Quando entrai nella camera del mio ragazzo, pronto a dirgli le verità su mia madre, lo trovai mentre giocava alla playstation.
Aveva una play anche lì, il che era assurdo dato che due le aveva a casa nostra, una da sua madre e sinceramente, non pensavo ne avesse una anche dal padre.
"Dimmi." e davvero, era leggermente preoccupante il fatto che mi parlasse senza neanche guardarmi.
"Quando me ne sono andato da casa tua, sono arrivato qui piangendo e mia madre l'ha scoperto. Nonostante abbia provato a dirle di lasciare stare, lei ha insistito."
Iniziai a torturare il mio labbro inferiore, mentre lui avendo capito la situazione, mise in pausa il videogioco."Le ho spiegato tutto quello che era successo, dall'inizio. Le ho parlato di noi ed anche di Giulia. È stata opera sua se ora so con certezza di amarti, Tancredi. So che volevamo dirlo insieme, ma non ne ho potuto farne a meno." alzai lo sguardo verso il suo e vidi i suoi occhi addolcirsi.
"Perchè ti preoccupi Le? È stato giusto che tu le abbia parlato di noi. A questo punto non ci rimane che fare una grande cena, stasera." sorriss
"Ne sei sicuro Tanc?" domandai preoccupato
"Certo Lè, l'unica cosa che può spaventarmi e mettere mia madre e mio padre nella stessa stanza. Ma infondo so che sono persone adulte e che si comporteranno bene, o almeno spero." mormorò le ultime parole
"Va bene amore, ma non dobbiamo fare molto tardi, domani mattina torniamo. Ricordi?" non vedevo l'ora di tornare a casa da quei due coglioncelli.
Mi erano mancati tantissimo. In quella settimana ci eravamo sentiti solo per telefono, con qualche videochiamata ogni tanto e mi mancavano per davvero.
E poi dovevo parlare con Diego di tutta la situazione. Non avevo mai avuto segreti con lui e per evitare problemi, capì di dovergliene parlare io.
E so anche che Tanc ne avrebbe parlato con Gian, come sempre."Le', oh, ci sei?" mi risvegliò dai miei pensieri sventolando una mano avanti gli occhi
"Si scusa, dicevi?" domandai
"Ho detto che so che domani abbiamo il treno e che ora mando un messaggio a mia madre e alle mie sorelle." mi avvertì ed io annuì
Appoggiai la testa sul cuscino del letto mentre lui iniziò a giocare di nuovo alla play.
Ero sicuro che se dovesse scegliere tra me e la Play, sceglierebbe la play.Iniziai a sentire gli occhi farsi pesanti e dettato da un sonno improvviso, li chiusi.
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Venni svegliato da Tancredi che imprecava per un motivo a me sconosciuto.
"Che è successo?" chiesi sbadigliando
"Sto stronzo mi ha ucciso, ti rendi conto che stavo vincendo? MA VAFFANCULO." chiuse tutto iniziando a imprecare
Cercai di trattenermi, ma ad un certo punto scoppiai a ridere di gusto.
"Vieni qui, brontolone." si stese affianco a me e mise la testa sul mio petto
"Ho mandato un messaggio sul gruppo di famiglia; hanno accettato tutti di venire." parlò piano Tanc
"Ma è stupendo, amore."
"Già." era pensieroso. E quando Tancredi pensava, la maggior parte delle volte non andava bene.
"Amore guarda che se non lo vuoi dire, non lo diciamo. Abbiamo tutta la calma del mondo."
"Lo so, ma voglio dirlo ora. Voglio essere libero di stare con te in qualsiasi momento. Che sia a casa mia o a casa tua. Non mi va più che ci vedano come due semplici fratellastri che si vogliono bene."
"Va bene amore, come vuoi. A me sta bene tutto, lo sai." annuì e mi posò un bacio, da sopra la maglia, sul petto.
"Penso che l'unica a cui dovremmo dirlo, di sta sera, sia tua mamma Le'." avevo dimenticato questo piccolo particolare.
"Vado io, tu aspetta qui. Magari inizia a lavarti che ci metti ore." mi alzai dal letto e mi avviai giù da mamma
"Mamma?" la trovai china sul cellulare mentre scorreva qualche sito di vendita online.
"Dimmi amore."
"Stasera viene la famiglia di Tanche a cena. Vogliamo dire a tutti di noi." le comunicai
"Vabbene tesoro, ora preparo qualcosa." annuì e le lasciai un bacio tra i capelli per poi correre su dal mio fidanzato.
Entrai nella stanza e chiusi la porta a chiave, sentì il getto dell'acqua ed iniziai a spogliarmi.
Quando fui completamente nudo entrai in doccia e lo abbracciai da dietro.
"Cazzo Lè mi hai fatto morire di paura." fece un sobbalzo e poi si girò
"Non trattarmi male, sono venuto a farti compagnia in doccia." e so anche come sarebbe andata a finire, la doccia.
"E chi ti tratta male amore" mi prese in braccio e mi baciò.
"Beh bell'apri cena." ridemmo insieme quando uscimmo dalla doccia.
Tornammo in camera e non era per niente calcolato in fatto che fossimo vestiti uguali.
Quando scendemmo al piano di sotto, tutti gli sguardi erano puntati su di noi. Non c'era molto da dire.
Che le danze abbiano inizio.