Capitolo 33

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Non so cosa mi sia preso in quel momento con Tancredi.
Sapevo solo che Justin fosse morto e che io me l'ero presa con il mio fidanzato per una cazzata del genere.
Sapevo che non era per questo, ma per l'uscita con Martina.
Non potevo farci nulla, avevo una costante paura di perderlo.

E l'ansia non aiutava

Saranno passate due ore da quando ero chiuso lì dentro ed erano due ore che Tancredi era uscito.
Diego e Gianmarco ci hanno provato a farmi uscire da quella stanza, ma il pensiero di farmi vedere piangere come un bambino mi uccideva.

Non volevo vedere la delusione ancora una volta nei loro occhi, ho quindi aspettato di calmarmi.

Ora che sono più calmo, mi alzo dal letto e mi reco vicino alla porta.

Feci scattare la serratura e uscì, andai in bagno. Urinai e mi lavai le mani.

Andai in salone, ed erano entrambi lì, che sentendo la porta scattare mi stavano aspettando.

Mi sedetti vicino Gianmarco e poggiai la testa sulla sua spalla.

"Allora? Cosa è successo?" Chiese Diego

"Penso di aver litigato con Tancredi." sussurrai contro la spalla di uno dei miei migliori amici

"Cosa è successo?" Parlò Gian

"Stavamo vedendo l'ultima puntata di 13, ed io ho pianto per la morte di Justin. L'ho accusato di essere uno stronzo e me ne sono andato via." arrossì vistosamente rendendomi conto di quanto il tutto fosse ridicolo

"Sai di aver esagerato vero Lè?" mi richiamò occhi verdi

Annuì abbassando la testa

"Ma c'è qualcos'altro sotto, non avresti sclerato così per una serie." continuò

"Tanc oggi doveva vedersi con Peia, e a me da fastidio. Sono geloso." ammisi

"Ma se Tancredi vede solo te dappertutto, dai Le'." si staccò guardandomi sorpreso Gian

"Lo so, ed anche io vedo lui,solo lui. Ma sono geloso marcio. Più che altro ho paura che me lo portino via."

"Nessuno mi porterà via da te Le'." girai il viso verso la persona che stava parlando

E con sorpresa vidi che si trattava proprio del mio ragazzo.
Mi guardi attorno e vidi che i ragazzi erano spariti.

Lui facendo lunghi passi si avvicinò e si sedette accanto a me.

"Cosa c'è in quella busta?"chiesi

Che c'è? Ero curioso

"Ci sono delle caramelle per te curiosone." mi passò la busta e mi illuminai a vedere tutti quei pacchetti colorati

"Allora, ti è passato il broncio?" mi prese in giro mentre mi aprì un pacchetto di caramelle

"Scusa Tanche, ho avuto un comportamento infantile." mi scusai abbassando lo sguardo

"Continua"

"Uhm.. sono stato un cretino, lo so. Ma il pensiero di poterti perdere mi logora il cervello." finì lì e mi guardò

"Quello che ho detto prima lo penso davvero Emanuele. Nessuno potrà portarmi via da te." disse sincero

Lo conoscevo e sapevo riconoscere quando mentiva.
E in quel momento non lo stava facendo.

"Sono stato un idiota." mi buttai tra le sua braccia iniziando a piangere.

Sembravo una tredicenne in preda alla sua prima cottarella
Mangiavo caramelle Haribo e piangevo tra le braccia del mio fidanzato.

Mi correggo.

Sembravo una pazza isterica,per giunta incinta.

"Dai Le' basta, non è successo niente. Ti ho già detto che qualunque cosa ne devi parlare con me okay?" mi costrinse a guardarlo

Mi asciugò le lacrime con i suoi pollici e mi baciò sotto gli occhi

"Mi porti di la?" Con voce da bambino

Anche se effettivamente avevo vent'anni

"Sei proprio un bambino Le'." scosse la testa e mi sorrise

Mi prese in braccio senza alcuna fatica ed io feci in tempo a prendere le altre buste di caramelle.
Allacciai le gambe dietro la sua schiena e mi appoggiai a lui.

Mi portò nella nostra stanza e chiuse la porte con un piede, mi posò sul letto sdraiandosi poi accanto a me.

"Sei esagerato, ti sei divorato già due pacchetti di caramelle. Ti fanno male Le'."
Mi girai verso di lui alzando un sopracciglio

"Mi stai dicendo che sono grasso?" Lo guardai male

"Ma no amore mio, tu sei bellissimo. Io ti amo come sei lo sai." cercò di giustificarsi

"Coglione, il mio culo allora non lo tocchi più." mi girai su un lato e continuai a mangiare le caramelle

La parte da offeso mi veniva benissimo, ne ero consapevole.

"Aspetta,aspetta. Che vuol dire?" Mi girò da una spalla e vidi il panico nei suoi occhi

"Quello che hai sentito Tancredi. Sei in astinenza. Fino a data da decidere." mi divertì tantissimo in quel momento.

Aveva una faccia indimenticabile.

"Non puoi farmi questo." continuava a sussurrare

"Posso farlo eccome e come ben vedi ci sto pure riuscendo."

Ripeto, quando dovevo fare l'offeso, risuscitava in me una star di Hollywood che non sapevo esistesse.

"Sei un coglione"

"Tu uno stronzo amore mio." Gli feci l'occhiolino e poi mi accollai a lui cercando di dormire.

Fratellastri- Tankele Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora