3.

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È mattina.
E sono in giro con mio padre.
Ho una maglia a maniche lunghe e un pantaloncino.
Ancora non ci credo che ho parlato con Steve ieri.
In modo tranquillo.
Che gli ho detto chi sono.
E non ha avuto nulla di strano da dire.
Ne sono felice.
Non sapevo che dire altrimenti.

Mi aggiusto la maglia e mio padre si aggiusta i polsini della camicia sospirando: "Okay, io ora mi fermo qui perché devo parlare un'attimo con la proprietaria."
Oh.
Cerca un lavoro quindi.
Strano.
Non me lo aveva detto.
Lo guardo facendo un sorrisino incrociando le braccia: "Pensavo aspettavi a mamma e poi magari andavi cercando un lavoro."
Rimane inizialmente in silenzio poi mi guarda facendo una piccola smorfia: "Beh, si e nel frattempo rimaniamo senza soldi, eh."
Già.
Vero.
Lo guardo facendo un cenno verso il negozio: "Beh, entra allora! Di sicuro non uscirà la proprietaria a darti il lavoro!"
Mi guarda aggiustandosi i capelli annuendo: "Sarebbe bello se era così, eh."

Faccio una risata e lui riprende a parlare toccandomi la spalla: "Se vuoi, vai a casa. Io torno quando finisco, okay?"
Sollevo le spalle guardandomi intorno attentamente: "Ora vedo, forse faccio un'altra corsetta e poi mi ritiro."
Annuisce dandomi un bacio sulla guancia per poi entrare nel negozio.
Mi piace la relazione che ho con mio padre.
Non ci trattiamo solo da padre e figlia.
Ma da amici anche.
Gli dico tutto quello che mi succede e lui lo stesso.
Lui e mia madre mi hanno avuto quando lui aveva 24 anni.
Ora ho 18 anni e lui ne ha 42.
Ma non è vecchio, anche se avvolte lo stuzzico.
Si tiene in forma.
Ha i capelli neri corti.
Barba quasi per niente visibile.
Penso che ho preso da lui il mio aspetto, I capelli sicuramente, e direi il carattere anche.

Riprendo a allenarmi guardandomi intorno.
Sto per essere attratta dai miei pensieri quando sento delle voci.
Mi avvicino verso una ringhiera e vedo loro.
Nancy e Steve.
In un vicolo tra due palazzi.
Uno dei due palazzi è la scuola.
Mi fermo vicino alla ringhiera girandomi di schiena e sedendomi a terra per non farmi vedere.
Non so che succede.
Ma li ho visti..
Nervosi direi.
Ed ecco che sento Steve spiegare quello che è successo ieri sera seguito da un 'Oh, è hai detto che non mi ami'.
Cavolo.
Pesantuccia come frase.
Ecco perché ieri era solo quando mi ha incontrato.

Continuano a parlare quando qualcuno si ferma di fronte a me.
Alzo lo sguardo notando un ragazzo confuso.
Castano.
Occhi marroni.
Indossa un maglione con una giacca scura sopra.
Uno zaino a tracolla.
Jeans scuri.
Mi guarda ancora confuso toccando il suo zaino: "Ti sei persa?"
Scuoto la testa alzandomi toccandomi il collo: "Nono, passavo da queste parti e mi stavo riposando."
Lui annuisce senza dir nulla e gli allungo la mano sorridendo: "Mi chiamo Chloe Baker, sono nuova in città."
Ricambia la stretta indicandomi alzando le sopracciglia: "Oh, sei la figlia dell'uomo che sta parlando con mia madre."
Alzo le sopracciglia sorpresa e lui riprende a parlare: "Mi chiamo Jonathan, Jonathan Byers."

Oh.
Il famoso Jonathan.
Il Jonathan di cui parlava Steve.
E, a quanto detto da mio padre, il fratello del ragazzino scomparso l'anno scorso.
Gli mollo la mano incrociando le braccia: "Sei il fratello di Will, il ragazzo scomparso l'anno scorso."
Lui annuisce mettendo le mani nelle tasche della giacca: "Perfavore, nessuna batt-"
Lo interrompo toccandomi il braccio sospirando: "Io sono la cugina della ragazza scomparsa, Barbara Holland."
Fa una piccola smorfia abbassando lo sguardo subito dopo: "Mi dispiace, so cosa si prova."
Già.
Decisamente.
Giro lo sguardo guardando dietro notando Steve che mi guarda poi sposto l'attenzione su Jonathan.
Cavolo.
Non dovevo girarmi.
Sta per parlare ma indico verso la strada sorridendo: "Scusa, ora dovrei tornare a casa. Devo aspettare mio padre."
Lui annuisce facendo un sorrisino e salutandomi ed ecco che riprendo a camminare.

Era meglio se mi facevo i fatti miei.
Perché sono sempre curiosa di tutto.
Finisce sempre in questo modo.
Cavolo!



(...)



*Qualche ora dopo, a casa Baker..*

Sto pensando a tutte le scuse possibili e immaginabili da dire a Steve.
Da un semplice 'Passavo di lì' a un 'non ero lì per te, ma per mio padre'.
Poco credibili.
Non ci crederei nemmeno io.
Maledizione.
Continuo a cervellarmi quando sento dei colpi alla finestra.
Mi giro di scatto e noto..
Steve?
Eh?
Come?
Apro la finestra confusa e lui fa un sorriso: "Ciao.'
Indico dietro di me decisamente ancora confusa: "Lo sai che ho una porta per entrare in casa, vero?"
Solleva leggermente le spalle facendo una smorfia: "Beh, non conosco i tuoi e non penso che fanno passare inosservato un ragazzo che entra in casa loro al quarto giorno che si sono trasferiti."

Okay.
Questo è vero.
Non ha tutti i torti.
Mi sposto per farlo entrare e incrocio le braccia alzando le sopracciglia: "Ma, visto da fuori, non è nemmeno bello un ragazzo che entra dalla finestra."
Si rialza appena entrato aggiustandosi la giacca sorridendo: "Beh, si, è vero."
Mi siedo sul bordo del letto facendo un sorriso: "E poi vivo per adesso solo con mio padre e lui è a cercare lavoro quindi."
Annuisce sedendosi anche lui sul letto tirando un sospiro.

Okay.
Forse mi odierà.
Ma voglio chiedergli che è successo.
Non facendo che ascoltavo loro.
Lo guardo alzandomi e appoggiandomi al mobile: "Comunque che è successo tra te e Nancy? Passavo di lì dopo aver lasciato mio padre e vi sentivo discutere."
Si toglie la giacca per poi stendersi sul letto tornando serio: "Ci siamo lasciati a quanto pare."
Wow.
Non immaginavo che discutevano fino a questo punto.
Mi dispiace per loro.
Abbasso leggermente la testa e lui si solleva rimettendosi seduto.
Ho una proposta.
Spero accetta però.
Mi siedo accanto a lui guardandolo alzando le sopracciglia: "Steve, che ne dici di aiutarmi a capirci qualcosa su quello che è successo a Barb?"

Ed ecco che cala il silenzio.
Mi guarda solo.
Senza dire né si né no.
Silenzio tombale.
Wow.
Addirittura?
Sto per parlare quando lui annuisce toccandosi il collo: "S-si, vedo se so qualcosa e te la dico."
Sorrido annuendo ed ecco che sento la porta dell'entrata.
Seguito da un 'Sono a casa, Chloe'.
Mio padre.
Cavolo!
Guardo Steve indicando verso la finestra: "Ora devi andare, è arrivato mio padre."
Lui annuisce alzandosi e andando verso la finestra.
Mi saluta con la mano sorridendo per poi uscire.
Mi alzo chiudendo la finestra e gettandomi di nuovo sul letto.
Ed ecco che entra mio padre.

Mi guarda confuso tenendo la maniglia della porta: "Che succede?"
Sollevo le spalle aggiustandomi i pantaloncini: "Nulla, stavo riposando."
Lui annuisce poco convinto poi cambia discorso: "Ho avuto il lavoro, inizio tra due giorni."
Sorrido mettendomi seduta e alzando le mani all'aria: "Sono contenta per te! Almeno quando arriva mamma puoi farle una sorpresa e invitarla a mangiare fuori anche, no?"
Rimane inizialmente in silenzio e, subito dopo, si aggiusta l'anello sulla mano annuendo leggermente: "Sisi, poi vedremo." infine indica dietro di sé: "Andiamo a cenare?"
Annuisco e, appena esce dalla stanza, mi stendo tirando un sospiro di sollievo.

Non ha visto Steve.
Almeno un lato positivo.
Sono contenta che ha accettato di aiutarmi lui.
Spero che scopre qualcosa.
Voglio saperne di più.
E poi c'è anche mio padre..
Si comporta in modo strano quando nomino mia madre.
Forse è la mia impressione.
O forse gli manca.
Vabbè, adesso mi tocca pensare a un problema alla volta.
Ho dato la mia fiducia a Steve.
Spero che quando lo rivedrò, saprà dirmi qualcosa.

Love Kills [Steve Harrington] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora