La reazione iniziale dei ragazzi, quando gli avevamo detto di stare insieme, fu davvero epica. Forse uno dei ricordi più divertenti che abbia mai avuto.
Ricordo che stavamo mangiando, era una giornata tranquilla, una di quelle dove il silenzio regna. Silenzio rassicurante.
Ovviamente, cretino com'era, Tancredi dovette parlare quando Gianmarco aveva del pane in bocca, che ovviamente fu costretto a sputare per evitare di soffocare,
Gian aveva del pane in bocca e fu costretto a buttarlo fuori per non affogarsi, mentre Diego, sputò, letteralmente, tutta l'acqua che stava bevendo.La scena più divertente però fu quando Tancredi, mezzo bagnato, si alzò giurando di voler uccidere il mio migliore amico, che poverino, aveva ancora la faccia sconvolta.
Al di là di questo, mancava solo un passo da fare: parlarne ai nostri genitori.
Nonostante l'ansia che sembrava vivere costantemente in me, speravo che il momento avvenisse quanto prima possibile.
Non avevo mai amato mentire e soprattutto, non ero bravo a dire bugie.
"A che pensi, Le?" da amico, non avrei mai pensato che Tancredi nascondesse uno dei caratteri più docili del mondo.
C'era un particolare nel comportamento di Tancredi: sapeva farti star bene.
E anche se questa potesse sembrare una presa per il culo, dato il suo carattere non proprio paragonabile ad un fiorellino, aveva la capacità di farti star bene solo guardandoti.
Ed il fatto che sembrava far uscire quel suo lato solo quando era con me, mi stava particolarmente a cuore.
Feci spallucce, sapevo che aveva già capito. Era strano come sembrava capirmi solo guardandomi negli occhi. Ma hey, non me ne sarei mai lamentato.
"Mi fai i gattini?" ripeto, non era proprio un angioletto. Qualche resistenza la faceva ancora. E quello era un punto fondamentale del nostro rapporto che decisi di evitare, almeno in quel momento. Non era un'amante della vicinanza corporale, o meglio, odiava chiunque lo toccasse.
Tutti, tranne me.
Ovviamente."So che pensi che dovremmo dirlo e lo penso anche io. Ma credo sia meglio aspettare ancora un po', non credi?" mi parlò, tenendo la mano nei miei capelli.
Era rilassante quando tirava leggermente le ciocche tra le sue dita.Ciò nonostante, quelle parole da parte sua un po' me le aspettavo. A differenza mia, lui non era mai uscito dall'armadio con il padre. E sapevo, che aveva un po' paura della sua reazione.
Infondo, seppur sembrasse strafottente, il padre era sempre il padre. E lui, ne aveva terrore.
"si, certo." dissi distrattamente
"Le, guardami; Non pensare che io abbia vergogna di te. Voglio solo aspettare." i suoi occhi erano collegati nei miei ed io non potetti che sciogliermi alla vista di quelle due pozze verdi.
Mi allungai baciandogli le labbra rosse, non si mosse.
"Non capisco come fa Diego a perdere contro di te. Alzati e andiamo a giocare, ti rovino." evitai di ridere a quella frase per non ferire il suo ego. Altrimenti mi avrebbe portato il muso per ore.
Annuì alzandomi e dopo averlo aspettato, ci sedettimo avanti la tv gigante che avevamo in salotto.
Ovviamente, eravamo distanti almeno un minimo uno dall'altro, non sarebbe stato equo giocare vicini, almeno per me che gli sarei saltato addosso solo nel vedere come si mordeva le labbra quando era nervoso.
Ah, l'amour.
_____"Ho vinto, ho vinto!"
Era più di dieci minuti che mi rinfacciava la sua rivincita a fortnite.
Che poi, grazie al cazzo, era il suo fottuto gioco, quello in cui non l'avrebbe battuto nessuno.Ma questo, non avrebbe dovuto necessariamente saperlo.
"Amo', ti ho fatto vincere io." scherzai
Di certo, non mi sarei aspettato che mi mandasse a fanculo e che si offendesse manco avesse cinque anni.
"Ti sei offeso?" spalancai gli occhi alla vista di Tancredi seduto sul divano con le braccia incrociate e lo sguardo dritto davanti a sé.
"Tancredi ti sei offeso per davvero?" ovviamente, come da copione, non mi rispose.
Se odiavo una parte di lui, era proprio quella. Evitava i problemi. Cercava di evitare le cose quanto è il più tempo possibile e a dargli spago, era il fatto che ci riusciva per la maggior parte delle volte.
"Quando ti passa sono di la." scocciato, mi alzai e me ne andai in camera.
Nemmeno a farlo apposta, appena aprì la home di instagram, uscirono gli edit dei fan che erano uno più bello dell'altro.
In quel momento, più delle altre volte, avevo bisogno di qualcuno accanto a me. E dato che il mio presunto fidanzato, era diventato un bambino di cinque anni, l'unica possibilità era quella di cercare o Diego o Gianmarco.
Evitando il nano che era ancora sul divano nella stessa ed identica posizione, camminai fino la loro stanza dove trovai Diego che dormiva e Gianmarco al cellulare; mi avvicinai a lui e mi stesi al suo fianco.
"Mi fai le coccole?" Chiesi con voce dolce, lui mi accontentò subito portando una sua mano nei miei capelli.
"Sei sicuro che il tuo fidanzato non farà nessuna scenata tesoro?"sti gran cazzi Gianmarco.
"Non mi interessa è un fottuto bambino che si offende per cose inutili." borbottai
"Perchè avete litigato? Cos'è successo?"
"Stavamo giocando alla play ed io gli ho detto che se aveva vinto è solo perchè gliel'ho permesso. Ci credi che si è offeso?"
"Dai lascialo stare Lele, magari è una sua giornata no."
Annuì e cullato dalle dita di Gian tra i miei capelli, mi addormentai accanto a lui.