No drama, no party (I)

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Non bastano turbini e saette per fermare il Tempo. L'uomo dalla barba bianca non si impietosisce per un cuore spezzato, uno stomaco chiuso o una giovane donna che piange perché sa di non essere abbastanza. E così i giorni corrono fino all'arrivo del fatidico momento x: maturità, prima prova.

A casa, in compagnia di un'estate troppo afosa, corro con la mente a Yuri e Valentina, disperati a seguire quattro tracce di italiano, una più impossibile dell'altra. E quando scadono le sei ore di prova, decido che è arrivato il momento di fare una capatina dalla mia migliore amica, casa Santoni, per valutare gli effetti collaterali del troppo studio.

Nell'ultimo periodo io e Valentina siamo state distanti e nella nostra casella di gossip pendono innumerevoli notifiche di aggiornamenti ancora da leggere.

Giacomo, ad esempio, re indiscusso di motori, tatuaggi e mafia viacampiana, ha iniziato a uscire con Marina o, meglio, come dice lui: a dilettarsi in acrobazie di organo in organo. Una notizia che Valentina non ha saputo digerire, motivo per cui la sottoscritta... come potrebbe confessare di avere perso la verginità con Stefano?

Sia chiaro, se me ne sto con la bocca cucita, è perché conosco il suo amore per il dramma e voglio evitarle una crisi di nervi a un soffio dalla maturità.

Quando arrivo a casa sua, la trovo barricata accanto alla sua tanto amata scatola dei trucchi, dietro schemi e torri di libri, con fulmini e saette che piovono nel chiuso della cucina, quando un numero osa ricordarle la sua incapacità economica.

«Non mi distrarre, Nina» mi dice, senza schiodare lo sguardo dalle pagine del bilancio. «Per risolvere la tua depressione dopo Biagio, sono rimasta indietro con gli studi ed è un dramma. Mi bocceranno. Proprio quando pensavo di essermi liberata della scuola!»

Ovviamente la colpa è mia. Le chiedo come sia andato il tema d'italiano, se le serve qualcosa, tipo un tranquillante dose cavallo imbizzarrito o una camomilla mista a marijuana, ma in tutta risposta...

«Non mi distrarre, Nina!»

Sta esagerando. Ha studiato tanto e allora perché non prendersi una pausa proprio ora? Mi siedo di fronte a lei, in silenzio religioso, e per passare il tempo studio il contenuto della scatola dei trucchi, attenta a non rumoreggiare e a non disturbare il disperato ripasso dell'ultimo momento.

Finché quel delinquente di Giacomo non si auto-invita in cucina, sbattendo la porta e facendo sussultare Valentina. E adesso mi guarda, ecco, quasi volesse memorizzare ogni punto nero e poro che mi puntella il viso.

«Hai qualcosa di diverso» nota. Si porta una mano sotto al mento e mi fissa con maggiore concentrazione. Chiunque converrebbe con me: essere squadrati da Giacomo è inquietante. Ha la capacità innata di incenerire con un solo sguardo da pazzo demoniaco.

«Forse i capelli» ammetto. «Non li ho asciugati con il phone.»

Ma Giacomo non è convinto e scuote la testa, mentre Valentina grida un ulteriore silenzio!

«Qualcosa nel trucco?» propongo.

Non ho messo nemmeno un filo di matita, quindi forse è proprio questa la diversità che Giacomo percepisce. O forse è solo che io e lui non ci vediamo da mesi e in questi mesi si è fumato così tante canne da perdere la memoria. Con uno sguardo ancor più sottile, si appiccica al mio viso, in cerca di un indizio, e alla fine un lampo di vittoria balena sulle labbra:

«Chi ti ha sverginata?»

Per poco non cado dalla sedia. Mi tengo fissa all'orlo del tavolo per mantenere l'equilibrio. Giacomo? Ma come? Cosa?

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