17.World Falls Away

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17.

As the world falls away, and I can't find a reason
As the world turns to grey,
It's killing me unwillingly and I am just the same as you.
(Seether-World Falls Away)

Rachel arrivò sul set con la morte nel cuore. L'aveva combinata davvero grossa. Si diresse verso la roulotte di Eliza. Guardò l'ora: erano le sei del mattino e lei era decisamente in anticipo. Si sedette sui gradini, appoggiandosi con la schiena alla porta. In qualche modo riuscì ad assopirsi, forse per il freddo. Due ore dopo la porta si aprì, facendola cadere all'indietro. Eliza la prese al volo.
«Da quanto sei qui?» domandò l'attrice, sbadigliando. Rachel non rispose.
«Ehi.» la richiamò l'australiana.
«Da poco.» mentì la ragazza, tutta intirizzita. L'attrice avrebbe voluto crederle, ma proprio non ci riusciva. La fece accomodare, notando che stava tremando. Christian dormiva ancora. Rachel si avvicinò al bambino e lo accarezzò con delicatezza, quasi avesse paura di romperlo. Eliza osservava quella scena, sospettosa. Sentiva che qualcosa non andava. Si avvicinò alla ragazza e le mise una mano sulla schiena. Rachel soffocò un gemito.
«Non dirmi che sei caduta ancora.». Rachel era così tentata di dirle la verità e finirla una volta per tutte con quella pazzia. Sentì le mani fredde di Eliza alzarle la maglia e rabbrividire una volta trovati i lividi. Rachel si scostò e si sistemò i vestiti.
«Che cosa sta succedendo?» le chiese l'attrice.
«Niente. Devo imparare a non cadere dal motorino.»
«È inverno, nessuno andrebbe in motorino con certe temperature.» ribatté Eliza.
«Io sì.» replicò la ragazza. L'australiana non ce la faceva più.
«So che non ci conosciamo bene, ma puoi parlarmi. Cosa succede? Chi è che ti tratta così?». Rachel lesse preoccupazione nei suoi occhi, ma non poteva coinvolgerla. Alycia aveva ragione, si era intrufolata nelle loro vite, nella vita di Christian e di Eliza, come se fosse stato un suo diritto, ma non lo era per niente. Rachel aveva perso qualsiasi diritto da quella sera. Chinò il capo. Aveva la gola secca.
«Se per lei non è un problema, oggi vorrei fosse il mio ultimo giorno.» esordì. Eliza aprì la bocca per parlare, ma non ci riuscì. Da quando le dava del "lei"?
«Ti hanno fatto qualcosa? Ti hanno minacciata?» domandò. Era spaventata, spaventata per lei, una fallita e una bugiarda.
«No, è che ho avuto un'offerta di lavoro interessante e...»
«E questa non me la bevo. Posso letteralmente pagarti più di chiunque altro.» la interruppe Eliza. Rachel si passò una mano fra i capelli. Stava davvero abbandonando suo fratello di nuovo?
«Come le ho già detto, non l'ho mai fatto per soldi.» dichiarò. Gli occhi di Eliza erano ricolmi di lacrime.
«Sono contenta che Christian abbia trovato una persona come lei, signorina Taylor.» confessò Rachel, per poi correre fuori dalla roulotte. Non voleva fermarsi. Non poteva. Corse più forte che riuscì, ignorando i richiami di Eliza prima e di Lindsey poi.
«Ma che le è preso?» chiese la statunitense. Eliza scosse il capo. Che cosa avrebbe dovuto rispondere?
«Io... Io non lo so.» mormorò. Lindsey la abbracciò, schioccandole un bacio sulla fronte.

*

Rachel correva a perdifiato. Voleva solo abbandonare quel luogo e dimenticare per sempre suo fratello. Aveva accettato quel lavoro solo per poter avvicinarsi a Jason, ma era finita per affezionarsi a Christian e a Eliza. Aveva perfino ritrovato Alycia e Dio solo poteva sapere quanto le fosse mancata un'amica come lei in quegli ultimi tre anni. Aveva rovinato tutto. Aveva preferito il passato a quel, seppur estremamente precario, presente. Le lacrime le annebbiavano la vista, ma non le importava. Doveva solo andare dritta e correre verso casa. Improvvisamente, si trovò per terra. Una mano l'aiutò a rimettersi in piedi. Si asciugò il viso con il braccio. Davanti a sé aveva Jessica Harmon. Solo in quel momento realizzò di averla già conosciuta quattro anni prima, a un suo concerto. Non ricordava un granché di quell'incontro, solo la sensazione sgradevole che le aveva procurato. Sperò con tutto il cuore che non si ricordasse di lei. Dopo il concerto non l'aveva mai più rivista, se non sul set. L'attrice la squadrò dall'alto in basso. 
«Tu sei la babysitter di Christian. Ti ho vista cantare l'altro giorno.» esordì.
«Ero. Mi sono appena licenziata. Sa, sarebbe stato un lavoro stagionale e io ne ho trovato uno fisso, perciò...» spiegò.
«Che rimanga fra noi, ma penso tu abbia fatto la scelta giusta.» le diede la sua approvazione Jessica. Come se le servisse.
«Beh, allora io vado.»
«Aspetta!» la fermò l'attrice. «Ci siamo già viste da qualche parte? Intendo, prima di queste ultime settimane? Ci pensavo l'altro giorno e mi ricordi qualcuno.» domandò a bruciapelo. Rachel sentì l'ansia montarle in corpo.
«Qua intorno e basta, probabilmente. Venivo spesso a passeggiare da queste parti.» mentì.
«Già. Beh, allora in bocca al lupo.» le augurò Jessica.
«Crepi.» rispose la ragazza, per poi riprendere la sua fuga.

*

Alycia bussò alla porta della casa mobile. Eliza aprì. Aveva gli occhi gonfi. La mora si sentì invadere dai sensi di colpa. In fin dei conti, era stata lei a costringere Rachel a sparire. La baciò, ma Eliza si scostò.
«Scusa, io...». Alycia le fece segno di non preoccuparsi e l'aiutò a sedersi.
«Jason mi ha dato un giorno libero. Devo organizzarmi e spiegare a Christian che l'unica persona con cui riusciva a stare buono non verrà mai più.»
«Ce la farai. Sei una ragazza in gamba, Eliza. E non sei sola, io e gli altri ti aiuteremo.» la rassicurò Alycia, baciandole il collo. Eliza gemette, mentre le mani della mora le accarezzavano il petto.
«Non... Non ora.» sussurrò. Alycia si scostò controvoglia e prese ad accarezzarle i capelli. Eliza appoggiò la testa sulla sua spalla. Rimasero in silenzio
«Era così spaventata. Tu non l'hai vista, Aly. C'era qualcosa nei suoi occhi, un terrore enorme. Ci stava allontanando, ne sono sicura.»
«O magari ha davvero trovato un lavoro stabile. D'altronde, una volta finite le riprese, lei sarebbe rimasta qui e noi ce ne saremmo dovuti andare.» provò a chiudere il discorso Alycia. Eliza non sembrava convincersi. Si alzò. Chris stava ancora dormendo. Sorrise amaramente, mentre gli accarezzava le manine.
«C'è qualcosa sotto. Il modo in cui lo guardava stamattina era straziante. Non voleva lasciarlo, io lo so.». Solo in quel momento Alycia sentì il peso di tutte le bugie degli ultimi tre anni. "Non potevo fare altrimenti." si disse. Ma era una menzogna. Se solo avesse voluto, avrebbe potuto trovare una soluzione alternativa. Poteva trovarla anche in quel momento. I suoi occhi cercarono quelli di Eliza. No, non poteva perderla. Non poteva dire la verità e rischiare che se ne andasse per sempre.
«L'avevo detto che non mi fidavo, Eli. Se davvero c'è qualcosa sotto, potrebbe essere pericoloso. È meglio non approfondire e cercare di andare avanti.» le suggerì, secca. Eliza annuì. L'abbracciò e la baciò con trasporto.
«Grazie.» sussurrò. «Grazie per essere stata onesta con me.». Ed Alycia si sentì morire.

Crying Over YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora