15.Drunk Enough

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15.

And I'm just drunk enough to tell you exactly what I needed to say
I'm just drunk enough to tell you I need you, please stay
(Fallen Angels-Drunk Enough)

Rachel se n'era andata dal suo alloggio da ore ormai. Era seduta per terra, la schiena appoggiata al muro. Aveva bisogno di bere. Si alzò e aprì il frigo. "Piccola bastarda." imprecò. Rachel le aveva svuotato tutte le bottiglie. Andò in bagno. Si mise davanti allo specchio, appoggiando le mani sul lavandino. Che cosa c'era di sbagliato in lei? Perché non riusciva ad andare avanti? Perché non poteva cominciare a vivere per una dannata volta? Cominciò a rimpiangere il fatto che quelle pasticche non fossero state le sue. Eliza, Rachel, Jason. Tutto la riportava al suo passato, a tre anni prima. Tirò un pugno allo specchio, rompendolo. I vetri nella mano le facevano male, ma non abbastanza. Stava davvero iniziando a non sentire più niente? Se sì, chi era lei per fermare tutto ciò? Si vestì ed uscì. C'era molto freddo e il cielo era totalmente coperto dalle nuvole. Chiamò un taxi e si diresse in città. Vagò per un'ora buona, fino a quando non si infilò in un pub. Al diavolo i buoni propositi. Sbiancò quando si rese conto in quale pub fosse entrata. Rachel sbuffò, indecisa sul da farsi.
«Della tequila, me lo devi.» ordinò l'attrice, sfacciata. Rachel scosse il capo.
«Non ti do un bel niente. Torna a casa.» rispose. Alycia l'afferrò per il colletto della maglia.
«Ho detto: della tequila, me lo devi.» sibilò a denti stretti. Rachel deglutì. Di fronte a lei uno degli sgherri di Franklin la osservava. Sospirò. Obbedì, diligente. Le versò l'alcolico e glielo porse. Alycia bevve tutto d'un sorso, posò il bicchierino sul bancone e fece segno di riempirglielo di nuovo.
«Aly, potrebbero riconoscerti.» sussurrò,  cercando di farla ragionare.
«Così potranno avere la conferma del fatto che sono una tossica ed un'alcolizzata.» ribatté l'australiana. Aveva già bevuto sei shottini ed era diventata del tutto irragionevole. Rachel non ce la faceva più a vederla in quello stato. Prese il cellulare e si imboscò sul retro, chiedendo al collega al bancone di controllare l'amica.

Eliza aveva appena messo a dormire Christian. Da tutto il giorno non riusciva a togliersi di dosso il ricordo di Rachel che cantava. Quella voce aveva un che di familiare, ma non riusciva ad associarla a nessun volto. E poi c'era Alycia. Perché quella reazione esagerata? Non aveva senso. Udì bussare alla porta. Aprì.
«Bob, cosa ci fai qui a quest'ora?» chiese, stupita. Il ragazzo si torturava le mani. Non sapeva da dove iniziare.
«Eli... Penso che dovremmo parlare. Abbiamo deciso di non sposarci di comune accordo per il bene di Chris, ma poi hai iniziato ad allontanarmi sempre di più.». Eliza buttò la testa all'indietro. Non aveva proprio voglia di discutere in quel momento.
«Bob, io ti voglio bene, ma non pensi che sia un po' tardi per affrontare questi discorsi?»
«Io credo che tu debba capire cosa vuoi, a prescindere dal nostro rapporto. Rivorrei indietro almeno la mia migliore amica, se possibile.» insistette Bob. Eliza non sapeva cosa dire. Che cosa voleva? Già, bella domanda. Fu il telefono a salvarla. Squillava all'impazzata. Eliza lo prese, lesse il nome sullo schermo e impallidì.
«Scusa, devo andare.» mormorò, lasciando un confusissimo Bob solo con Christian

