27.
You've gone too far
Who do you think you are
Is this what you came for
Well this means war
(Nickelback-This Means War)Eliza camminava nervosa per la sala d'aspetto. Non ce la faceva più, voleva sapere come stava Alycia. Marie e Lindsey avevano cercato inutilmente di tranquillizzarla. Nemmeno la presenza di Christian era riuscita a calmarla. Accanto a lei, Paul imprecava a voce alta. Finalmente apparve un medico. Eliza lo seguì. Alycia era su un lettino, sveglia. Il braccio sinistro e parte del torace erano pesantemente fasciati, ma sembrava stare bene.
«È meno grave di quello che sembra. Il proiettile è uscito e ha mancato qualsiasi organo. Passerà la notte qui, ma da domani sarà libera di andare.» spiegò il medico. Eliza annuì e si accostò al lettino.
Alycia era pallida e sudaticcia. Le sorrise, carezzandole i capelli con dolcezza e stampandole un bacio in fronte.
«Eli, io...»
«Non ti preoccupare. Non parliamone ora, non è il momento.» la interruppe la bionda. Una lacrima le rigò il viso. Avrebbe voluto dirle così tante cose. Non aveva mai avuto così tanta paura. Non voleva perderla.
«Possiamo entrare? C'è un bambino che vorrebbe salutare.». Marie e Lindsey entrarono accompagnate da Christian, riportando Eliza alla realtà. Dietro di loro, Paul alzò le mani al cielo. Eliza prese il bambino in braccio e l'avvicinò al letto.
«Ehi, ciao.» lo salutò Alycia, allungando la mano e permettendogli di stringerla.
«Poi mi spiegherete che cosa è successo. Io ora vado ad avvisare chi di dovere che non hai lasciato posti vacanti.»
«Grazie Paul.» rise l'attrice, mentre l'agente lasciava la stanza.
«Cosa raccontiamo alla polizia?» chiese poi, improvvisamente. Eliza non si era nemmeno posta il problema.
«Beh... potremmo...». Fu interrotta da delle urla provenienti dal corridoio. Si catapultò a vedere cosa stava succedendo, seguita da Lindsey e Marie. Eliza sentì il sangue gelarsi nelle vene. Franklin si stava dirigendo a passo spedito da Alycia, mentre una Rachel fuori di sé gli urlava contro insulti di ogni tipo. Accanto a lui, un uomo dai capelli rossi e dall'aspetto viscido e un paio di energumeni. L'uomo si fermò a metà strada. Si voltò verso la ragazza. Rachel arretrò. Eliza si passò una mano fra i capelli. Non poteva stare ferma e ignorare tutto ciò che stava accadendo. Fece cenno alle sue amiche di rimanere nella stanza con Christian.
«Che cosa ci fa lei qui?» esordì, ad alta voce. Franklin accennò un ghigno.
«Sono venuto a porgere i miei omaggi alla signorina Debnam-Carey. Ho saputo dello spiacevole incidente.»
«Brutto figlio di... Fuori di qui!» urlò Rachel. Eliza le fece segno di tacere.
L'uomo si avvicinò all'attrice.
«Questo era solo un assaggio, la prossima volta non potrò controllare la mira dei miei uomini.» sibilò al suo orecchio. Si scostò, mantenendo quell'orrido ghigno stampato in volto.
«Questo dietro di me è il capitano O'Bannon, siamo amici da molto. Vi ascolterà e indagherà al meglio delle sue possibilità.». Eliza ricambiò la stretta di mano, fredda.
«Alycia ora deve riposare, domani verrà in centrale a deporre.» dichiarò.
«Allora vi aspetto. Arrivederci.» si congedò il poliziotto. L'attrice attese che se ne fosse andato, per poi avvicinarsi all'orecchio di Franklin.
«Sì ricordi: la risposta è e sarà sempre "no".» sussurrò. L'uomo serrò gli occhi, contrariato.
«Molto bene. Ma si guardi le spalle.» minacciò. Fece segno ai suoi uomini di andarsene e si diresse verso l'uscita. Lanciò un'occhiata gelida a Rachel e poi abbandonò l'edificio.
«Ma che è successo?» chiese Marie, confusa. Eliza non rispose, il petto carico di angoscia. Aveva preso la decisione giusta e lo sapeva, ma aveva messo tutti in pericolo. Rientrò da Alycia, senza spiccicare parola. La mora la guardò con una tenerezza disarmante.
«Era...?»
«Sì. Ho preso la mia decisione.» rispose. «Mi dispiace.» scoppiò a piangere. Alycia le fece appoggiare il capo sul suo ventre. Erano solo loro due in quel momento.
«Io ti...» mormorò Eliza, fra le lacrime.
«Non dirlo. Ti prego.» la fermò Alycia. La bionda annuì. Si alzò, guardando l'altra negli occhi. Fece scontrare le loro fronti, piano, con delicatezza.
«Non ti farà più niente, te lo giuro.» promise. Le baciò la guancia e si diresse verso l'uscita.
«Lindsey, porta Chris a casa tua. Io ho una cosa da sistemare.». La statunitense non fece in tempo a replicare. Eliza si precipitò in corridoio. Discese velocemente le scale, fino a trovarsi all'esterno dell'edificio. Si guardò intorno. Doveva assolutamente trovare Rachel. La vide poco distante, ma non era sola. Uno degli energumeni di Franklin l'aveva presa per un braccio e la stava schiacciando contro una recinzione. Le sferrò un pugno che la ragazza accolse senza proteste. Rachel sputò sangue, colpendolo al volto. Il calcio in pancia non tardò ad arrivare. Rachel si ritrovò carponi.
«Sei solo una sgualdrina, ricordalo. Devi stare al tuo posto.» ringhiò l'uomo, afferrandola per i capelli. Rachel chiuse gli occhi, preparandosi per un pugno che, però non arrivò. Intorno a lei c'era solo silenzio. Sentì due mani stringerla a sé e ripulirla dal sangue. Riaprì gli occhi. Eliza la guardava preoccupata. Rachel si divincolò e si alzò in piedi.
«Ti porto a farti medicare.» propose l'attrice. Rachel sputò per terra, sprezzante.
«Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, tantomeno del tuo.» asserì. Eliza chinò il capo.
«È colpa tua. Ti aveva chiesto di evitarlo e tu ti sei consegnata in pasto a lui.» continuò la ragazza.
«Sto cercando di rimediare.»
«È troppo tardi!» esclamò Rachel, facendo sobbalzare l'australiana. Eliza scosse il capo. Capì che la ragazza non era arrabbiata perché era stata allontanata, ma perché ci era andata di mezzo Alycia. Si morse un labbro. La osservò sistemarsi la felpa e incamminarsi nel buio. Scosse il capo. Sapeva cosa doveva fare.
«Aspetta!» la chiamò. Rachel si voltò.
«Vieni da me, non andartene. Non piegarti a lui. Alycia non lo vorrebbe.». La ragazza era rimasta spiazzata. Avrebbe voluto replicare che lei non poteva sapere cosa avrebbe voluto Alycia, ma tutto ciò che riuscì a fare fu cadere in ginocchio nell'oscurità, in lacrime.
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Crying Over You
Hayran Kurgu«Ehi, no!» esclamò Eliza, ma non poté fare nulla. La vide gettarsi giù. «Eli, la polizia è qui. Ma che succede? Dov'è?» chiese Alycia, entrando improvvisamente. Quando intuì cosa era successo, si portò le mani davanti alla bocca, inorridita. Eliza s...