Capitolo 32

2K 102 26
                                    

Era passata solo una settimana da quando eravamo tornati a Roma ed io, avrei dovuto vedere Martina.
Nonostante quello che l'agenzia stesse cercando di fare, io e lei avevamo costruito un bel rapporto.
Basato solamente sull'amicizia.
Non abbiamo alcun punto in comune, due persone totalmente diverse.

E a me sinceramente, stava bene così.

L'unica persona che sembrava non capirlo, era Lele; che imbronciato come al solito, sedeva sul divano.

"Non possono obbligarti ad uscire con lei." piagnucolò sotto il mio sguardo divertito

"Lo so amore, ma purtroppo lo sai meglio di me che siamo personaggi pubblici e che abbiamo dei doveri." lo presi nelle mie braccia e lo coccolai

"Non mi piace questa situazione." parlò contro il mio petto

"Non fare il capriccioso bimbo." sapevo che odiava questo soprannome

"Non chiamarmi così, tu non sei poi così grande. Anzi lo sei ma solo di età, di cervello sei rimasto a 15 anni." lo guardai sorpreso

Da quando in qua era così stronzo?

"Ti ho insegnato bene vedo." lo presi in giro

"Mettiti la lingua nel culo Tanc, non ho bisogno dei tuoi insegnamenti per essere stronzo " ad essere onesti, non mi dispiaceva affatto.

"Dai sotuttoio vieni con me che dobbiamo vedere l'ultima puntata di tredici." gli ricordai e lui alzò la testa

"Giusto, madonna devo vedere se quel figo di Justin muore." mi trascinò sul divano e lo guardai leggermente male

"Che c'è?" 

"Quel figo di Justin? Sei serio?" Lo vidi scoppiare a ridere e poi cercare di guardarmi.
Ma evidentemente dovevo avere la faccia di cazzo, perché non riusciva a non ridere guardandomi

"Non c'è la faccio sei troppo divertente" e rise ancora.

"Ah si?" Non gli diedi tempo di realizzare che ero già su di lui pronto per fargli il solletico

"No a-amore b-basta" rideva come un matto,
ed io a quella vista mi innamorai ancora di più, se possibile.

"La smetto solo se la finisci con quei commenti." gli proposi divertito

Sapevo che amava solo me, cioè chi crederebbe che Justin Foley fosse più figo di Tancredi Galli?

Nessuno,ecco chi.

"Okey la smetto reginetta di bellezza." mi prese in giro ed io iniziai di nuovo a muovere la mani sui suoi fianchi.

"Dammi un bacio." finì di torturarlo e aspettai il mio bacio che subito arrivò

"Ora vediamo la serie?" mi chiese con un labruccio che morsi per poi annuire.

Mi stesi e lui si stese per metà sul mio corpo con una gamba tra le mie e la sua testa sul mio petto, prese il telecomando e andò su netflix.

Ognuno di noi aveva il proprio profilo, non avevamo gusti molto diversi, quindi se tipo avessimo voluto vedere la stessa serie ma ognuno per conto proprio avremmo potuto farlo.

Andò sul suo profilo e cliccò sulla copertina della serie in questione.

Mi iniziai a rilassare sentendo una sua mano accarezzarmi lo stomaco da sotto la maglia e una tra i miei capelli

1 ora e mezza dopo

"Non sarebbe dovuto morire Justin." piagnucolò ancora il mio ragazzo, con gli occhi inondati dalle lacrime e cinque o sei fazzoletti intorno a noi.

"Amore è solo una serie." gli dissi sconvolto

"Sei uno stronzo Tancredi, JUSTIN È MORTO E A TE NON FREGA UN CAZZO." si alzò e si chiuse nella nostra stanza

Non sapevo se ridere o piangere per quella situazione.

Sapevo che non era solo per la fottuta morte di un personaggio di una serie tv, ma che ci fosse qualcos'altro sotto.

Volevo andare di là da lui ma il mio telefono suonò per ricordarmi della sveglia, da me impostata per ricordarmi l'uscita con Peia.

Non volendo fare tardi e sapendo l'eternità che ci avrei messo per far uscire Lele da li dentro, pensai che era meglio risolvere questa situazione e poi parlare con Lui, avrei avuto più tempo a disposizione per capire cosa gli fosse preso.

"Ragazzi, io esco con Peia, sapete il perchè. Lele, per non so quale motivo, è chiuso nella stanza. Per favore se riuscite a tirarlo fuori da lì avvisatemi. Io vado, torno tra due ore."  parlai ad alta voce ai ragazzi che erano chiusi in camera e presi il telefono, le chiavi, il portafoglio ed uscì.

Presi una sigaretta dal giubbotto che avevo e l'accesi.
Menomale che avevo sempre un pacchetto chiuso nella giacca.

"Non so cosa ti sia fottutamente preso, ma non te la caverai così Emanuele. Sono andato all'incontro con Peia, quando torno parliamo."

Forse ero stato troppo duro ma non ci pensai in quel momento.

Arrivai al bar e aspettai l'arrivo di Martina, che arrivò subito.

"Ciao Tancredi." mi salutò dandomi un bacio a destra e uno a sinistra ed io ricambiai

La guardai per un attimo ed era davvero bella.

Ma purtroppo il mio cuore e la mia mente erano già occupati da una reginetta del drama che in quel momento era a casa.

"Allora che si dice?" Chiese sistemandosi sulla sedia

"Tutto bene, ho litigato con Lele. Tu?" Avevo bisogno di parlarne con qualcuno ed in quel esatto momento, lei mi sembrava la persona più adatta.

"Bene Tanc, grazie. Come mai hai litigato con lui?" chiamò il barista ed ordinammo due aperitivi semplici e veloci

Mentre gli spiegavo cosa fosse successo controllavo il telefono, anche solo nella speranza di vedere una notifica da parte sua.

"Vedrai che sarà solo insicurezza Tanc. Conosco Emanuele da un certo punto di vista e so quanto può essere insicuro. Parlaci, vedrai che sistemarai tutto." La guardai sospirando e annuì ringraziandola

Facemmo alcune storie Instagram, tiktok per far sapere ai fan che in quel momento eravamo insieme.

Alcune ci vennero persino a salutare e noi ovviamente ricambiammo.

"Allora io vado Peia, passo al supermercato così prendo qualche pacchetto di caramelle a Lele sperando che mi apra." ammisi e la salutai lasciando i soldi per entrambi sul tavolino del bar, dove avevamo consumato i nostri aperitivi.

"Buona fortuna Tanc, grazie per l'aperitivo e salutami i ragazzi!" mi augurò buona fortuna e ce ne andammo entrambi

Lei diretta a casa sua, ed io al supermercato.

Fratellastri- Tankele Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora