"Non rovinerà il nostro rapporto amore, te lo prometto"
Cazzate. In quel momento era tutto un casino. Una fottuta tarantella dalla quale non sapevo come uscire.
Dopo la discussione che abbiamo avuto per colpa di Thomas, Lele sembrava esser scomparso esattamente da una settimana. E per alcuni potrebbe sembrare una stronzata dato che viviamo insieme, ma per me non lo era affatto.
Passava il tempo interamente con i suoi amici, il che era anche giusto. Giuro, lo capivo, ma sembrava essere lui a non capire me. Per quanto io potessi conoscere i suoi bisogni di amicizia, non li condividevo al cento per cento.
Perchè per me non era fottutamente normale il fatto che io dormissi da solo, o certe volte con Giamarco che sembrava essere l'unico ad aver capito il mio umore.
Non era normale nemmeno il fatto che letteralmente non scambiavo più una parola con Emanuele. E la cosa che mi faceva rosicare di più, era che a lui la cosa non sembrava interessare per niente, anzi, passava il suo tempo insieme a Cecilia o insieme a Thomas.Non penso di aver mai avuto pregiudizi in vita mia, ma con quello, era impossibile non averne. Non lo odiavo, mi stava solo sulle palle. Lo avrei gentilmente rifiutato, ecco tutto.
Quella giornata era l'ennesima parte di una recita che sembrava non finire mai. L'agenzia aveva fatto venire Peia in villa e a me stava bene, insomma, a me lei piaceva.
Come amica, ovviamente.Eravamo tutti insieme a cena e per qualche strano motivo, eravamo situati così:
C'era Peia alla mia destra, e vicino a Peia c'erano Diego, Gianmarco ed infine Lele;
E indovinate un po' chi c'era vicino a Lele? Proprio lui. Thomas.Faceva ridere come sembrava che i ruoli si fossero invertiti. Io ero diventato il suo ex e lui era diventato il suo ragazzo.
"Marti, esco fuori a fumare. Se dovessero chiedere pui avvisare tu i ragazzi?" lei annuì e recuperando lo giacchetto dalla sedia, uscì fuori da quella casa che sembrava restringersi attorno a me.
Salutai velocemente i ragazzi che stavano ancora cuocendo la carne alla brace, poi continuai per la mia strada arrivando al burrone, che scoprì qualche giorno prima, e sedendomi con i piedi nel vuoto.
Non volevo buttarmi giù tranquilli.
Presi ciò che mi serviva della tasca e delicatamente, preparai ciò che desideravo.
La portai alle labbra e l'accesi.
Chiusi gli occhi alla sensazione di libertà che provai aspirando, poi Gianmarco comparve al mio fianco."Che ci fai qui?"
Feci spallucce e mi sbilancia poco, appena per guardare sotto ai miei piedi."Niente, tu che ci fai qui?" aspirai nuovamente.
"Dentro ti cercano." chi mi cercava? Il Geko che ieri ha trovato Diego? Possibile.
È l'unico a cui sto simpatico, a quanto pare."Chi?"
"Ti cerca Lele." feci una risatina divertita e lo guardai.
"Lele mi cerca.. dopo una settimana mi cerca, chissà cosa deve dirmi no? Una cosa talmente importante che è passata una settimana." scossi la testa lentamente.
"So che sei arrabbiato Tanche e hai ragione. Non so cose gli sia preso." cercai di non mostrarmi troppo sorpreso quando ascoltai le parole uscire dalla sua bocca.
Non perchè non mi volesse bene, semplicemente perchè sapevo che lui, avrebbe sempre cercato di farmi capire le cose dal suo punto di vista.
"Che c'è? Mi comporterei anche io così se ci fosse Marta al suo posto. Ma questo non giustifica che tu ti stia facendo una canna Tanc. Di nuovo." continuò contrariato
Effettivamente, mi sembrava strano che non mi avesse ancora detto niente."Sono arrabbiato, deluso e in collera Gian. Sembra più lui il suo fidanzato che io. Quante volte l'avrò avuto vicino che mi parlasse o che solo mi guardasse? Due o tre volte? E quante volte mi ha dato un bacio? Te lo dico io Gian, la risposta è zero."
"In questi giorni dormo con te e davvero ne sono felice. Ma lui è il mio fidanzato. Preferisce dormire con altre persone invece che dormire insieme a me. A questo punto, fondamentalmente, non gli vado bene io."
"Non dire questo Tanche, sai che ti ama."
"Lo so che mi ama, ed io amo lui. Ma così non posso andare avanti. E che non pensasse che ora, perchè è arrivata Peia, farà il fidanzatino geloso. Non mi ha cagato minimamente per una settimana. Non comincerà stasera solo perchè c'è Martina. Che si fotta." mi alzai e buttai il mozzicone che avevo ancora in mano.
"Non fare cazzate di cui puoi pentirmene Tancredi." si alzò anche lui e camminiamo fino ad arrivare dentro.
Non degnai nessuno di uno sguardo, mi limitai a seguire il mio migliore amico e sedermi al mio posto.
"Tutto bene?" Martina mi guardò sottocchi ed io annuì senza guardare nessuno.
Annoiato, presi il telefono dalla mia tasca che trillava.
Era Lele.
Ci eravamo davvero spinti a questo?
"Che hai?"
Ero al punto di ridere e piangere insieme. Alzai lo sguardo verso di lui e nonostante lui avesse già lo sguardo puntato nel mio, lo evitai, sorridendogli schernamente e posando il cellulare sul tavolo.
Lì iniziai a capire che il mio ragazzo voleva giocare. Ed io quando giocavo ero pericoloso.
A quanto pare, non aveva ancora capito che stesse fottendo con lo stronzo sbagliato.
A noi i giochi, tesoro.