Non ero mai stato un ragazzo pessimista, non era colpa mia se quando avevo intenzione di fare qualcosa, la vita mi metteva i piedi d'avanti.
Ovviamente dovevo parlare a Tancredi della situazione Thomas, ma proprio quando presi coraggio, ecco che suonò il campanello.
Dio volle che fossi io ad aprire la porta e
ovviamente,essendo io il ragazzo più fortunato sulla faccia della terra, dovetti aprirla io la fottuta porta.Qualcuno avrebbe potuto capire che fossi infelice di incontrare i miei vecchi amici, beh, non era così. L'unica cosa che mi premeva più di tutti era parlare con Tancredi.
Conoscevo lui e conoscevo il suo comportamento. Non gli andava bene sapere le cose da qualcun altro, soprattutto se all'oscuro di tutto.
D'impatto, appena aprì la porta, mi ritrovai Lorenzo che mi abbracciò come al solito.
"Ciao Lele." mi salutò
Ricambiai l'abbraccio, passando poi a tutti i ragazzi, arrivando poi a Thomas.
Thomas.
Bello come sempre."Ciao Lello." non negai di aver sentito qualcosa diverso dal normale quando ascoltai la sua voce. Ma non me ne feci una colpa, quel soprannome lo utilizzava solo lui e solo quando stavamo insieme.
"Ciao Tommy." lo salutai sorridendo.
Nonostante quello che c'era stato, lui, era davvero una parte importante della mia adolescenza. Condividevamo molte cose insieme e questo fu un fattore che all'epoca contribuì nella nostra relazione.
"E tu chi cazzo sei?" okay, la faccia di Thomas mi fece un pochino ridere, ma niente a che fare con la leggera ansia che scaturì il volto del mio fidanzato.
"Ciao, sono Thomas." sorridendo, allungò la mano, che però non fu afferrata da Tancredi che continua a guardarlo in cagnesco.
Cercai un qualsiasi pretesto per fuggire da quella situazione ed andare via, ma fortunatamente, Diego, mio salvatore, venne in mio soccorso.
"Thomas!" approfittando dello stato di confusione di quest'ultimo, Lorenzo mi trascinò in salotto mentre mi parlava della nuova ragazza che gli piaceva.
Il tempo passò in fretta e la giornata, passo velocemente, tra le battute di Lorenzo e Thomas, le canzoni cantate da Diego e Cecilia ed i balli messi in atto da me e da Geo.
Ovviamente nella vita non sempre si ha tutto ciò che si vuole. Tancredi, ad esempio, non aveva partecipato a nessuna di quelle attività. Aveva preferito mettersi sul divano in disparte, ma senza perdere d'occhio ne me, ne Thomas che guardava male.
Sudato e stanco dei continui balletti in cui Geo mi trascinava, uscì sul balcone con il pacchetto di sigarette tra le mani. Tranquillamente ne accesi una beandomi del fumo che entrava nei miei polmoni, fumo che sembrava portarsi via un po' di angosce.
"Alla fine, lo hai preso il vizio." non ci misi molto a capire chi stesse parlando.
Per me sua voce era ancora riconoscibile, nonostante fosse passato tempo."A quanto pare." risposi facendo un altro tiro.
"Eppure quando stavamo insieme non faceva altro che lamentarti della puzza che mi sentivi addosso."
"Già, ma quelli erano altri tempi ed io ero un altro Emanuele, Thomas." sperai di aver chiuso lì il discorso. L'ultima cosa che volevo era avere una conversazione del genere con lui.
"Sei cresciuto Emanuele. Non sei più quel ragazzino spensierato che ho conosciuto quel giorno." e davvero, mi sforzavo veramente per cercare di capire dove voleva andare a finire con quel discorso.
Infondo la colpa era la sua ed io non c'entravo un cazzo.
"Ed è anche grazie a te, no? Insomma, se tu non mi avessi tradito io ora non avrei conosciuto i miei attuali amici e il mio attuale ragazzo." sorrisi
"Già il tuo nuovo ragazzo: Tancredi,giusto?" mi girai verso di lui e lo guardai
"Si, Tancredi, il suo ragazzo. Quindi gentilmente sei pregato di prendere il tuo schifoso culo e di portarlo da un'altra parte. Possibilmente lontano da lui."ero alquanto sorpreso di ascoltare quella voce proprio in quel momento. Per un attimo pensai che fosse nettamente in ritardo, l'attimo dopo, capì di essere completamente nella merda.
L'unica cosa che speravo, era che fosse intervenuto in quel momento per mancato ascolto della restante parte della conversazione. Cercai di convincere me stesso che la faccia che aveva non era collegata alla discussione tra me e Thomas, che impalato, ascoltava tutta la faccenda.
In un tratto mi ritrovai in camera, seduto sul letto e con un Tancredi fumante di rabbia dinanzi ai miei piedi.
Sorvolai con lo sguardo su tutto il suo corpo e mi sentì in colpa quando notai le sue mani strette in due pugno.
"Perchè cazzo non mi hai detto che quello è il tuo ex?""Volevo farlo, ma non ho trovato il modo." cercai di difendermi
"Non l'hai trovato o non hai voluto trovarlo un fottuto modo? Dovevi dirmi che quel coglione è il tuo fottuto ex!"
"Non chiamarlo così." forse avrei dovuto seriamente cucirmi la bocca.
Però al di là di quello che era stato Thomas in precedenza, per me era sempre un mio amico. Una persona che mi aveva aiutato a maturare nonostante il male che mi avesse fatto.
"Ora lo difendi pure?" rise sarcastico "Nel caso in cui non te ne fossi accorto, quello ti ha tradito."
"No Tancredi non voglio difenderlo. Ma è un mio amico prima di essere qualunque altra cosa. E lui la cosa più preoccupante è il tuo origliare discorsi altrui!" non mi piacevano le persone che origliavano, davvero.
"Vaffanculo Emanuele, dico davvero, vattene da lui e non rompermi il cazzo. Tanto per tutto il rispetto che hai nei miei confronti! Preferisci lui? Vai da lui cristo santo! E poi i discorsi degli altri non li ascolto se non c'entrano con il mio ragazzo." urlò gesticolando
"Che cazzo dici coglione? Se avessi voluto lui ci sarei andato già tempo fa! Non dirmi più queste stronzate Tancredi. Io amo te e lo farò ancora. E in quanto a quello, volevo dirtelo io. Non volevo che lo sapessi così." esplosi anche io, non ne potevo più.
Eravamo sempre punto e daccapo con lui. Anche se, sapevo che almeno quella volta, la colpa era mia.
"Non mi piace che tu stia vicino a quello." si sedette sul letto, distante da me.
Scivolati sui piedi e raggiungendo i suoi, presi le sue mani tra le mie."Sai che è inevitabile. È un mio amico Tanche. Non posso semplicemente ignorarlo." lo guardai negli occhi e vidi i suoi farsi un po' lucidi.
"Spero solo che non ci allontani Lele" scosse il capo sorridendo dolcemente.
"Non lo farà."