Ero in giro con Diego e sinceramente non so dove stessimo andando. Sapevo solo che oggi fosse più nervoso del solito. Ed io da bravo amico, non ricordavo il perchè.
"Diego, dov'è che dobbiamo andare esattamente?" chiesi attirando la sua attenzione.
"Lele oggi devo scattare le foto per l'uscita della mia canzone, ricordi?"
Ero un amico di merda. Non lo ricordavo per niente nonostante me l'avesse chiesto qualche giorno prima. Mi aveva chiesto di accompagnarlo ed io da bravo amico gli avevo detto subito di si.
Non ricordavo però che l'appuntamento fosse per questa settimana. Credevo più per la prossima.
"Ma non era sabato prossimo, scusa?"
non pensavo di poter mai dimenticare un qualcosa di cosi importante per Diego e proprio non riuscivo a capacitarmene."Si ma l'hanno anticipato." okay, quindi potevo ancora essere collocato nella linea dei bravi migliori amici.
Non ero una merda.
Quando dopo un po' arrivammo allo studio, entrammo subito e chiamarono subito Diego che era in ansia da prestazione. Gli consegnarono alcuni dei completi di scena che avrebbe dovuto indossare e dopo averlo fatto, lo posizionarono sotto ad un riflettore bianco.
"Come sta andando?"
Il telefono trillò e dalla home intravidi un messaggio di Tanc che mi fece automaticamente sorridere.
"Va tutto bene, da voi invece? Gian ha trovato la maglia?"
Mi dispiaceva aver rimasto Tancredi solo a subirsi un Gianmarco isterico che cercava la sua maglia preferita, ma eravamo in ritardo e qualcuno doveva pur sacrificarsi.
"Si, il coglione l'aveva lasciata sotto il divano. Dice che non sa nemmeno come ci sia arrivata."(Riferimenti che solo chi ha letto l'altra mia storia può capire)
"Tu invece come ti stai comportando? Bene, spero."
Mi ritrovai a girare gli occhi al cielo a quel messaggio, ma non avrei buttato l'occasione. Anzi, ne avrei approfittato.
"Si certo, ho fatto anche amicizia con un tizio carino, si chiama Dario."
Aveva 55 anni ed era il portiere del palazzo.
Ma quello però, era solo un piccolo dettaglio insignificante che non avrebbe mai dovuto sapere.Capì che non mi avrebbe più risposto quando notai le due spunte blu per buoni cinque minuti. Non mi importava se si fosse incazzato come sempre.
"Lele vieni a fare anche tu qualche scatto, voglio che ci sia anche tu." Diego mi fece scendere dalle nuvole sulla quale avevo deciso di salire e dopo qualche scatto, mentre stavamo per finire, il mio migliore amico scelse il momento opportuno per urlare nella sala.
"Ciao Tanc." mi immobbilizai sul posto. Speravo vivamente che non fosse lo stesso Tancredi con cui convivevo.
Ed invece, quando mi girai, lui era lì in tutta la sua bellezza tossica."E tu che ci fai qui?" gli chiesi quando ci fu vicino.
"Sono venuto per conoscere Dario. Perchè non posso?"
"Ma Dario il port- Lele!" Non era colpa mia se il mio piede aveva accidentalmente calpestato quello del mio stupido migliore amico.
Trasportato dal dolore di Diego, tirai Tanche dalla felpa e lo trascinai con me in un posto appartato.
"Perchè sei qui?" gli chiesi nuovamente.
"Te l'ho detto, lo voglio conoscere anche io questo Dario." non ci stavo credendo. Quello era veramente serio..
"Beh se n'è andato." bugia, stava dormendo guardando le telecamere.
"E da te che vuole?"
"Abbiamo fatto amicizia, siamo amici."
"Siamo amici." mi fece il verso "Hai tanti amici,non ti bastano quello che hai?"
sbuffai prima di prendergli il volto tra le mani e baciarlo lentamente."Ora sei più tranquillo amorino?" nonostante mi fossi staccato io per primo, sentivo il necessario bisogno di baciarlo ancora però.
"Andiamo a casa?" chiese
"Andiamo a casa."
_____
Appena entrammo il pavimento si presentò coperto di candele accese e da petali di rosa blu che andavano fino alla stanza mia e di Tancredi.
"Ma che hai fatto?" mi girai verso di lui con gli occhi lucidi e un sorriso incredulo.
"Cammina Le." feci come detto e arrivammo nella stanza nella quale ad aspettarci c'era una torta alle fragole, due pizze e delle birre sul letto.
Penso di essermi innamorato di lui quando notai lo schermo del suo computer trasmettere i titoli di testa del mio film preferito: call me be your name.
Ancora incredulo, mi girai verso di lui che, visibilmente nervoso, aveva preso a giocare connle sue mani.
"Avvicinati al letto, sai che con queste cose non sono bravo. Quindi ho preferito che a chiedertelo fosse la torta al posto mio." feci come richiesto e quello, proprio non me lo aspettavo.
"Ti va di dividere la vita con me?"
Come te lo spiego che io ci avrei diviso anche l'aria con te Tancre'?
Non mi contenni dall'abbracciarlo e baciarlo ripetutamente sulle guance e su ogni parte del viso perfetto che si ritrovava.
"La dividerò per sempre la vita con te Tanche." mi sorrise, si morse le labbra e poi mi baciò.
La serata passò in tranquillità con tutto quello che aveva preparato. Guardammo il film, mangiamo le pizze e la torta e spegnemmo pure tutte le candele per evitare un incendio dolente.
Quella, fu una delle mie sere preferite.