Capitolo 31

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Eravamo arrivati a Milano già da un'ora e mezza. Ad aspettarci ovviamente c'erano i ragazzi.

Appena arrivammo a casa cercai di evitare per il più tempo possibile Diego. Non sapevo esattamente il perchè, sapevo solo che fosse la cosa giusta da fare. Forse, avevo un po' paura della reazione che avrebbe avuto quando avrebbe saputo cosa fosse successo.

Pur di perder tempo, avevo praticamente buttato giù tutti i vestiti dall'armadio ed in silenzio, li stavo ripiegando e mettendo a posto.
Ero così concentrato a trovare spazio per un altro paio di pantaloni che non sentì la porta aprirsi e qualcuno entrare.

Mi sentì afferrare da un braccio e venire spinto sulla sedia della nostra scrivania

"Ora mi dici che cazzo hai e perché sembra che tu mi stia fottutamente evitando Emanuele." lo sapevo che non potevo nascondergli niente

"Non ti sto evitando Diego." risposi guardando la punta delle mie scarpe

"Ah no? Non hai nemmeno messo piede a casa che ti sei rinchiuso qua dentro, hai messo tutti i vestiti alla cazzo nonostante avessi sistemato prima che te ne andassi a Roma. E non dimentichiamo la parte più importante, non mi hai salutato!" era davvero arrabbiato e forse io avevo dimenticato questo particolare

Quando l'ho visto gli ho sussurrato solo un semplice ciao, sia a lui che a Gianmarco.

"Mi dispiace Diego." dissi pentito dei miei gesti

"Non fa niente, ma ora vuoi dirmi che stra cazzo hai oppure vado di la e uccido quel nano, poiché sono sicuro che lui c'entra qualcosa in questo tuo comportamento." si sedette avanti a me e mi guardò aspettando che io dicessi qualcosa

"Te lo dico se mi prometti che non ti arrabbi." alzò un sopracciglio e mi guardò male per poi sospirare e annuire

"Quando siamo arrivati lì ad aspettarci c'era una ragazza, dopo ho scoperto fosse l'ex di Tanc. Siamo arrivati a casa della mamma di Tancredi e fin lì tutto apposto.Il giorno dopo Tancredì è uscito e mi ha detto che non ci avrebbe messo molto tempo; andava e tornava. Quando è tornato mi ha detto seriamente che dovevamo parlare, ed io l'ho ascoltato. Quello che mi ha detto mi ha  sconvolto. Giulia l'ha baciato." mi fermai un attimo per vedere la sua reazione e come mi aspettavo stava trattenendo la rabbia stringendo i pugni.
Gli presi una mano cercando di calmarlo e poi continuai

"Quando me l'ha detto ho sentito il mondo cadermi addosso, non potevo credere che lui mi avesse fatto una cosa del genere. Così ho deciso di prendere le mie robe e andare a casa di mia madre e suo padre. Non l'ho visto per due giorni, sapevo che stesse male. Sentivo suo padre parlarne con mia madre. E ci stavo male pure io. Solo che il coraggio mi mancava per chiamarlo o anche solo contattarlo. Quando poi il giorno dopo è tornato a casa dal padre mi voleva parlare, ma gli ho chiesto di passare del tempo con suo padre e che ne avremmo parlato la sera." mi fermai ancora e lo guardai ancora.

Mi fece cenno di continuare e così feci.

"Quando la sera ci siamo chiusi nella nella sua stanza, mi ha raccontato tutta la vicenda e come è andata.  Mi ha raccontato chi fosse in realtà Giulia. Mi ha detto che voleva farci lasciare, ed io gli ho creduto Diè." confessai con le lacrime agli occhi

"La sera dopo abbiamo deciso di fare una cena e dire a tutti di noi. È andata bene." finì con un sorriso e continuai a guardarlo

Non sapevo se temere una sua reazione negativa. Speravo davvero di no.

"Merda Lele, sento il bisogno nel sangue di andare di la e spaccargli la faccia." lo sapevo che sarebbe andata a finire così, maa non potevo lasciarglielo fare, erano due delle persone più importanti della mia vita.
Non volevo che si odiassero per colpa mia.

"Non lo fare Diè per favore, fallo per la nostra amicizia. Lascialo stare. Fallo per me." lo pregai

"Va bene Lele per questa volta lascio perdere. Ma la prossima volta niente e nessuno mi tratterrà." io annuì consapevole e gli sorrisi

Mi alzai e lo abbracciai più che potevo, era pur sempre il mio migliore amico, lo sarebbe sempre stato.

"Non mi mancava per niente il Lele coccolone." scherzò ed io gli diedi uno schiaffetto sul collo, offeso.

"Dai andiamo di là, Gian sarà preso a male perché non l'hai salutato." quando mi trascinò nell'altra stanza, individuai gli altri due parlare, ipotizzati quindi che stessero parlando dello stesso argomento mio e di Diego.

Andai da Gian che in questo momento mi dava le spalle e gli saltai addosso abbracciandolo.

"Ma finalmente! Mi mancano le coccole, ti sei ricordato di me stronzetto." mi strinse a lui

"Scusa Gian, ti voglio bene." gli lasciai un bacio sulla guancia e appoggiai la testa sul suo petto

"Vorrei tanto sapere quando finirà tutto questo." si lamentò come al solito il nano

"Sta zitto nano è colpa tua se Lele non ci abbraccia più come prima." lo incolpò Gian

"Appunto, quindi se ti togli dalle palle, io mi riprendo il mio fidanzato." mi tirò su di lui facendo un sorriso sarcastico nei confronti del suo migliore amico

Appoggiai la testa sulla sua spalla e cosa mi disse?

"Sei un accollo Emanuele."

Girai lo sguardo verso i due e li vidi guardarci con sguardi diabetici.

Erano la mia famiglia, incasinata, ma felice.

Fratellastri- Tankele Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora