59.
I can't be sure, be sure
Am I the curse or the cure?
(Icon For Hire-Curse Or Cure)«Christian è un bambino forte. Sta benone, ha solo bisogno di un bel bagno caldo. Lo terremo qui stanotte, ma più per scrupolo che per altro.» spiegò il medico. Eliza tirò un sospiro di sollievo e strinse forte il bambino a sé. Gli carezzò affettuosamente il capo. Christian le sorrise, contento.
«Grazie.» mormorò l'attrice, rivolta alla Keplan. La donna le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, senza dire nulla. Il cellulare di Eliza interruppe quell'atmosfera serena.
«Aly, stai bene?» rispose tempestivamente, preoccupata.
«Eli, stavo per chiederti la stessa cosa. Non allontanatevi dalla vostra stanza per nessun motivo, noi stiamo arrivando!». Eliza inarcò le sopracciglia.
«Che sta succedendo? Rachel sta bene?»
«Eli, F...». Cadde la linea. Eliza era molto turbata. Aveva un brutto presentimento. Si voltò verso l'assistente sociale.
«Qualcosa non va. Alycia era molto spaventata, ma non riesco a richiamarla.».*
«Maledizione, il mio telefono non prende!» si disperò Alycia. Era in ambulanza con Campbell e Lindsey. Rachel era stesa sul lettino, in gravi condizioni. Non era priva di conoscenza, ma aveva davvero una brutta cera. Arrivarono in ospedale dopo una decina di minuti.
«Josh!» esclamò sorpresa l'attrice, riconoscendo il medico che si trovava davanti. Il giovane dottore si irrigidì.
«No. Non ce la faccio.» mormorò. Rachel era la causa della morte di Duke, non avrebbe mai potuto salvarla.
«Ti prego.» lo supplicò Alycia. Josh abbassò lo sguardo sulla ragazza. Era ridotta davvero male. Deglutì.
«Per Duke.».*
«Devo andare a cercarla. Ormai sarà arrivata qui!». Eliza era agitata. Voleva solo trovare Alycia e assicurarsi che stesse bene. Fece per uscire dalla stanza, ma la Keplan la bloccò per il polso.
«Se le ha detto di restare qui, ci sarà un motivo.» provò a farla ragionare. Eliza si divincolò. Si voltò verso Christian. Sapeva che se avesse varcato quella soglia avrebbe rischiato di perderlo per sempre. Sospirò e si sedette su una sedia, la testa fra le mani.
«Aspetterò, ma non per sempre. Io la amo e devo trovarla.» dichiarò. L'assistente sociale le si sedette accanto.
«Sono sicura che sta bene. Ora dobbiamo concentrarci sul bambino.» le disse. Eliza annuì. Si alzò e si accostò al lettino. Christian si era addormentato. Aveva il pollice in bocca e il volto sereno. L'attrice gli carezzò i capelli, affondando la mano nei suoi boccoli biondi. Non vedeva l'ora di poterlo riportare a casa definitivamente. Chiuse gli occhi, continuando ad accarezzarlo. Alycia aveva ragione, lei era sua madre. Sentì dei passi dietro di lei. Riaprì gli occhi.
«Signorina Taylor?» chiese qualcuno alle sue spalle. Quella voce, dove l'aveva già sentita. Non fece in tempo a voltarsi. Un urlo. Sangue, ovunque. Buio, pesto.*
Alycia sobbalzò. Qualcuno aveva sparato.
«Eliza!» urlò, in preda al panico. Josh la guardò, terrorizzato.
«Sono loro, vero? Sono le persone che hanno ucciso Duke? Le avete portate qua, non ci posso credere.»
«Josh.» provò a spiegarsi Alycia. Il medico si passò una mano sul volto. Sembrava combattuto.
«Non ho mai capito cosa lui vedesse in voi. Più mi sforzavo, più non riuscivo a comprendere. Ora che sete qui, messe così male, penso solo che non me ne frega proprio un bel niente.». Vomitò quelle parole con rabbia. Alycia non osò dire nulla. Con stupore, però, notò che il suo volto si era raddolcito.
«Non me ne frega proprio un bel niente perché a me basta che lui vedesse qualcosa. Per cui vai. A lei ci penso io.». Alycia rimase a bocca aperta. Dietro di lei, Campbell le mise una mano sulla spalla.
«Resto qui con lei, promesso.» la rassicurò Lindsey. Alycia abbracciò l'amica e cominciò a correre per il corridoio. La gente era nel panico e correva all'impazzata.
«Non è obbligata a venire con me.» esordì Campbell.
«Invece sì.» ribatté l'attrice. Il detective sospirò. Camminarono silenziosamente per il corridoio deserto. Un forte rumore proveniente dall'accettazione dell'ospedale attirò la loro attenzione. Si schiacciarono contro la parete e si sporsero. Alycia inorridì. Max si muoveva da un lato all'altro della stanza, isterico. Aveva un fucile automatico fra le mani e sparava all'impazzata contro qualsiasi cosa che si muovesse.
«Vieni fuori, Taylor! Dai, che ci divertiamo.» gridò. Alycia la vide. Eliza era nascosta dietro ad un bancone e stringeva Christian a sé. Era terrorizzata. Max si stava avvicinando sempre di più a lei. L'avrebbe trovata. Alycia non ci pensò su. Uscì allo scoperto, le mani alzate.
«Guarda chi si vede. DC, allora sei ancora viva.» l'accolse il ragazzo.
«Max, che cosa stai facendo? Sei uscito di testa?». Per tutta risposta, lui scoppiò a ridere.
«Oh, DC, mi fai troppo ridere. Tu e Rachel siete uguali, sempre così limitate. Peggio di voi solo Franklin, un vero ottuso.»
«Pensavo concordassi con la sua visione del mondo. Rachel mi ha raccontato quello che vi siete detti, della storia del re e dei sudditi.» replicò l'australiana. Max sbuffò.
«Alycia, piccola Alycia, quello che non capisci è che io ho deciso di superare la sua visione. A che serve godere di un potere illimitato, se poi cedi alle richieste di un'attricetta da due soldi? Franklin era un sadico, adorava vedere le persone soffrire e ti garantisco che io non sono così. Al contrario, sono convinto che godere della sofferenza altrui sia stupido e inutile. Rachel l'avrei eliminata, mai e poi mai l'avrei riportata negli Stati Uniti. Franklin non era lungimirante. Non sempre. Se non ci fossi stato io, il padre di Rachel l'avrebbe arrestato in men che non si dica.». Alycia trasalì.
«Quindi non è stato Franklin ad organizzare il loro omicidio?» chiese, sorpresa. Max ghignò.
«Ho fatto tutto da solo e quel vecchio bastardo ne ha raccolto i frutti. La parte divertente è venuta dopo. Guardare voi due autodistruggervi è stato bellissimo. Non ho dovuto letteralmente far nulla.». Alycia dovette far leva su tutta la sua razionalità per non reagire. Lei era disarmata e lui aveva un fucile automatico, sarebbe stata fredda prima di poter anche solo muoversi. Controllò con la coda dell'occhio che Eliza stesse bene. Era ancora addossata al bancone e piangeva. Teneva la mano sulla bocca di Christian, per evitare che urlasse.
«Perché vuoi Eliza e Christian? Ti ritieni così pragmatico e stai gettando tutto alle ortiche per cosa?» domandò Alycia. Voleva prendere tempo.
«Non dire stronzate, Aly. Lo sai anche tu, è finita. Quel bambino ha distrutto tutto. E ora io voglio vendetta.». Le puntò il fucile contro. Alycia sobbalzò. Non avrebbe mai pensato di morire in quel modo.
«Taylor, esci fuori! Prometto che la lascerò andare, se mi darai il bambino.»
«Non farlo, Eli!» esclamò Alycia. Eliza si accoccolò ancora di più al bancone. Era completamente bloccata. Non avrebbe mai potuto sacrificare Christian. Si vergognò di averci anche solo pensato.
«Ti amo.» dichiarò Alycia, la voce tremante. Sorrise amaramente. Aveva passato gli ultimi tre anni scappando da ciò che l'avrebbe resa felice e rincorrendo la possibilità di un annullamento totale e, proprio quando aveva ricominciato a voler vivere, era costretta a morire. Campbell era in una posizione troppo defilata e non sarebbe mai riuscito a salvarla. Non aveva rimpianti. Chiuse gli occhi, pronta ad accogliere i proiettili.
«No, Max! Lasciala stare.». Alycia riaprì gli occhi. Rachel era alle spalle di Max. Barcollava e si reggeva in piedi a malapena.
«È me che vuoi realmente. Lascia andare tutti gli altri.»
«Altrimenti che fai?». Rachel si morse il labbro. Guardò Alycia. Avanzò di un passo. Max la lasciò fare.
«Vuoi me e nessun altro. Prendertela con un bambino innocente sarebbe troppo anche per te, Max.» continuò lei, camminando verso il ragazzo. Lo raggiunse e gli circondò il volto con le mani. Max la strinse a sé, rude. Rachel lo baciò. Gli morse il labbro, approfondendo sempre di più il contatto con il ragazzo. Max sentì un forte dolore al petto. Si staccò da Rachel. La maglietta era diventata rossa. Sangue. Alzò lo sguardo. Rachel lo fissava, un bisturi stretto nella mano destra. Max imbracciò il fucile. Prese la mira. Cadde a terra, senza vita. Alycia si voltò. Campbell le sorrise. Ce l'aveva fatta, aveva salvato loro la vita. L'attrice lo ringraziò con lo sguardo, prima di finire sul pavimento, travolta da Eliza. Le due australiane si baciarono, in lacrime. Rachel chiuse gli occhi e scoppiò a piangere. Era un guscio vuoto, senza più una meta o uno scopo. Sentì due mani cingerle le spalle. Alycia ed Eliza la stringevano, come se non la volessero più mollare. Pensò a Duke, a quello che le aveva detto il giorno in cui era morto. Ora poteva finalmente lasciarlo andare. Non era sola, non più.Angolo del disagio
Che dire... Questa storia ormai sta volgendo al termine, domani aggiungerò l'epilogo e poi sarà finita davvero.
Ci tengo a ringraziarvi per il supporto, la fedeltà, i voti, ma lo farò meglio domani.
Vi ricordo che ho cominciato un'altra storia, Something To Hold On To, a cadenza settimanale.
Se vi va, lasciate un commento, ci leggiamo domani per l'ultima volta (almeno per quanto riguarda questa fic.).
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Crying Over You
Fiksi Penggemar«Ehi, no!» esclamò Eliza, ma non poté fare nulla. La vide gettarsi giù. «Eli, la polizia è qui. Ma che succede? Dov'è?» chiese Alycia, entrando improvvisamente. Quando intuì cosa era successo, si portò le mani davanti alla bocca, inorridita. Eliza s...