Quando arrivò al pub, Eliza non voleva credere ai suoi occhi. Alycia sedeva al bancone ubriaca fradicia. Incontrò lo sguardo di Rachel. Sembrava mortificata. Eliza corse al bancone.
«Dovevi proprio darle tutto questo alcool?» sbottò. Rachel chinò il capo.
«Lasciala in pace.» biascicò Alycia. Eliza le fece scivolare il braccio attorno alle sue spalle e provò a farla alzare, ma la mora si divincolò.
«Non vengo con te.»
«Il bambino di tre anni ce l'ho già a casa, non fare i capricci.». Per tutta risposta, Alycia si ancorò alla sedia.
«Lasciami qui.» supplicò. Eliza aveva un nodo in gola. Non l'aveva mai vista in condizioni simili, a differenza di Rachel. Si guardò intorno. Le stavano fissando tutti e non ci avrebbero messo molto a capire chi erano. Un uomo si avvicinò loro. Eliza riconobbe in lui il brutto ceffo che aveva minacciato Rachel la sera in cui l'aveva conosciuta.
«Serve una mano?» esordì lui.
«Ce ne stiamo andando.» rispose l'attrice.
«Bene, perché ci state facendo venire la nausea. Rachel, fatti pagare e mostra alle signore l'uscita.». Eliza si voltò verso la ragazza. Rachel?
«Si confonde sempre con i nomi.» mentì immediatamente la ragazza. Non era né il momento, né il luogo per la verità. Con un ultimo sforzo riuscirono finalmente a far alzare Alycia e a condurla sul retro.
«Ci vediamo, Rachel. Salutami Christian.» salutò ad altissima voce. La ragazza trasalì.
«Sta straparlando, decisamente.». Eliza decise di lasciar correre. Avrebbe pensato al vero nome di Roxy un'altra volta. Trascinò Alycia fino alla macchina che aveva preso in prestito e guidò fino al set. Poi, con grande fatica, condusse la mora fino al suo alloggio. "Per fortuna ha le chiavi in tasca." tirò un sospiro di sollievo. Aprì la porta e la trascinò all'interno della casa mobile. La fece sdraiare sul letto e le tolse scarpe e cappotto. Fece per andarsene, quando udì un mormorio. Si voltò. Alycia era sveglia e la fissava con i suoi occhi verdi.
«Resta qui, ti supplico.» pregò. Eliza pensò a Bob da solo con Christian e scosse il capo.
«Non posso.» rispose, con la morte nel cuore. Alycia provò ad alzarsi dal letto, ma cadde per terra. Eliza corse ad aiutarla. Quando la sua mano sfiorò quella della mora, un brivido le percorse la schiena. La stessa sensazione di quella mattina. La stessa tensione. Lo stesso desiderio.
"Lei è ubriaca." si disse.
«So a cosa stai pensando e no, non sono così ubriaca. O forse sì. Dio, sono abbastanza sobria per capire cosa sta succedendo.» mormorò, in lacrime. Eliza la strinse a sé. Cercò di rimanere il più razionale possibile. Ma è davvero possibile scegliere sempre e solo seguendo la testa e mai il cuore? Non sempre ciò che è logico è anche giusto. Carezzò con delicatezza il capo di Alycia, spostandole i capelli dietro le orecchie. Come erano arrivate a questo punto? Come?
«Sono davvero un'amica?» chiese la mora, all'improvviso. "Non ora Aly, non ora.".
«Sei una delle persone a cui tengo di più.»
«Non mi hai risposto.». Silenzio.
«Io ti... voglio bene.». Alycia si voltò dall'altra parte. Era stanca di quella situazione. Si sedette sul letto, evitando accuratamente lo sguardo di Eliza.
«Aly, guardami.»
«No.» rispose l'altra. Eliza sospirò. Si alzò, ma la mano di Alycia le circondò il polso e la trascinò su di lei. Eliza cominciò a boccheggiare, ma non protestò. Rimasero così, ferme, per minuti o forse ore, chi poteva dirlo. E quando Eliza si ritrovò le labbra di Alycia sulle sue seppe che era quella la cosa giusta.

Angolo del disagio

Che dire... finalmente! Questo è uno dei capitoli a cui tengo di più, spero vi piaccia.
Alla prossima!

Crying Over YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora