specchio ed ero davvero figo.

Mi squillò il telefono e sorrisi vedendo che erano i ragazzi che facevano una chiamata a tre:

Io, Diego e Gian.

"Ma ciao neosposo, come va?" mi chiese Gian non appena risposi alla chiamata

"Fanculo Gian ho ansia." risposi sinceramente

"Lo so e il tuo ragazzo non è messo meglio. L'abbiamo appena chiamato e per poco non aveva un attacco di panico, pensava che tu potessi lasciarlo sull'altare." sorrisi scuotendo la testa

Fratellastri- Tankele Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora