8.Crawling In The Dark

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8.

Is there something more
Than what I've been handed?
I've been crawling in the dark
Looking for the answer
(Hoobastank-Crawling In The Dark)

La luce che filtrava dalle tende colpì in pieno volto Rachel. La ragazza si stropicciò gli occhi e li aprì. Non era nel suo letto, come sempre d'altronde. Accanto a lei un uomo dall'aspetto disgustoso ronfava della grossa. Rachel soffocò un conato di vomito e si alzò. Un dolore lancinante al costato la piegò in due. Si guardò. Un livido violaceo le contornava le costole. Si trascinò a fatica in bagno, si sciacquò il viso e si rivestì. Prelevò dal portafogli dell'uomo un po' di denaro e se la svignò. Le lacrime non tardarono ad arrivare. Era così stanca di quella vita. Si incamminò verso il set, dolorante. Finalmente arrivò a destinazione. Si sentì, improvvisamente, al sicuro. Lì erano quasi tutti molto gentili. Non c'era nessuno che la voleva usare o che la sfruttava a proprio piacimento. L'unico rammarico che aveva riguardava Alycia. Nonostante l'avesse aiutata con Jessica il giorno prima, era tornata a trattarla con il solito astio. Non che la biasimasse per questo. In fin dei conti, era sparita per tre anni, mollando suo fratello ad una perfetta sconosciuta. Non aveva diritto di essere lì, lo sapeva benissimo. Sospirò. Si avviò verso la casa mobile di Eliza. Subito, Lindsey e Richard si aggregarono a lei. Rachel li trovava molto simpatici. Con Marie e Bob l'avevano presa immediatamente sotto la loro ala protettiva. Sapeva perfettamente che ciò aveva causato dei dissapori con Alycia, ma aveva provato a non curarsene.
«Eccoci arrivati. Scommetto dieci dollari che sta ancora dormendo.» disse Lindsey.
«Ci sto. Bussi tu alla porta?». Rachel annuì. Salì timidamente i gradini e picchiettò la porta. Nessuna risposta. Probabilmente Lindsey aveva ragione.
«Sgancia!» esclamò, rivolta a Richard. Il ragazzo aveva appena preso il portafogli, quando una decisamente assonnata Eliza aprì.
«Scusate, ero in bagno. Stanotte Chris non ha chiuso occhio.» spiegò. Richard ripose vittorioso i soldi nel cappotto, mentre Lindsey gliene consegnava altri, delusa. Eliza scoppiò a ridere, avendo capito la natura di quello scambio di denaro. Scese per strada, chiudendosi la porta alle spalle.
«Roxy, ti dispiacerebbe restare dentro oggi? Si è addormentato adesso.»
«Non c'è problema.» rispose Rachel. Non si era ancora abituata a quel falso nome e, ogni tanto, non riusciva ad associarlo a sé. Eliza la fece accomodare e, dopo averla salutata, la lasciò sola con il bambino. Rachel si sentì improvvisamente a disagio. Si mise a curiosare per l'alloggio di Eliza, spinta dalla necessità di impegnare la mente e distrarsi. C'erano foto ovunque e tanti libri, molti dei quali per bambini. Rachel ne sfogliò un paio. Sorrise, ripensando a quando era piccola e tutto era decisamente più facile. Li rimise al loro posto e continuò quello strano sopralluogo. In un angolo ai piedi di un televisore c'erano alcuni giocattoli ammucchiati e il lettore per la PlayStation. Era quasi tentata di giocare, ma si trattenne. Decise di andare verso il frigo e bere qualcosa. Stava sorseggiando un bicchiere di Coca-Cola, quando il suo sguardo fu catturato da un disegno appeso accanto alla dispensa. Lo riconobbe subito. Era il ritratto che Clarke aveva fatto a Lexa nel sesto episodio della terza stagione. Non che lei guardasse The 100, non ne aveva il tempo, ma Alycia gliene aveva parlato tanto. Seguì il contorno del disegno con il dito e mille domande le affollarono la mente. Che Eliza non avesse poi veramente compiuto la scelta definitiva? Un rumore improvviso fece sì che non trovasse la risposta a quel quesito. Christian arrivò in cucina trotterellando insicuro, gli occhi ancora semichiusi.
«Ben svegliato.» salutò Rachel.
«Bagno.» disse semplicemente il piccolo. La ragazza non ci pensò su due volte e, presolo in braccio, corse in bagno prima che fosse troppo tardi. Poi, vestitolo, lo fece sedere, pronto per la colazione. Provò a ricordarsi le istruzioni che Eliza le aveva dato il giorno prima. Prese il latte, lo scaldò, poi dispose dei biscotti su un piattino e porse al bambino il tutto, pregando che andasse bene. Finita la colazione, i due si sedettero sui gradini esterni della casa mobile.
«Immagino che conoscerai tutti quelli che vivono qua intorno.» esordì la ragazza, cercando di rompere il ghiaccio. Il bambino annuì con un piglio di orgoglio. «Richard, Lindsey, Aly, Bob, Adina.» elencò, indicando via via i vari alloggi. «E lì?» domandò Rachel, notando che ne aveva saltato uno.
«Jason, ma mamma non vuole che io ci vada.» rispose Chris. Rachel si passò una mano sul volto, pensierosa. Finalmente una pista, la prima vera notizia buona in tre anni. Un sorriso sghembo le si manifestò in viso. Lei sì che sarebbe entrata lì dentro, in un modo o nell'altro. Avrebbe dovuto solamente aspettare il momento più propizio.

Crying Over YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora