49.Breaking The Silence

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49.

Wake up the victim of violence
Shut the breath of the lifeless
I'm breaking the silence
(Breaking Benjamine-Breaking The Silence)

Eliza stava facendo colazione. Rachel e Alycia stavano ancora dormendo. La sola idea che la mora fosse di nuovo a casa l'aveva tranquillizzata. Senza di lei era stata durissima e non solo perché c'era Rachel a casa. Si era sentita persa, come se le mancasse un pezzo di sé. Fu ridestata dai suoi pensieri dal campanello. Andò ad aprire. Lindsey sfrecciò dentro senza nemmeno salutare, seguita a ruota da Richard, Bob e Marie.
«Buongiorno anche a voi.» ironizzò Eliza.
«Hai un computer?» chiese Lindsey, ignorandola. Eliza sospirò e porse il suo portatile all'amica. La osservò accenderlo e armeggiare instancabilmente con la tastiera. Richard, Bob e Marie le indicavano chissà cosa sullo schermo.
«Potreste rendere partecipe anche me?» si spazientì Eliza. Marie le fece segno di tacere. L'australiana alzò gli occhi al cielo e cominciò a picchiettarsi il collo con le dita. Il ticchettio della tastiera stava cominciando a darle sui nervi. Lindsey estrasse dalla tasca dei jeans una chiavetta usb e la inserì nel computer. Eliza trasalì.
«Ma quella è...»
«Sì. Me l'ha data Alycia prima di sparire.» spiegò la statunitense. Eliza non poteva credere alle sue orecchie.
«Tu sapevi che sarebbe scappata e non l'hai fermata?» si infuriò. Lindsey scosse il capo.
«No, Eli. Ha nascosto la chiavetta nella mia cassetta delle lettere. Se l'avessi vista, l'avrei fatta restare.». L'australiana si tranquillizzò.
«A proposito, come sta?» chiese Richard, con tono preoccupato.
«Meglio. Ha passato due settimane intense, ma credo che non abbia assunto nulla di troppo forte. Non so cosa l'abbia trattenuta dall'andare oltre a qualche canna e a un po' di LSD. Quando l'ho vista con quel sacchetto pieno di cocaina in mano sono rimasta paralizzata.». Marie le carezzò la schiena con fare affettuoso, un gesto insolito da parte sua negli ultimi tempi. Eliza si sedette accanto al quartetto.
«In queste due settimane ci siamo chiesti come fare a porre fine a tutta questa storia. Forse siamo arrivati a una soluzione, ma non ti piacerà.» esordì Lindsey. Eliza aggrottò la fronte.
«Abbiamo parlato con Campbell. Sa dell'esistenza dei file. Non li ha voluti vedere, ma ci ha suggerito di cercare delle transazioni specifiche. Rachel conosce Jason, giusto?». Eliza si grattò il mento. Era confusa.
«Sì, anche se non ho idea del perché e del come. In fondo, lui non l'ha mai riconosciuta mentre gironzolava sul set.» rispose. Vide Bob inspirare profondamente, segno che voleva dire qualcosa. Intuì, di colpo.
«Ragazzi, su Jason si può dire di tutto, ma non credo proprio che abbia mai conosciuto Rachel in quel senso.» obiettò.
«Non lo sappiamo. L'idea è che...» provò a continuare il discorso Richard.
«Non voglio continuare ad ascoltarvi. Sapete già cosa ne penso.» lo zittì Eliza. Si alzò, innervosita e si recò in cucina. Si versò un bicchiere d'acqua e bevve tutto d'un fiato. Aveva appena ritrovato Alycia, non aveva intenzione di perderla di nuovo solo perché i suoi amici avevano intenzione di coinvolgere Rachel. Allo stesso tempo, però, non vedeva l'ora di poter stringere nuovamente Christian fra le sue braccia.
«Non...»
«No, Lindsey. Ogni volta che le promettiamo che non le succederà niente, accade un disastro. Ho capito perché era opportuno tenere quei file per noi, ma tutto questo non lo accetto.»
«Ma io sì.». Le due attrici si voltarono. Rachel li scrutava attentamente. Aveva lo sguardo deciso ed era ancora in pigiama.
«Pensavo stessi dormendo ancora.» dichiarò Eliza.
«Mi sono appena svegliata. Che cosa devo fare, Linds?» andò subito al punto la ragazza. L'attrice deglutì. Tutta la sicurezza che aveva palesato fino a pochi minuti prima era sparita di colpo.
«Linds, io non ho paura. Dimmi cosa devo fare.» la esortò Rachel. Eliza si frappose fra le due.
«Non devi per forza.» mormorò. Rachel strinse i pugni.
«Invece devo, Eliza. Non riguarda me, ma Christian. Abbiamo perso fin troppo tempo.» dichiarò. L'australiana chinò il capo. Dio solo sapeva quanto volesse riabbracciare il bambino, ma non poteva permettere che accadesse qualcosa a Rachel.
«Linds, dimmi.». Lindsey si voltò verso Eliza. Le chiese silenziosamente il permesso di parlare. La bionda sospirò. Scosse il capo e tirò una manata contro il muro.
«Mi dispiace.» sussurrò Lindsey. Eliza non rispose e si appoggiò alle parete, le braccia conserte. Lindsey prese un bel respiro.
«L'idea è che tu parli con Campbell e denunci Franklin per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.» spiegò, tutto d'un fiato. Eliza non ce la fece oltre. Si spinse in avanti e uscì dalla cucina, lo sguardo carico di disapprovazione. Si voltò verso Rachel. Non aveva più il tutore al braccio, ma continuava a usare le stampelle.
«Che cosa farai quando la denuncia sarà ignorata e Franklin se la sarà cavata? Che cosa farai quando ti verrà a cercare?» chiese, agitata. Rachel sorrise, nervosa.
«Come lo spiegherai ad Alycia?» continuò Eliza.
«Non usarla contro di me!» sbottò Rachel. Eliza sobbalzò. Non se l'aspettava.
«Questa cosa riguarda me e me soltanto. È una cosa che avrei dovuto fare sin da subito e che, in un certo senso, mi avete spinta a considerare fin dall'inizio. Ho bisogno di sapere Christian al sicuro e mi sto rendendo conto di aver sbagliato a tradirvi. Pensavo di proteggervi e, invece, ho peggiorato la situazione. Duke non mi permetterebbe di lasciare perdere.». Eliza chinò il capo. Forse Rachel aveva ragione. Forse era davvero necessario agire così.
​«Parlerò io con Aly.» la rassicurò la ragazza. L'attrice annuì. Sì, probabilmente non avevano scelta, eppure Eliza aveva la netta sensazione che si sarebbero trovati tutti in un mare di guai.

Crying Over YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora