Capitolo 13

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Erano passati due giorni da quando Corinne mi aveva chiamato aggiornandomi su quello che avrei dovuto fare.

Sommariamente, erano stati 2 giorni tranquilli: niente discussioni, niente scenate e zero Lele imbronciato.
Nonostante fosse bello vederlo tranquillo, sapevo che quello era il comportamento che il solito Lele non avrebbe mai avuto.

Ciò nonostante, ringraziai mentalmente i nostri coinquilini che si erano tenuti fuori da quella vicenda. Questo però, non mi aveva scansato dalla ramanzina che Diego mi fece.
Li per lì ci rimasi male. Manco fosse stata volontà mia mettere su quel teatrino. Con il tempo però lo capì. Era la persona più importante che aveva, ed era normale tutta quella preoccupazione verso di lui.
Io però, non avevo alcuna intenzione di fargli del male.

Stavo per l'appunto andando da Emanuele quando mi squillò il cellulare che presi dalla tasca dei pantaloni.

Era corinne.

Decisi di non continuare la strada per andare da Lele, bensì intrapresi quella che dava sul balconcino.

"Pronto?"

"Ciao Tanc, come stai?"

"Sto bene Corinne, tu?"

"Bene. Senti tu ti ricordi dell'argomento di cui avevamo parlato? Di Peia."

Come se avessi mai potuto dimenticarmene o almeno, far finta che non fosse mai successo.

"Si che mi ricordo Corinne."

"Okay. È arrivato il momento di iniziare il gioco Tancredi. Deve essere credibile, quindi mi raccomando, metti mi piace ad alcuni suoi post e commentali. Magari fai qualche live dove fai capire che provi attrazione. Mi raccomando Tancredi fa funzionare questa cosa. Ora devo andare. Ci sentiamo, salutami i ragazzi."

Non mi diede tempo di replicare che riattaccò.

Mi veniva da vomitare.
Come si poteva distruggere la vita di due ragazzi solo per qualche soldo in più? Ero consapevole di quello che avrebbe comportato il mio lavoro, ma quello che volevo non era una vita manovrato da terze persone.

Purtroppo però non avevo scelta. Avevo per l'appunto deciso io di diventare un personaggio pubblico. Dovevo quindi assumermi, le mie responsabilità.
Una di queste era parlarne con il ragazzo in cui si era reincarnato brontolo.

Non persi ulteriore tempo; mi chiusi la porta alle spalle e tornai in camera da letto.

"Lele, possiamo parlare un attimo?" stava giocando alla play quando entrai e ho dovuto trattenermi di baciarlo in quell esatto momento.

"Certo, dimmi." si girò verso di me sorridendo.

Io vivevo per quel sorriso, ma in quel momento, non andava proprio bene sulla sua faccia. Per il semplice motivo: sarei stato io a toglierglielo.
Ma era giusto che sapesse.

"Mi ha chiamato Corinne. Vuole che faccia una live." non avevo messo in conto la voce rotta che mi sarebbe uscita, ma in quel momento l'unica cosa che avrei volentieri fatto, era quella di sotterrarmi vivo.

Non era mai stato facile per me mostrarmi vulnerabile, forse l'unico che mi aveva visto piangere era Gianmarco.

"Hey amore dai non piangere, io sono qui lo sai. Se vuoi la facciamo insieme questa live mh? Così non sei solo." perchè avevo al mio fianco una persona così speciale come lui?
Cosa ci trovava in me?

"Cosa ci trovi in me Lele?" mi venne spontaneo chiederlo, mai nessuno si era interessato così tanto a me, se non fosse stato per Gianmarco in quel momento chissà dove sarei stato.

"In che senso?"

"Perchè continui a stare con me? Sono un cazzo di casino." tirai su col naso.

"Non dirlo nemmeno per scherzo Tancredi. Io ti amo e direi una bugia se dicessi il contrario. Hai fatto in modo che io mi amassi, sei tu la persona che migliora le mie giornate e non mi importa un cazzo se iniziano con una guardata storta o con un sorriso. Sono felice in entrambi i casi. Sei tu che mi rendi felice Tanche, ed io non smetterò mai di ringraziarti. Sei speciale, mettitelo in quella fottuta testa."

Oramai le lacrime si erano fermate, ma quelle secche erano ancora impresse sul mio viso. Non gli sembrò importare molto quando appoggiò la sua fronte contro la mia.
Al contrario, io mi limitai a sussurrargli quanto in realtà lo amassi.

"Andiamo a fare la diretta dai." dopo qualche minuto si alzò, ed io lo imitai.
Aspettai sul letto, mentre lui preparò tutto quello che ci serviva.

Preparò la ring light con la luce adatta e chiuse la porta avvisando i ragazzi di non entrare.
Poi si sedette vicino a me sul letto, prese il computer e mise il casuale di una delle nostre playlist di spotify.
Quello non era il suo modo di iniziare le live, era il mio.

Mi guardò come per chiedermi il consenso che poi gli diedi e fece partire la live.

In meno di tre minuti, c'erano già 2000 persone connesse ed i box per le domande erano totalmente intasati da domande, soprattutto su di noi.

"Bella rega." salutai tutti stringendo poco la mano di Emanuele che era accanto a me.
Ovviamente, c'eravamo assicurati che uscissero fuori dalla telecamera.

"Allora che ci raccontate? Come state?" la parola la prese proprio lui.

Cercò di introdurmi nei discorsi poche volte, mentre io mi limitavo a fumare dalla sigaretta elettronica che avevamo comprato uguali.

"Fateci qualche domanda, dai." nonostante il mio umore, cercai di immettere quanto più potessi.

L'ultima cosa che volevo era che si accorgessero di tutto.

"Lele, conosci Cecilia Cantarano?" era il commento di un fan che chiedeva al mio fidanzafo di questa ragazza, che io, non conoscevo.  "Certo che la conosco, ciao Cecia." lo guardai infastidito.

Cecia? sul serio? Che era il nome di una marca per i ceci?

Evitò il mio sguardo e decisi di sorvolare e rispondere ad alcune domande; per poi arrivare a quella che a me interessava, o meglio, all'agenzia interessava.

"Raga si, Peia è una bella ragazza, ha stile. Mi piace." sganciai la bomba e sentì Lele stringermi la mano.

Okay forse non avrei dovuto essere così esplicito, ma ammetto che era stato fatto per ripicca.
Arrivò però il tempo di salutare e seppur divertiti da altre domande, chiudemmo la live.

Mi stesi completamente sul letto e dietro di me, Lele appoggiò la testa sul mio sterno.

"Chi è Cecilia?" chiesi

"È una ragazza che ho conosciuto in discoteca  amore, è simpaticissima. Un giorno te la farò conoscere."che cazzo, perché ne sembrava felice? Che fosse una fata questa?

"Se lo dici tu." parlai.
Non era in programma fare l'amore quella sera, ma dopo quella diretta ne sentì un bisogno viscerale, che fu soddisfatto dopo essergli entrato completamente dentro.

Infondo, io stavo bene se lui stava bene, ed in quel momento, sembrava tutto perfetto.

Fratellastri- Tankele Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora