Escargot (I)

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La festa della lumaca è una delle ricorrenze più famose di Viacampo. Cade ogni anno i primi di luglio e di solito io e Marco ci andiamo insieme. Quest'estate però, quando gli ho chiesto i suoi programmi, ho ottenuto in risposta un "forse, con Celeste, non so". A mia sorpresa, ho reagito alla battuta con animo leggero, dicendomi che altri intrattenimenti mi aspettavano in quella sera d'estate, e due di questi passatempi rispondevano al medesimo cognome: Ulivieri.

Non ho bisogno di Marco per divertirmi, né della sua presenza per sentirmi completa, bella, sicura di me. Passo così il pomeriggio a cercare un vestito che mi aiuti a essere raggiante.

A termine selezione, indosso un paio di jeans aderentissimi e una maglietta di pizzo che lascia poco spazio all'immaginazione. Per l'occasione mi assicuro che i capelli siano pettinati ad arte, lo smalto sulle unghie rosso come non mai, gli orecchini di perla ben in vista dietro le ciocche di capelli arricciati.

Quando però arrivano le otto di sera ed è il momento di uscire, sento il panico girovagare nello stomaco. Senza accorgermene tiro fuori il telefono e scrivo un sms a Nicola:

Ehi, allora stasera vieni alla festa ad assistere al trionfo di tuo fratello e di Donatello?

Appena invio il messaggio, individuo la radice del mio panico: non sono mai andata a una festa da sola. Con me c'è sempre stato Marco e, se proprio lui non c'era, nei periodi di liti, uscivo con Valentina, Chiara e Marina; oppure con Stefano e la sua combriccola. Oggi invece uscirò sola soletta, mi infilerò tra la gente che popola la piazza tirando spallate, in cerca di un viso noto a cui attaccarmi. Chiamerei Valentina, se non fosse al mare con Giacomo, e Biagio... quanto vorrei che Biagio fosse il Biagio di sempre!

Nel mio opportunismo spero che Nicola si sbrighi a rispondere e mi dica che è già lì. Ma quando arriva il messaggio, crollano le aspettative:

Scusa, non mi piacciono queste feste. Ivan ha detto che non ha bisogno di una mano, quindi...

Mi sento tradita. Tradita da Nicola, proprio come sono stata tradita da Marco.

Tutta sbottante, lancio un'occhiata allo specchio. Sono ridicola, in tiro come non mai per una festa di paese. Sembro una di quelle baldracche che si nascondono dietro chili di trucco e vestiti in miniatura per diventare il centro dell'attenzione, e invece non sono che una ragazzina, timorosa della sua stessa ombra.

Proprio in quell'istante il display del Nokia torna a illuminarsi. Un messaggio di Stefano:

Ehi, Nina. Ci vai stasera alla festa della lumaca? Devo assolutamente parlarti e anche in fretta. È urgente. Se vuoi, andiamo insieme.

Mi si aggroviglia lo stomaco per il terrore. Mi verrebbe da spegnere il cellulare, fingendo di non avere visto il messaggio. È quel devo assolutamente parlarti che mi attorciglia le budella. È come se fosse successo qualcosa di estremamente brutto e Stefano non trovasse il coraggio di dirmelo.

È successo qualcosa di grave?

Stefano risponde al volo, spegne ogni paura:

Ma no, niente. Ho solo bisogno di vederti di persona. Ci vai?

Bella domanda. Ci vado? Rispondo a Stefano che ci vedremo lì, verso le nove, perché prima voglio fare un salto da Biagio. È una scusa, una bugia alta quanto un grattacielo: ho passato tutto il pomeriggio con Biagio e Stefano lo sa, ma è abbastanza intelligente da reggermi il gioco e da rispondere che ci vedremo direttamente in piazza.

Come se non fosse bastata la complicazione Zuccato, ora ho anche l'incognita Nisi che grava sulla mia testa. Adocchio l'armadietto degli alcolici e mi chiedo se un goccio di rum potrebbe prepararmi meglio ad affrontare la serata. Ma l'alcol non cancella i problemi, li copre semplicemente con un mantello dell'invisibilità, che al primo squarcio li fa tornare a galla, più grandi e pesanti di prima.

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