Cime tempestose (III)

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29 agosto 2007


Caro Marco,

Ti sorprenderà ricevere questa mia lettera. Avrei potuto benissimo suonare il campanello e passartela di mano in mano, oppure parlarti a quattro occhi. I miei sentimenti però navigano nella più nera confusione.

Non sai quante volte ho stracciato il foglio. Ma adesso sto perdendo tempo, girando intorno al vuoto e alle formalità, perché mi è troppo difficile scrivere quel che devo.

È la prima volta per me in cui dovere e volere non coincidono, ma se il concetto di necessità indica un obbligo al quale non è lecito fuggire, ecco che non posso evitare di farlo.

Ho passato molti giorni a riflettere, ora in solitudine, ora con Valentina, ora con Stefano, ora con Yuri. Osservando le vite dei nostri più cari amici, mi sono accorta di essere un'insensibile, spesso incline a deprimermi e ad autocommiserarmi. Come oso piangere perché ti sei messo con Celeste, quando Valentina non parla più con i suoi genitori e Biagio fatica a ricordare un discorso di tre minuti prima?

Da qui nasce la necessità di scriverti. Di nuovo sto prendendo tempo, perché mettere nero su bianco queste parole equivale a conficcarmi una matita nel petto. Devo crescere, Marco. Devo imparare a diventare più razionale. Se hai scelto Celeste, è perché ti piace e il mio dovere è accettarlo. Ed è qui che ammetto di aver mentito. Ti avevo detto che la vostra relazione mi stava bene – lo avevo gridato al mondo intero! –, quando in realtà mi sono sentita tradita e messa da parte. Finché non supero questo scoglio, ti chiedo una pausa.

Non intendo dire "Spezzo il binomio!". Ma per adesso è troppo difficile averti nella mia vita.

Non ci vedremo fino al primo giorno di scuola, e quando avverrà il nostro incontro, ti prometto che sarò più matura e più forte. Non cercarmi, non provare a contattarmi, lasciami questi quindici giorni di autonomia. Posso giurarti che riuscirò a guarire e quando ci rivedremo saremo di nuovo noi, un binomio solido e indistruttibile, un'unione di due semplici amici, per sempre,

Nina


*


«Non vorrei essere di peso, creare problemi. Posso davvero restare lì per tutto quel tempo? Da sola?»

«Ti ripeto che sono felice di aiutarti, Nina. E potrai restare quanto vorrai. Nessuno ti disturberà.»

«Non ti lascerai sfuggire con anima viva dove sono, vero?»

«Nemmeno con anima morta. Giuro.»

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