Capitolo 17

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Davanti a me e sotto al mio naso, c'erano Tancredi con Peia accanto.
Non sapevo chi l'avesse invitata, sapevo solo che in quel momento, li avrei volontariamente uccisi entrambi.

Io però, dal mio canto, non potevo dire più di tanto. Ero stato il primo ad ignorare  Tancredi per una settimana.
7 giorni e 168 ore.

Ed in un certo senso lo meritavo.

Sapevo di aver sbagliato, ma la mancanza dei miei amici si era fatta sentire dopo un anno e mi ero fatto prendere dal momento.
Ciò non giustificava il mio comportamento.
E sapevo che avrei dovuto parlargli.

Quando alzai lo sguardo e lo vidi prendere il giacchetto e allontanarsi, mi alzai immediatamente per seguirlo.
Una mano sul mio polso però mi fermò.

"Aspetta, vado io." annuì e Gian si allontanò.

"Sai di aver sbagliato vero?"

"Lo so Lore, ma mi mancavate tantissimo." ero un coglione.

"Anche tu ci sei mancato Lele, ma se io fossi stato nei tuoi panni non avrei di certo ignorato la mia ragazza. E di certo non avrei dormito con altre. Hai sbagliato Le. E prima te ne accorgi e meglio è per tutti e due." se ne andò da Alessandro mentre rimase a cingolarmi con le sue parole che giravano nella mia testa.

Conoscevo il mio ragazzo e sapevo che avrebbe fatto l'offeso per un po' di tempo.
Ed aveva fottutamente ragione.

Quando lo vidi entrare insieme al suo migliore amico, cercai di incrociare il suo sguardo. Ma a differenza mia, lui non si azzardò a guardarmi.

Al limite, gli mandai un messaggio.
Ci eravamo ridotti a questo.
Ed era colpa mia.

Avevo già lo sguardo puntato su di lui quando guardò il messaggio. Non appena alzò il viso ed incrociò i suoi occhi nei miei, vidi il rossore nelle sue pupille.

Aveva fumato. Di nuovo.

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. L'oppressione nel mio petto fu talmente forte che sotto gli occhi di tutti, mi alzai facendo strisciare la sedia a terra e mi allontanai con le lacrime agli occhi.

Me ne andai in una camera, quella che un prima era la nostra stanza. Ma che ora lui condivideva con Gian.

Potevo vedere le mie mani tremare. Era come se fossi una persona esterna e stessi guardando la scena da fuori. Il mio corpo tremava e di respirare normalmente, proprio non se ne parlava.

Sapevo fosse entrato Diego, solo perchè sentì il suo odore entrarmi nel naso.
Lo guardai e riuscì a sussurrare solo una parola.
Il suo nome.

"T-tan-c." sussurrai

Non sapevo bene come fosse entrato Tancredi in quella stanza, seppi solo che in un certo momento lo vidi nel panico accovacciato ai miei piedi mentre tentava di farmi respirare.

La cosa bella del nostro rapporto, era che nonostante i litigi, non avremmo mai smesso di aiutarci nel momento del bisogno.

"Lele respira, guardami negli occhi e calmati." mi guardò negli occhi e fui rapito da quelle pozze verdi che tanto amavo.

Per la seconda volta, calmò il mio attacco solo toccandomi i capelli.

"G-grazie." sussurrai guardandolo negli occhi.

Non rispose, solamente, si alzò e si diresse verso la porta, pronto ad uscire.

"Resta, per favore." mi guardò un ennesima volta ed accennò una risata.

"Per quale motivo devo restare Emanuele? Non mi hai calcolato per una settimana e ora mi cerchi?" sentì tutta la sua rabbia in quella frase e capì che sarebbe stato meglio un pugno che l'astio nella sua voce.

"Hai ragione, sono stato un coglione. Ma ti prego aspetta. Fammi spiegare." tremai

"Cosa vuoi spiegare? Come ti sei divertito con Cecilia? Con Zoe e Geo? Con Lorenzo e Alessandro? Oppure per come ti sei divertito con quello stronzo del tuo ex?" gli occhi gli si fecero lucidi e mi sarei veramente sparato da solo per tutto quello che gli stavo facendo.

No amore, non piangere.

"Sono miei amici Tanche, mi sono solo mancati. So che non è una giustificazione. E non pensare che io non ti abbia solo pensato. Non c'è scusa che tenga per quello che ho fatto." ammisi piangendo

"Quando cazzo mi avresti amato? Quando ballavi con lui? O forse quando dormivi con loro la notte? Sapevi quanto era importante per me che tu stessi con me. Mi avevi promesso che non sarebbe cambiato niente nonostante ci fosse quel coglione. Ed invece è cambiato tutto. Non sai quanto tutto questo mi abbia fatto male. L'unica cosa che posso dirti è che mi dispiace Emanuele. Mi dispiace davvero."

Fratellastri- Tankele Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora