Dalla A alla Z (I)

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Ginnasio – 2003 / 2005


Primo giorno di liceo, Viacampo

La professoressa di latino e greco si presenta. Si chiama Ginevra Lorenzi e giura che qualsiasi soprannome le affibbieremo di nascosto – Arpia, Terminator, Megera – sarà sicuramente il nulla rispetto all'inferno che ci farà passare nei prossimi cinque anni. È giovane e chic, con una gonna azzurra e un sorriso prepotente sulle labbra, un rossetto bordeaux che le conferisce un'aria da diavolo.

«Che fate lì impalati?» ci chiede, quando ci vede smarriti nel centro della classe. «Dividetevi a coppie e sceglietevi un posto. Non possiamo giocare alle belle statuine tutto il giorno!»

Volteggio su me stessa alla ricerca di una faccia simpatica, l'odore di disinfettante che riempie le narici, il sole di metà settembre che filtra attraverso la tenda bianca.

Zaino Eastpak in spalla e felpa nella quale vorrei sparire, mi accorgo di conoscere solo un paio di ragazzi.

Biagio Iachemet si trovava nell'altra sezione alle medie, ma non credo mi abbia mai notata. È il classico "amico di tutti, amico di nessuno", un tipino con le spalle troppo larghe e il look trasandato di chi non segue la moda.

A pochi passi da me, si toglie due peli di cane dalla maglia e striscia i piedi verso l'ultima fila, la puzza di Husky bagnato che lo accompagna in una nuvola invisibile e nauseante.

«Ne ho già le palle piene» borbotta, senza degnarmi di uno sguardo, e con uno sbuffo ancora cucito alle labbra si butta sulla sedia, accanto a un ragazzetto più smilzo di un'acciuga.

Abbagliata dal maglioncino giallo fluo che indossa, mi dimentico di tuffarmi nella gara dei posti e alla fine lì, impalata nel centro della classe, resto soltanto io.

«Ultimo banco libero» sento sghignazzare sul filo del collo. «Mi sa che dovrai sederti con me.»

Con la carnagione bruciacchiata dal sole, i capelli biondi come spighe e un grumo di dentifricio a lato della bocca, mi ruba il primo sorriso della giornata.

«Ora che vi siete accomodati, voglio che memorizziate la regola numero uno per superare il liceo» recita la Lorenzi. Il gesso ticchetta sulla lavagna, compone i nomi dei libri che dobbiamo assicurarci di avere comperato. «Se pensate di avere studiato e la risposta è abbastanza, per me quell'abbastanza è un no

Il mio nuovo compagno sgrana gli occhi, due gemme di cielo in primavera, boccheggia che quella donnetta in tiro sarà pure graziosa, però...

«Resta una pazza psicopatica, l'ho capito grazie al radar rivela insegnanti matti da legare. Sono quelli con la voce troppo stridula, quelli che muovono la testa stile cavallo sotto stupefacenti. E poi parla e parla, ma come faccio a ricordarmi che libri ho comprato? Sono nato con una pessima memoria!»

Io no, quoziente intellettivo superiore alla norma, un vero prodigio, stando ai test del neurologo. Ma non serve essere affetti dalla "sindrome di Einstein" per sapere il suo nome: Marco Zuccato.

«Conosci già qualcuno?» mi chiede.

Te. Io e tuo nonno abitiamo nella stessa via. Non mi hai mai vista?

Ma lui non mi legge nei pensieri e con una stirata di braccia punta Biagio, ancora intento a togliere i peli dell'Husky dalla trama larga del maglioncino.

«Io e Biagio giochiamo insieme nella squadra di basket, Under 18!» mi dice e subito dopo, un vulcano di energie e zero pazienza, si fionda sul banco per rubarmi la Bic allineata al blocco degli appunti.

Binomio - 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora