Capitolo 43

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Quando mi svegliai, era ormai giorno inoltrato, saranno state le 14.00.
Affianco a me c'era Tancredi, girai il viso verso di lui e lo guardai.

Era sveglio.

Osservava il soffitto della stanza e vidi scendere una lacrima sulla sua guancia.

"Hey amore, perchè piangi?" mi alzai velocemente e strizzai gli occhi per il dolore al fondo schiena quando sentì una fitta.

"Ti sei svegliato." mi ignorò rivolgendomi uno sguardo

"Si, ora ti va di dirmi perchè piangi?" appoggiai il mento sul suo petto e lo guardai negli occhi

"Nulla Le, stavo pensando a ieri. A stanotte, mi dispiace averti fatto male.. Non volevo." gli si fecero di nuovo gli occhi lucidi

Mi rabbuiai  per un momento a quel ricordo, ma poi lo guardai e mi passò tutto.

"Non fa niente Tanche, mi fa male tutto è vero, ma a me è piaciuto." gli sorrisi

"Hai tutti i miei segno addosso Le, ti ho martoriato, ancora una volta. Perchè non mi odi? Dovresti farlo." ma che stava blaterando?

"Ma che stai dicendo Tancredi? Se te l'ho lasciato fare è perchè io l'ho voluto." lo guardai sbalordito

Pensava davvero che me ne stessi pentendo?

"Non te ne sei pentito?"

"No Tancredi, io non me ne sono pentito. Forse quello che l'ha fatto sei tu." mi spostai le coperte da dosso e mi alzai andando verso il mio armadio

Sentì un dolore allucinante, quasi non cadevo recuperai alcuni vestiti.

"Dove vai?" mi chiese guardandomi preoccupato

Lo ignorai ed andai in bagno zoppicando.

Ao, avevamo martoriato il mio culo, che ce dovevo fa?

Andai in bagno ed aprì la cabina doccia, sbuffando aprì l'acqua e mi ci fiondai sotto.
Iniziai a strofinarmi il corpo con la spugna che mamma mi aveva dato appositamente.

Sentì un leggero movimento dietro di me e me lo ritrovai dietro. Mi girò velocemente verso di lui e lo guardai

Era lì, aveva gli occhi rossi e i capelli bagnati avanti a quest'ultimi.

"Che vuoi?" gli chiesi a bassa voce

"Perdonami Emanuele, non volevo farti capire di essermene pentito. Non mi pento mai di fare qualcosa con te, lo sai." iniziò a parlare

Io volevo solo baciarlo, le sue labbra mi attraevano

"È che mi fa male il fatto di averti fatto sentire dolore pur di sfogarmi."

Dolce, amato, cretino Tancredi.

Pensavi che non l'avessi capito?

"Eri arrabbiato Tanche, l'ho capito quando ti ho aperto la porta. Te l'ho lasciato fare perchè è mancato anche a me fare ste cose con te." lo guardai arrossendo

"Ah si? Beh allora lo faremo più spesso." mi fece un sorriso malizioso ed io alzai gli occhi al cielo.

Aveva le mani sui miei fianchi ma piano piano scesero sulle mie natiche strizzandomele.

"Scordatelo Tanc, ho il culo rotto." scoppiò a ridere ed io guardandolo, sorrisi.

Amavo la sua risata, era la cosa più bella, dopo i suoi occhi.

"Mi dai un bacio?" gli chiesi e fui accontentato subito

Aveva ancora le mani sul mio culo, mi attirò a se baciandomi ed io infilai le mie mani nei suoi capelli

Fratellastri- Tankele Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora