50.Falling Apart

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50.

You can't control me, You can't control me
Everything's falling apart
Now I can't see you
Doesn't matter what I do
I can't see you
Cause everything's falling apart
(Zebrahead-Falling Apart)

L'evento coinvolgeva diverse produzioni della CW. Alycia ed Eliza ci erano andate con riluttanza, costrette dai rispettivi agenti. Non avevano per niente voglia di incontrare Franklin, ma non potevano fare altrimenti. Erano sedute al tavolo insieme agli altri e la tensione era alle stelle. Eliza sperava solo che Rachel avesse parlato con Alycia e che la mora le avesse fatto cambiare idea riguardo a quel folle piano. Lindsey le sorrise, cercando di stemperare quell'atmosfera così tesa. Eliza inspirò ed espirò profondamente e si alzò di colpo, facendo sobbalzare Alycia.
«Vado in bagno.» annunciò. La mora fece per accompagnarla, ma Eliza le fece segno di stare ferma. Si appoggiò al lavandino e si bagnò il viso. Era agitatissima. Non voleva perdere di nuovo Alycia. Non proprio dopo averla ritrovata e averle confessato i propri sentimenti. Sorrise, nervosa. Un mese prima, lei si era rifugiata in quello stesso bagno, spinta dal desiderio di nascondersi proprio da Alycia. Che sciocca che era stata.
«Signorina Taylor, è un piacere rivederla.». Eliza trasalì. Quella voce era così terribilmente familiare. Franklin le si accostò, appoggiandosi al lavandino. I suoi occhi erano freddi ed Eliza vi lesse una spietatezza che le gelò il sangue nelle vene.
«Avevamo un accordo. Lei non si sarebbe avvicinato me.» trovò la forza di ricordargli. Franklin scoppiò a ridere.
«Signorina Taylor, non ha ancora capito che io sono libero da certi vincoli. Lei si aggrappa disperatamente alla logica comune, ma io vado oltre.». Eliza indietreggiò, tremante, fino ad appoggiarsi al muro.
«C-come sta Christian?» domandò, non seppe nemmeno lei come.
«Sta bene, ha finalmente smesso di chiedere di lei. Quel bambino è proprio come sua sorella, una vera seccatura.» rispose l'uomo. Eliza inarcò le sopracciglia. Non capiva.
«Se non le interessa e le provoca solo fastidio, perché ha fatto di tutto per strapparlo a me? Era mio figlio, lo è tutt'ora e lei me l'ha portato via.». Eliza stava cominciando a perdere il controllo. Le lacrime scorrevano calde sulle sue guance. Era colma di rabbia. Franklin ghignò. 
«È la visione che conta, signorina Taylor. La visione di un mondo nuovo. Sto costruendo un impero e sono inarrestabile. Non potevo permettere che una sciocca ragazzina mi dipingesse debole e vulnerabile.» spiegò l'uomo.
«Tutto qui? Christian è un semplice oggetto di scambio? Un pagamento non riscattato?» lo incalzò Eliza, disgustata da quel discorso. Franklin scosse il capo.
«Non capisce proprio, vero? Christian è un simbolo. Quel bambino dimostra il mio potere. Christian è la consacrazione del mio impero.»
«Lei è pazzo.» ribatté Eliza, con disprezzo.
«E lei è solo una disperata che crede di avere una possibilità di resistermi. So benissimo che sta ospitando Rachel a casa sua e le assicuro che è la cosa più patetica che potessi aspettarmi.» ribatté Franklin. Eliza deglutì. Serrò le mani a pugno. Non aveva mai provato odio in vita sua, eppure immaginò che il sentimento provato nei confronti di quell'uomo dovesse assomigliarvi parecchio. Provò a replicare a quelle parole, ma Franklin la anticipò.
«Lei è convinta di ritenere Rachel importante per lei, ma è falso. Quella ragazza è una mia creazione. Sarà per sempre succube, così come Alycia.»
«Non osi pronunciare il suo nome!» urlò l'attrice, facendo un passo in avanti. Franklin sogghignò, divertito.
«Com'era quella frase? "L'amore è debolezza", giusto? Lei non sa con chi ha a che fare, signorina Taylor.» Eliza avrebbe voluto coprirsi le orecchie e smettere di ascoltarlo. Le sue parole erano solo veleno.
«Cosa ci fa lei qui? Se ne vada!». Le urla di Alycia la riportarono alla realtà. Si voltò verso la mora, cercando rifugio nei suoi occhi. Alycia la raggiunse e la strinse a sé, con fare protettivo. Era furiosa.
«Ti ha fatto qualcosa?» chiese ad Eliza, preoccupata. La bionda non rispose. Non lo sapeva nemmeno lei. Fisicamente non era successo niente, ma il dolore psicologico che provava in quel momento era immenso. Era confusa. Cosa voleva dire Franklin con quelle allusioni su Alycia?
«Alycia, ti vedo in forma. Com'era la roba che ti ho venduto?» esordì Franklin, diretto. Eliza sbiancò. Aveva capito tutto. Alycia chinò il capo. Si vergognava. Stava realizzando il peso delle azioni commesse in quegli ultimi quindici giorni.
«Aly. Aly, guardami.» la richiamò Eliza.
«Io non... Eli, perdonami.» mormorò Alycia, mantenendo lo sguardo chino. Eliza la strinse forte. Era confusa e decisamente innervosita, ma non voleva darla vinta a Franklin.
«Bel quadretto. Ora, se permettete, io torno al mio tavolo. Buona serata.» si congedò l'uomo, con una punta di strafottenza. Eliza aspettò che se ne fosse andato e si scostò da Alycia. Il suo sguardo era severo.
«Hai comprato roba da Franklin mentre eri in quel motel?» domandò, anche se conosceva già la risposta.
«Non personalmente. Ho mandato uno dei ragazzi che frequentavo a... Ti prego, perdonami.». Scoppiò a piangere, disperata. Eliza sospirò. Le circondò il volto con le mani e la baciò. Alycia rimase interdetta.
«Non farlo mai più.» le intimò la bionda, baciandola di nuovo. Le mordicchiò leggermente il labbro inferiore, facendole sfuggire un gemito di dolore. Continuò a baciarla, spingendola dentro ad uno dei bagni. La fece sedere sul wc e si mise a cavalcioni su di lei. Chiuse la porta dietro di sé e riprese a baciarla, soffermandosi sul collo.
«Non... Non sei arrabbiata?» chiese Alycia, gemendo.
«Sono furiosa.» rispose la bionda, senza staccare le labbra dalla sua pelle. La mora poteva sentire le mani di Eliza ovunque. Non avrebbe mai potuto immaginare una simile intraprendenza. Un forte trambusto le interruppe. Con titubanza, si staccarono e si sistemarono i vestiti. Uscirono e tornarono in sala da pranzo. Sgranarono gli occhi. Campbell e alcuni agenti di polizia avevano fatto irruzione. Il detective avanzò verso Franklin. L'uomo lo guardò, stranito.
«Serve qualcosa, detective?» chiese. Campbell sogghignò.
«Signor Franklin, lei è in arresto per sfruttamento della prostituzione. Ha il diritto di restare in silenzio. Ogni cosa che dirà potrà essere usata contro di lei.» dichiarò. Franklin scoppiò a ridere. Intorno a lui era calato un silenzio di tomba.
«È uno scherzo?». Campbell scosse il capo.
«Se non mi segue la dovrò accusare di resistenza a pubblico ufficiale.» minacciò. Franklin sbuffò. Si arrese e porse il braccio al detective. Si incamminò verso l'uscita, le iridi serrate e piene di rancore. C'era solo una persona che poteva aver causato tutto ciò. Si voltò verso Eliza e Alycia. La mora osservava quella scena, senza capire cosa stesse succedendo.
«Ma come è possibile?» domandò. Eliza si grattò il capo. L'aveva fatto, alla fine. Inspirò.
«Rachel.».

Crying Over YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora