11.
Put all of your faith in hope
I've drained my soul to keep me just
Hanging on, to keep me hanging on
(Startisan-Just)«Stoooooop! Marie, per la miseria, hai rotto il naso allo stunt!». L'attrice provò a scusarsi timidamente, ma fu allontanata da uno stuolo di medici e infermieri. Gettò per terra la sua arma di scena e si andò a sedere.
«Sono cose che capitano, non prendertela.» la consolò Eliza.
«Già, ma solo a me. Quel tipo mi farà causa, me lo sento.»
«È uno stunt, sarà assicurato.» provò a rassicurarla Bob. Il terzetto fu raggiunto da una Lindsey raggiante.
«Beh, almeno una di noi è felice.» osservò Marie.
«Jason ha detto che ci dà la giornata libera. Potremmo organizzare qualcosa, è da tanto che non passiamo del tempo tutti assieme. Richard proponeva un giro in città.». Eliza si passò una mano in fronte. Era combattuta. Lindsey la prese per il polso e la attirò in disparte.
«Conosco quella faccia e non ti capisco. Paghi una baby sitter apposta. Non puoi annullarti per quel bambino.» la rimproverò.
«Pago Roxy per quando sono sul set, non perché così me ne posso andare a zonzo. Non è così che voglio crescere Chris.»
«Ma non è nemmeno figlio tuo.». Le due ragazze si voltarono. Jessica Harmon le fissava, ghignando.
«Nessuno ha chiesto la tua opinione, Harmon.» ribatté Lindsey, facendole capire che fosse meglio cambiasse aria. La canadese fece una smorfia e si allontanò. Richard aveva assistito alla scena e corse loro incontro.
«Mi dispiace per mia sorella, davvero. Non so che cosa le sia preso.» si scusò.
«Non è colpa tua. Piuttosto, convinci Eliza a venire con noi, per favore.». Il ragazzo si voltò verso l'australiana, con lo sguardo da cucciolo.
«E va bene, vado a darmi una pulita e arrivo.» cedette l'attrice. Si incamminò verso il suo alloggio. Aprì la porta ed entrò. Rachel e Christian erano seduti sul pavimento, intenti a disegnare. Il bambino corse in braccio alla madre, entusiasta.
«Già di ritorno?» si stupì Rachel.
«C'è stato un ehm... incidente sul set. Per oggi le riprese sono finite e pensavo di fare un giro in città.» spiegò Eliza. Rachel assunse un'aria al limite della delusione. Non era pronta a tornare a casa così presto. Non voleva.
«Ehi, tutto bene?» domandò Eliza. Non aveva dimenticato i lividi su quel corpo e non si era per niente bevuta la storia del motorino.
«Sì, stavo solo pensando.» rispose Rachel, evasiva. Eliza non sapeva se aspettare che si aprisse o se affrontare direttamente con lei la questione. Decise di aspettare. La guardò andarsene, la testa china. Rachel aveva a malapena salutato. Non voleva pensare a cosa ne sarebbe stato di lei nelle prossime ore. Era così assorta nei suoi pensieri che non vide nemmeno Alycia. Si scontrarono e caddero entrambe per terra. L'attrice l'aiutò tempestivamente ad alzarsi.
«Dove andavi così di fretta?» chiese.
«A casa. A quanto pare andrete a fare un giro in città.» rispose Rachel. Alycia intuì la natura del problema e si fece pensierosa.
«Perché non vieni con noi?».*
Alla fine avevano optato per un pomeriggio al parco. La giornata non era troppo fredda e anche Chris si sarebbe divertito. Erano rimasti di stucco quando avevano visto Alycia con Rachel. D'altronde, solo il giorno prima le due non si potevano soffrire. Eliza era rimasta colpita da quella rappacificazione. Alycia sapeva essere davvero testarda ed orgogliosa e un passo del genere non doveva essere stato facile per lei. Sorrise, godendosi i raggi del sole. Era felice, per la prima volta in tre anni. Christian stava giocando a calcio con Richard, Rachel e Lindsey, mentre Bob, Marie e Tasya parlavano fra loro. Eliza notò che Alycia se ne stava invece in disparte, pensierosa. Le si sedette accanto.
«Ehi, lukot.» la chiamò. Alycia rise.
«Non sapevo parlassi il Trigedasleng anche al di fuori del set. Mi spiegherai come hai fatto a impararlo poi, sono negata.»
«Come vuoi, Heda.» continuò a prenderla in giro Eliza. Si sedette accanto a lei.
«Da quanto non passiamo una giornata tutti assieme?»
«Non devi fartene una colpa. Christian aveva bisogno di tempo.» la tranquillizzò Alycia. Eliza annuì.
«Sono successe tante cose quando te ne sei andata. I miei non erano d'accordo con la mia decisione di tenere il bambino e, inoltre, una ragazza di neanche trent'anni, single, con la famiglia dall'altra parte del mondo e con un lavoro che non la porta ad avere una vita stabile non è il massimo per gli assistenti sociali. Christian ha fatto avanti e indietro da casa mia all'istituto che l'aveva preso in carico per praticamente tutto l'anno. Non potevo lasciarlo, Aly.» confessò. Alycia deglutì. Non era la prima volta che Eliza le parlava di ciò che era successo durante la sua assenza.
«Quella ragazza me l'ha affidato prima di... Non potevo permettere che finisse da un'altra parte.». La mora le accarezzò i capelli, spostandole una ciocca dalla fronte. Le sorrise.
«È per questo che io ti...» si lasciò sfuggire. Eliza la guardò. Era sulle spine, il suo cuore perse un battito.
«Mi?» insistette. Alycia si diede mentalmente dell'idiota. Non poteva rovinare tutto, non in quel momento.
«È per questo che io ti ammiro.» concluse, stando bene attenta a non ricalcare la famosa battuta della serie o Eliza avrebbe capito tutto. La bionda annuì, poco convinta. Una pallonata le riportò alla realtà. Richard le guardava come un bambino scoperto ad aver rotto una finestra.
«Non sono stato io.» si giustificò, indicando Lindsey. La statunitense si mise le mani sui fianchi e fece una smorfia. Eliza e Alycia scoppiarono a ridere, seguiti a ruota dal resto del gruppo. Perfino Rachel sembrava essere finalmente serena. Le due australiane si lanciarono un'occhiata d'intesa. Si alzarono in piedi e, preso il pallone, cominciarono a passarselo.
«Ehi!» protestò Richard.
«Lo vuoi, Harmon? Vieni a prenderlo.» lo sfidò Alycia.
«Volete la guerra? E va bene.» replicò Il canadese, gettandosi all'inseguimento del pallone. Sì, finalmente erano tutti di nuovo assieme, felici come non lo erano stati per fin troppo tempo.*
Quando Rachel tornò a casa, Duke la stava aspettando. Aveva l'aria triste.
«Ehi, va t-» non riuscì a finire la frase, che un sacco nero di tela le incappucciò la testa. Non si ribellò nemmeno.
«Mi dispiace.» sentì mormorare il ragazzo. Il primo colpo alla schiena non tardò ad arrivare, seguito da un secondo, da un terzo e poi da un quarto.Lukot: amica
Heda: comandante

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Crying Over You
Fiksi Penggemar«Ehi, no!» esclamò Eliza, ma non poté fare nulla. La vide gettarsi giù. «Eli, la polizia è qui. Ma che succede? Dov'è?» chiese Alycia, entrando improvvisamente. Quando intuì cosa era successo, si portò le mani davanti alla bocca, inorridita. Eliza s...