25.Blind Love

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25.

Never thought I'd break, never thought I'd be this way
I can say sorry but that'll never be enough
Feeling like a failure, feeling like I lost your trust
[...]
Well, I just wanted you to hear me say
I don't ever want to see you fall
(Awaken I Am-Blind Love)

«Mi ricordi perché siamo venuti in questo... Cos'è, un bar? Una discoteca?». Alycia alzò gli occhi al cielo. Il Fences era un locale non molto grande, situato alle porte di South Central, a una mezz'ora di macchina dal centro. Alycia aveva conosciuto lì Rachel e aveva frequentato quel posto spesso negli anni a venire, fino a quella tragica sera. Si sentiva strana, come se fosse ritornata a casa dopo tanto tempo. Era rimasto tutto esattamente come tre anni prima. Stessi tavolini, stesse sedie, stesso palco per i concerti, stesso personale.
«Alycia Debnam-Carey, che sorpresa! Chi non muore, si rivede.» la salutò con entusiasmo un uomo sulla quarantina. Era basso e ben piantato, con una buffa acconciatura dal colore viola.
«Eliza, lui è Parker Bay, il creatore di questo posto incredibile. È una delle prime persone che ho conosciuto quando sono arrivata in America.». Eliza fece un sorriso stentato e gli strinse la mano.
«Il djembe ti aspetta sul retro, l'abbiamo lustrato ogni giorno da quando te ne sei andata.» disse poi l'uomo, rivolto ad Alycia.
«Tu suoni il djembe?» chiese stupita Eliza. La mora annuì, timidamente.
«Suonare? Si esibiva qui una sera sì e una no!»
«Non esagerare, Parker.» cercò di tagliare corto Alycia, in completo imbarazzo.
«Come vuoi, dolcezza. Accomodatevi, vi faccio portare qualcosa.». Le due attrici lo osservarono andarsene. Si sedettero ad un tavolino, nell'attesa che l'uomo si palesasse di nuovo. Alycia era diventata bordeaux ed Eliza ne rise. Non appena notò che la mora se ne era accorta, però, ritornò seria.
«Non c'è niente di male a ridere.»
«Non sono in vena, Aly. Non ora.» rispose Eliza, acida. La più giovane sospirò. Avrebbe voluto replicare, ma si morse la lingua. L'arrivo di Duke con un vassoio colmo di stuzzichini fu accolta come manna dal cielo.
«Tu sei il suo amichetto, giusto? Mi ricordo di te da Vancouver.» esordì Eliza. Il ragazzo annuì. Alycia si scusò con lo sguardo per quel comportamento.
«Lei dov'è?» chiese poi, cercando di ignorare quanto appena accaduto.
«Oh, ehm... Dovrebbe arrivare a momenti, stasera canta. Nulla di serio, esegue solo una canzone, Parker ha deciso di organizzare una sorta di concorso.» spiegò Duke.
«E cosa si vince? Un viaggio andata e ritorno per truffalandia?»
«Eliza, smettila!» la interruppe Alycia, visibilmente adirata. Duke si grattò la nuca, imbarazzato.
«Appena finisce di cantare ve la mando, così potete parlarle come si deve.» dichiarò. Alycia lo ringraziò. Rimasero nuovamente solo loro due. Eliza si torturava le mani, nervosa. Si sentiva in colpa, si stava comportando come una bambina.
«Pensavo non dovesse cantare.» asserì.
«A Vancouver. Con te che non avevi la minima idea di chi fosse.» rispose secca Alycia. Calò un silenzio gelido. Entrambe cercavano di non incrociare l'una lo sguardo dell'altra. Orgoglio, paura, rabbia, chi avrebbe potuto dire cosa stava prevalendo in quel momento? Erano talmente perse nei loro pensieri, da non accorgersi nemmeno che la serata organizzata da Parker era iniziata. Sul palco salì un ragazzo sui sedici anni. Indossava una felpa più grande di lui. Eseguì un proprio pezzo, una canzone terribile senza né capo, né coda. Se ne susseguirono altri cinque o sei, più o meno tutti sullo stesso tenore.
«Non era un concorso per talenti?» ironizzò Eliza.
«Sì, talenti locali.» replicò Alycia. «E pretese locali.» aggiunse poi. Eliza si lasciò sfuggire un sorriso divertito.
«Beh, io andrò a fumare una localissima sigaretta.» annunciò, stufa di assistere a quello strazio. Fece per alzarsi, quando la vide. Aveva con sé una vecchia chitarra. Cominciò a suonare. Era una canzone che Eliza non aveva mai sentito prima, probabilmente di qualche gruppo che non conosceva.

I never wanted a break
I never wanted to be this way
I've never felt so low
But at the same time you make me feel high
Oh, baby, did I leave you out to dry?

Eliza si voltò verso Alycia. La ragazza distolse immediatamente lo sguardo.

From all my lies
I know it's kinda hard, I know I fucked it from the start

Alycia si asciugò le lacrime che, ormai, avevano cominciato a scendere incontrollate per le gote. Si sentiva così in colpa. Non le aveva mai parlato delle sue reali condizioni di salute, di Rachel, della vera identità di Christian. Aveva rovinato tutto sin dall'inizio. La sua fuga non era finita al suo ritorno, due anni prima. Lei stava fuggendo da sempre ed era arrivato il momento di smetterla.

I can't change, I can't change the way I had left you all alone
I don't ever want to see you fall again
I'm not saying, I'm not saying that I can make it all okay
I just wanted you to hear me say
I don't ever want to see you fall

Eliza era paralizzata. Il pianto di Alycia era ormai disperato. Affondò il volto fra le mani, singhiozzando. Eliza si morse il labbro. Si voltò a guardare Rachel. La ragazza aveva gli occhi lucidi. Forse stava dedicando mentalmente quella canzone al fratello, chissà. Eliza si sentiva completamente alienata. Non sapeva cosa fare. Da una parte, il risentimento nei confronti delle due ragazze era troppo forte. Che poi, era davvero risentimento? Si era mai chiesta quanto Rachel e Alycia avessero sofferto? A cosa avessero realmente passato? Si era mai anche solo posta il problema di quanto avessero sacrificato in quei tre anni? I suoi occhi si posarono nuovamente su Alycia. Doveva solo prendere una decisione. Si alzò improvvisamente, sotto lo sguardo confuso della ragazza più giovane.
«Vieni.» sussurrò, prendendola per mano. Alycia la seguì, senza capire. Si fecero spazio tra la folla. Dopo un tempo che parve a entrambe interminabile, si ritrovarono all'esterno. Le parole cantate da Rachel erano perfettamente udibili, ma le due attrici non le ascoltarono. Alycia si era accovacciata sull'asfalto, il corpo scosso da continui tremiti. Eliza si accucciò. Le prese le mani fra le sue. Sorrise. Le parti si erano invertite rispetto al pomeriggio. Alycia sentì due dita alzarle il mento. I suoi occhi verdi si scontrarono con quelli blu di Eliza. Cercò di chinare il capo, ma la bionda non glielo permise.
«Ti prego.» mormorò la più giovane. Eliza non rispose. Si sporse in avanti. Era vicina. Alycia chiuse gli occhi. Le labbra di Eliza sulle sue, così improvvise, così attese, così salvifiche la colsero di sorpresa. Riaprì gli occhi di scatto. Si scostò.
«Cosa stai...?». Silenzio assordante. Quegli occhi blu urlavano una risposta che Alycia già conosceva.
«Te ne pentirai.». Eliza la ignorò e si avventò nuovamente su di lei. Forse Alycia aveva ragione. Forse se ne sarebbe davvero pentita cinque minuti dopo, ma ormai aveva preso la sua decisione. Non voleva più cadere e solo Alycia le avrebbe permesso di non farlo.

Angolo del disagio

Rieccomi! Questo è uno dei miei capitoli preferiti e non solo per il bacio. Eliza si lascia andare, finalmente, intuendo quanto Alycia si è sacrificata negli ultimi anni.
La canzone che canta Rachel è Blind Love degli Awaken I Am, la stessa che cito all'inizio del capitolo.
Fatemi sapere che ne pensate! Alla prossima!

Crying Over YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora