34.
My kingdom falls
An empty throne placed in the dark
A mother searching for her child
My mind's running wild
[...]
Welcome my friend
To a world
Where the tables won't turn the sun won't rise
(Alazka-Empty Throne)«Ti ricordi di questo posto?» chiese Max. Rachel annuì.
«In questo parco ci siamo messi insieme, certo che me lo ricordo.» rispose. Il ragazzo si fece pensieroso per qualche istante.
«Non voglio che tu creda di non essere stata importante per me. Lo sei ancora, ti ho pensata molto negli ultimi tre anni. Proprio in virtù di ciò voglio parlarti.».Rachel si risvegliò. Aveva dormito per strada, in chissà che vicolo. Era ancora sporca di sangue. Quanto dolore avrebbe ancora dovuto sopportare? Quanta sofferenza avrebbe ancora dovuto causare? Era stanca. Quale alternativa aveva? Avrebbe mai avuto scelta? Avrebbe mai saputo scegliere? Si alzò in piedi. La testa le girava all'impazzata. Soffocò un conato di vomito. Non riusciva nemmeno a piangere. L'uomo che aveva colpito non era morto e Campbell era intervenuto e fatto presente che aveva agito per difendere Eliza. Eppure, non riusciva a stare meglio. Probabilmente non ci sarebbe mai riuscita. Si incamminò, cercando di capire cosa avrebbe dovuto fare.
*
La luce solare carezzò con delicatezza il volto di Alycia, svegliandola. Si stiracchiò e sbadigliò. Accanto a lei, Eliza dormiva ancora. Non se l'era sentita di farla tornare a casa dopo tutto ciò che era successo. La guardò. Era bellissima. Tracciò con un dito il braccio, teneramente. Avrebbe voluto baciarla, ma non poteva, ne era consapevole. "Forse un giorno tu e io non dovremo più nulla alla nostra gente.", così aveva detto Clarke a Lexa nel corso della terza stagione. Forse un giorno Alycia non avrebbe più dovuto nulla ai demoni del passato che la perseguitavano. Aveva bisogno di crederlo. "Già, e guarda com'è finita Lexa." rifletté. Sbuffò. Fece per alzarsi dal letto, quando la mano di Eliza la strattonò per il pigiama. Alycia si voltò. Si sentiva la bocca secca.
«B-buongiorno.» balbettò.
«Buongiorno.» mormorò Eliza. Alycia intuì che il ricordo della notte appena trascorsa era ancora troppo vivido. L'abbracciò forte, baciandole il capo. Eliza sussultò. Alycia ebbe paura di averla turbata, ma la bionda si strinse ancora di più a lei.
«Posso restare qui?» domandò.
«Non devi andare da nessuna parte.».*
«Tu hai ucciso i miei genitori! È inutile girarci attorno, so che sei stato tu. Mi hai usata. Mi chiedo cosa ti abbia promesso Franklin. Cosa ti ha dato? Quanto vale una vita umana, Max? La mia trecento dollari a notte.». Rachel era fuori di sé. Avrebbe voluto prenderlo a pugni.
«Tu pensi ancora che mi abbia pagato in denaro. Sei limitata, è sempre stato questo il tuo limite più grande. No, non ho mai ricevuto del denaro. Una visione, Rachel. Franklin mi ha donato una visione. Non esiste vita che possa valere più di questo. È stato necessario, mi dispiace.». Lo schiaffo arrivò, gelido e doloroso.
«Mi fai schifo. Sei un pazzo, esattamente come lui.» sibilò la ragazza. Max ghignò.
«Tu sei convinta che voglia tuo fratello come pagamento. È nella visione che devi credere. Christian farà parte di un nuovo mondo, Rachel.»
«Il suo mondo non esiste, Max! Ti promette aiuto, felicità, serenità, ma non è vero. Tutto ciò che mi ha donato è stata una vita da sbandata.» provò a farlo ragionare lei.
«Tu hai scelto di vivere nel suo mondo secondo le tue regole. Non trovi che ciò che ti è successo sia inevitabile? Guardati intorno. Lui è il re e noi i suoi sudditi. Chi cerca di rovesciare il trono perisce, non chi lo serve con lealtà.».Rachel camminava veloce. Sapeva dove stava andando. Sapeva cosa stava per fare. Intravide in lontananza la sua meta, un edificio alto e pieno di vetrate. Questa volta non riuscì a soffocare i conati e si ritrovò a vomitare succhi gastrici per la strada. Si ripulì con la manica della felpa. Era così che Lexa si era sentita prima di tradire Clarke in The 100? Conosceva poco la serie, ma quell'episodio lo aveva visto. Non poteva non paragonarsi a Lexa in quel momento. Una traditrice. Lexa aveva tradito per salvare il suo popolo, lei per cosa lo stava facendo? Per chi? Chi era il suo popolo?
*
«A cosa pensi?» domandò Alycia. Erano ancora abbracciate, stese a letto. Eliza si girò, lentamente.
«Che io ti...» si morse la lingua. «Che io ti avrei dovuto ascoltare. E non intendo alla serata di gala. Io avrei dovuto chiederti perché ti sei comportata così a Vancouver. Sono stata solo capace di arrabbiarmi e mi dispiace.» disse poi. Alycia appoggiò il mento sulla sua spalla.
«Avrei fatto lo stesso, lo sai. Christian viene prima di ogni cosa. Prima di me, di te, di tutto.». Eliza annuì debolmente.
«È stato Franklin. Ha detto lui a quegli uomini di... Dio!». Alycia la strinse a sé, baciandole la nuca. Aveva la pelle d'oca. Fino a che punto si sarebbe spinto? Per cosa, poi?
«Non ti succederà più nulla, nessuno ti farà del male.» provò a rassicurarla, cullandola dolcemente. Improvvisamente, qualcuno suonò il campanello.
«Resta qui.» raccomandò Alycia. Scese le scale e raggiunse la porta. La aprì, trovandosi davanti una donna sui quarant'anni e Rachel in compagnia di due agenti di polizia.
«È successo qualcosa? Devo testimoniare in suo favore?» chiese l'attrice. Rachel chinò il capo. Non ce la faceva a guardarla negli occhi.
«Mi chiamo Grace Keplan. Sono l'assistente sociale di Christian Dowell. So che la signorina Taylor è qui da lei.». Alycia annuì, confusa.
«I-io...»
«Sono qui.». La mora si voltò. Eliza li aveva raggiunti. Sembrava confusa quanto lei.
«C'è qualche problema?» domandò.
«A dire il vero, sì. Rachel è venuta da me stamattina e ha confessato di star frequentando lei e il bambino da qualche giorno. Ha dichiarato di aver perfino dormito a casa sua.». Le due attrici si scambiarono un'occhiata carica di confusione e panico.
«Tu hai fatto cosa?» sbottò Eliza, rivolta a Rachel. La ragazza non riuscì a replicare.
«Mi dispiace, lei deve venire con noi per chiarire la sua posizione.» spiegò uno dei due agenti. Eliza non poteva crederci. La presero per il braccio, accompagnandola alla volante.
«Inutile dire che l'affido le sarà revocato.» annunciò l'assistente sociale, fredda. Alycia osservò Eliza scomparire in quell'automobile blu. Si voltò verso Rachel, incredula.
«Mi dispiace.» mormorò la ragazza.
«Mi fai schifo.» ringhiò l'australiana, sbattendole la porta in faccia. Rachel rimase ritta davanti all'ingresso, senza nemmeno riuscire a piangere.*
«Denunciati. Denuncia te ed Eliza, lei sarà fuori in poco tempo e Franklin avrà ciò che desidera. Quanto a te, potrai finalmente andartene e ricominciare da capo, per davvero.»
«Non lo farò mai!» esclamò Rachel.
«Lo farai. Non puoi permettere che facciano loro del male. Quante vite costa la vita di tuo fratello?».«Mi è costato tutto.» mormorò Rachel. Diede un'ultimo sguardo alla porta di casa Debnam-Carey. Cominciò a piovere, ma non le interessava. Non sentiva più nulla. Era riuscita a sopravvivere, di nuovo. Aveva salvato Christian, Eliza e Alycia. Erano tutti vivi. Tutti tranne lei.
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Crying Over You
Fiksi Penggemar«Ehi, no!» esclamò Eliza, ma non poté fare nulla. La vide gettarsi giù. «Eli, la polizia è qui. Ma che succede? Dov'è?» chiese Alycia, entrando improvvisamente. Quando intuì cosa era successo, si portò le mani davanti alla bocca, inorridita. Eliza s...