38.
When one good thing marks the ending of another
Why can't we let it be like spring into the summer?
You put your faith aside and cast yourself into the great divide
Would you let me see through green eyes?
(Knuckle Puck-Green Eyes (Polarized))Sangue. Una bottiglia. Luci. Musica. Altro sangue. Un urlo.
«Aly, sono qui. Sono qui.». Alycia si svegliò di soprassalto. Eliza l'accolse fra le sue braccia e le schioccò un bacio sulla nuca.
«È stato solo un brutto sogno.» le sussurrò, cullandola. Alycia si rannicchiò contro il suo petto. Si voltò. La guardò negli occhi. Eliza le sorrise. Le baciò la punta del naso.
«Vuoi parlarmene?» le chiese. Alycia non rispose. Non lo sapeva nemmeno lei. Aveva paura. Non voleva allontanarla di nuovo, ma non sapeva come evitarlo. Parlare e tacere sarebbero state due facce della stessa medaglia.
«Io non lo so.» trovò la forza di rispondere. Eliza le baciò la fronte.
«Io sono qui, qualunque cosa tu voglia fare.» la rassicurò. Le baciò il naso, per poi scendere fino alla guancia e spostarsi sulla sua bocca. Sentì qualcosa di umido bagnarle il volto. Alycia stava piangendo. La strinse forte a sé.
«Io sono qui.» le ripeté. Alycia parve calmarsi un pochino. Si girò a pancia in su. Sospirò. Eliza le appoggiò la mano
sul ventre nudo, carezzandolo con un dito.
«Io vorrei aprirmi. È che sono terrorizzata, Eli. Non voglio che tu te ne vada.» confessò la mora. Eliza le schioccò un bacio sulla spalla.
«Non vado da nessuna parte.» dichiarò. Alycia inspirò profondamente. Eliza la costrinse a guardarla negli occhi.
«Ascolta, non devi farlo per forza. Non ti vorrò meno bene solo perché non te la senti di parlarmi ora.» le disse.
«Io devo farlo.» affermò Alycia. Aprì la bocca, ma era come bloccata. Non riusciva ad articolare alcun suono. Eliza decise di provare ad aiutarla. Non sapeva quanto in là si sarebbe potuta spingere, ma voleva che lei parlasse e che si liberasse di tutti i pesi che portava dentro di sé.
«Chi era quel medico con cui hai parlato ieri?» chiese, cercando di risultare il meno invadente possibile.
«Si chiama Josh. È... Era il ragazzo di Duke.». Eliza rimase di stucco per qualche istante. Si coprì gli occhi con le mani. Alycia non capiva.
«Scusa io... Pensavo che... Non importa.»
«Tu credevi che Duke e Rachel stessero insieme?» realizzò Alycia. Eliza avrebbe voluto nascondersi.
«Sono stata terribilmente inopportuna, perdonami.» si scusò.
«Non importa. Non sei l'unica ad averlo pensato, l'ho creduto anche io la prima volta che li ho visti.» raccontò Alycia.
«Erano molto uniti.» osservò Eliza. La mora annuì.
«Li ho conosciuti ad un loro concerto, credo. Non ne ho idea, onestamente, so solo che io e Maia eravamo al Fences e lei me li ha presentati. Aveva conosciuto Rachel in spiaggia due giorni prima. Non aveva ancora diciotto anni. Duke ne aveva già venti invece, era più grande di lei. Era così protettivo nei suoi confronti, non saprei nemmeno spiegarti che tipo di rapporto avevano. L'ha seguita in Canada, nonostante Josh.» raccontò. Eliza l'ascoltava curiosa, voleva conoscere ciò che legava Alycia a quei ragazzi.
«Quando ho conosciuto Rachel, cominciammo a parlare. Mi disse tante cose, che suonava e cantava, che avrebbe voluto concludere qualcosa nella vita, avere un impatto sulla società. Rimasi colpita, mi ricordava molto me qualche anno prima. In fondo, avevo solo diciotto anni quando sono arrivata negli Stati Uniti. Rachel era ossessionata dal suo impatto sul mondo. È sempre stata terrorizzata dall'idea di vivere inutilmente. Credo sia per questo che abbia fondato i Prune. I primi tempi suonavo con loro ogni tanto, il loro batterista si divertiva a farmi provare. George è stato il primo ad allontanarsi da Rachel dopo l'incidente. Andai a parlargli e mi rivelò che non riusciva a guardarla in faccia e non pensare a ciò che era successo. Non lo vedo da allora, da quel che so si è trasferito a New York e si è iscritto al college. La bassista, invece, era una ragazza in gamba. Si chiama Nichole Wilkins, ci sentiamo ancora di tanto in tanto. Lavora in un negozio di dischi. Provò fino alla fine ad aiutare Rachel, ma si dovette arrendere. Ho sempre avuto il sospetto che provasse qualcosa per lei, ma non ne sono certa. Comunque sia, la responsabilità di ciò che è successo è anche mia. Non so perché ci trascinassimo a quelle feste. Ne avevamo bisogno, entrambe.» continuò. Eliza si incupì. La tossicodipendenza di Alycia era un tema che la metteva piuttosto a disagio.
«Che cosa ti faceva soffrire così tanto? Ero io?» domandò. Alycia si schiacciò ulteriormente contro il suo petto.
«Sensi di colpa, credo. Convinsi io Rachel a cantare, quel giorno.». Eliza le baciò la clavicola.
«Non è colpa tua. È stato Franklin ad ucciderli.». Alycia avrebbe voluto crederle.
«Rachel era come una sorella minore per me. Mi hai detto che tra te e lei io scelgo sempre lei, ma la verità è che siete importanti entrambe per me. Rachel e io abbiamo condiviso tantissimo. Rivederla a Vancouver in quelle condizioni mi ha devastata.». Un altro bacio, stavolta sul collo. Alycia gemette.
«Continua a non essere colpa tua. Aly, non puoi assumerti la responsabilità delle azioni di altri. Tu ti sei presa cura di Christian per due anni. Senza di te sarebbe stato tutto più complicato, posso assicurartelo.»
«Ti amo.» dichiarò all'improvviso Alycia. Eliza perse un battito. Non se lo aspettava.
«Rachel è il mio passato, ma tu rappresenti il futuro, Eli. Con te ho sempre avuto l'impressione di avere una possibilità.». Eliza non capiva più niente. Si avventò sulle labbra di Alycia e la baciò con foga. Si staccò e la guardò negli occhi, carezzandole il viso. Finalmente i suoi occhi verdi non erano più spenti, ma vivi.
«Se me lo permetterai, vorrei che costruissimo insieme questo futuro. Dobbiamo solo smettere di scappare.»
«Non so se sarà possibile per me. Non ho fatto altro per anni e, onestamente, non ricordo più come si fa a restare.» ammise Alycia. Eliza intrecciò le loro mani e le baciò le dita.
«Puoi anche andartene, Aly. Verrò a cercarti e ti riporterò a casa. Non ti lascerò fuggire, non più.». Alycia poteva sentire le lacrime chiederle di fare capolino. Non oppose resistenza. Si asciugò le gote con il dorso della mano sinistra.
«Riuscirai mai a perdonarmi? Intendo... Dopo il pranzo con Franklin mi dicesti che...»
«Non posso fingere che certe cose non siano successe, ma è ora di andare avanti. Sia per te, sia per me. In cuor mio lo sapevo già mentre ti dicevo quelle cose.» rispose Eliza. La baciò di nuovo, con trasporto. Le carezzò dolcemente il corpo, come se il solo tocco delle sue mani avesse potuto rimarginarle le ferite che celava nel suo cuore. Alycia si ritrovò a piangere contro la sua spalla. Per la prima volta dopo anni, stava versando lacrime di gioia. Sentiva Eliza, la percepiva. Sarebbe scappata altre mille volte, lo sapeva, ma la certezza che ci sarebbe stato un posto in cui tornare e una persona che l'avrebbe cercata la colmarono di speranza. Stava cambiando pelle, rinascendo a vita nuova. Forse il futuro aveva davvero qualcosa in serbo per lei. Doveva solo accettarlo.
![](https://img.wattpad.com/cover/239011395-288-k611439.jpg)
STAI LEGGENDO
Crying Over You
Fiksi Penggemar«Ehi, no!» esclamò Eliza, ma non poté fare nulla. La vide gettarsi giù. «Eli, la polizia è qui. Ma che succede? Dov'è?» chiese Alycia, entrando improvvisamente. Quando intuì cosa era successo, si portò le mani davanti alla bocca, inorridita. Eliza s...