Capitolo 46

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Lele dormiva da un po' ed io ero al suo fianco intento ad osservarlo.

Era da un po' di tempo che nella mia mente circolava quel pensiero.
Ma sinceramente non sapevo da dove iniziare, mi mancava tutto.

Il giorno, il posto e gli oggetti.

Non avevo nulla.

L'unica cosa che potevo fare, era chiedere ai miei due migliori amici di darmi una mano.

"Tanc, noi usciamo. Ci raggiungete dopo?" Sentì la voce di Diego chiamarmi dall'uscio della porta e annuì verso di lui, facendogli segno che poi l'avrei chiamato.

Annuì e si girò chiudendo la porta alle sue spalle.

Mi assicurai che fossero usciti e poi mi alzai. Volevo del latte.

Lasciai un bacio sulla fronte del mio fidanzato e mi avviai in cucina.
Mi alzai sulle punte per prendere un bicchiere, quei coglioni del cazzo erano tutti alti due metri.

E mettevano  i bicchieri nello sportello più alto, ogni volta dovevo rompermi le dita dei piedi per prendere un cazzo di contenitore.

Poi ci riuscì e presi il latte dal frigo

Odiavo il latte caldo, per questo me ne versai subito un bicchiere bevendolo.

Mi sentì avvolgere i fianchi da dietro e una testolina riccia posarsi sulla mia spalla.

"Che ci fai qui?" mi sussurrò assonnato

"Avevo voglia di latte." gli dissi girandomi verso di lui

Lo presi per mano e lo feci sedere sul tavolo, facendogli aprire le gambe ed infilandomi in mezzo.
Aveva freddo, ed io stranamente avevo voglia di coccole

Quindi perchè no?

Lo abbracciai e lui abbracciò me.

"C'è un Tancredi voglioso di coccole qui." mi prese in giro

Avevo le mani sui suoi fianchi sotto la maglia e non presi tempo a lasciargli un pizzico.

"Finiscila stronzo, che prendo e me ne vado." si ammutolì all'istante godendosi il momento

Era strano questo comportamento da parte  mia, ma sapevo che ciò veniva dettato dai miei pensieri e dalla mia ansia.

Di fare quella cosa.

"Le'?" lo chiamai

Non mi rispose, provai di nuovo, ma niente.
Poi mi allontanai un pochino e notai che si era addormentato seduto sul tavolo.

Sorrisi dolcemente e lo presi in braccio senza sforzi, lo riportai in camera poggiandolo sul letto.
Io mi stesi al suo fianco, osservandolo nella sua completa perfezione.

Quelle labbra piccole e così carnose che mi facevano venire voglia di morderle per ore.
Poi il mio sguardo volò al suo naso con qualche piccola imperfezione, ma che rendeva il suo viso stupendo.
I suoi occhi ora chiusi, aperti, erano la cosa più bella che io abbia mai visto.
Nessuno di noi era mai riuscito a dargli un colore, ed era questo a renderli belli.

Gli lasciai un  bacio sulla guancia e mi andai a lavare, avevo un urgente bisogno di schiarirmi le idee.

Quando decisi di uscire dalla doccia, legai un asciugamano al bacino, usandone poi un altro per strofinarmi i capelli, cercando di asciugarli.

Quando uscì dal bagno, ad aspettarmi sveglio c'era Lele.

"Ti sei svegliato." osservai mentre mi infilavo un paio di mutande seguiti da dei pantaloncini.

"Già da un po." mi ripose guardandomi posare le asciugamani nel bagno

Fratellastri- Tankele Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora