Era passato soltanto un giorno da quando io e Tancredi avevamo messo su quella diretta completamente fasulla.
O per lo meno, cercavo di convincermi che tutto quello che aveva detto su Martina, non fosse altro che un copione scritto e memorizzato.Quando quella mattina ne avevo parlato con Diego, sfogandomi in parte, lui mi aveva dato dell'idiota e del cieco; mi aveva rinfacciato di non capire quanto Tancredi ci tenesse a me.
Mi stavo davvero convincendo che quella fosse la verità, che Tancredi avesse veramente occhi solo per me. Quando però mi trovavo da solo con gli edit sui tancheia, avrei voluto sbattere il telefono sulla faccia del mio migliore amico.
Quel giorno sarebbero arrivati anche i miei amici di Roma. Quelli che conoscevo da quando eravamo bambini: Thomas, Lorenzo e gli altri.
Nonostante fossi felice della visita dei miei amici, non potevo non pensare che Tancredi ne era all'oscuro.Non era stato fatto apposta. L'avevo saputo per caso, mentre ascoltavo una chiamata di Diego e se non conoscessi Tancredi, giurerei che quella mattina stesse scappando da me.
Erano le 14.45, ero buttato nel letto dalla notte prima. Non mi ero alzato nemmeno per fare colazione. Tancredi invece si era già alzato da un pezzo, con la scusa di dover fare colazione.
Certo, sempre se si può definire 'colazione' un pasto mangiato alle 14.00.Non finì nemmeno di pensare a quel nano malefico che si presentò sullo stipite della porta in pigiama, con i capelli arruffati e il telefono tra le mani.
"Hey." lo salutai
"Buongiorno Emanuele." mi lasciò un bacio sulla guancia, prima di allontanarsi ed iniziare a vestirsi.
"Devi uscire?" lui annuì
"Con Gian, dobbiamo fare spesa. Non c'è quasi niente e dice che oggi abbiamo ospiti. Tu sai chi deve venire?" si infilò la maglia
"In realtà si, ma in un certo senso non dovrei saperlo." confessi
"Perchè io non so mai niente e sono l'ultimo a sapere le cose in questa casa?" sorrisi divertito vedendo il broncio farsi spazio sul suo viso.
"Non ti far nessuna paranoia. Non è nessuno di importante, sono solo i nostri amici che vengono da Roma." spiegai
"Ovvero?" mi guardò in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare.
"Non lo so Tanc. Da quello che ho capito, c'è Thomas, Lorenzo, Sofia e anche Cecilia con Zoe."contai le persone sulle dita della mano, mentre mi guardava spaesato.
"Perchè sento che questa cosa finirà male?" sospirò tra se e se
"Dai, non brontolare sempre." si era avvicinato così tanto al letto che lo abbracciai da dietro. Date le differenze di altezza, avevo il suo sedere letteralmente spiaccicato sul suo viso, ed ovviamente, da bravo fidanzato, l'occasione non me la feci sfuggire.
Gli regalai un bel morso."Lele!" squittì
"Si,amore?" misi su una faccia da innocente
Mi guardò malizioso e si avvicinò.
"Tutti sanno che sei già proprietà privata." toccò gli innumerevoli segni che aveva lasciato la sera prima, esclamando soddisfatto.
Stavo per urlargli contro quanto fosse stupido, ma prima che potessi anche solo aprir bocca, scappò dalla mia presa uscendo con Gianmarco che lo aspettava in ucicina.
Dopo pochi minuti uscì anche io e raggiunsi Diego in salotto.
"Allora, gli hai detto che vengono i nostri amici?" mi chiese
Impallidì, tecnicamente io non avrei dovuto sapere niente e lui nemmeno.
"Chi viene oggi?" alcune volte fare il finto tonto aiutava; forse avrebbe aiutato anche quella volta.
"Eddai Lele non fare il coglione, sapevo che mi stessi ascoltando. E valutando quel mostro che hai sul collo immagino che tu gliell abbia detto." indicò il mio collo
"Si, gliel'ho detto."
"E gli hai detto anche che Thomas è il tuo ex?" era palese che si aspettasse una risposta affermativa, che però, non arrivò.
"Lele non gliel'hai detto? Che succede se lo viene a sapere da qualcun'altro?" se non fossi stato così preoccupato, gli avrei scattato una foto per l'espressione che aveva sul volto.
"Lo so Diè, ma l'ho dimeticato." mi difesi
"Come fai a dimenticare che Thomas è il tuo fottuto ex?"
"Calmati Die, glielo dirò poi." cercai di sorridere tranquillo.
Non avevo proprio niente di tranquillo.
"Se prima non viene a saperlo da qualcun'altro."
Okay, forse mi resi conto solo in quel momento della gravità della situazione e di quanto fosse un fottuto disastro.
"A che ora arrivano?" Chiesi
"Verso le 17.00." mi rispose
"Ci vediamo una serie?"
Mi guardò male, però decise di accontentarmi e trascinarsi sul divano dove prese ad accarezzarmi lentamente il braccio su e giù.
Si sarebbe scatenata una guerra, ed era colpa mia.