Il tanga del peccato (II)

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Recuperare le vecchie abitudini del binomio ha fatto risorgere in me la voglia di vivere di giorno in giorno, per una catena di attimi infinita. Ora che abbiamo superato anche questo ostacolo, so di essere abbastanza forte. All'inizio non posso escludere un brivido di esitazione, un piccolo cedimento, ma grazie alla tensione di ogni arto, mi libererò di quel masso di colpe. Ho di nuovo il mondo in pugno e la voglia di spremerlo fino a liberarlo di ogni goccia di vita.

Quando arriva l'ultimo giorno di scuola, arriva anche l'occasione che stavamo aspettando. Il liceo di Viacampo è famoso fino a Verona per la serietà dei docenti e la severità delle norme, in particolar modo una: l'ultimo giorno di scuola è un giorno come un altro.

Non ci sono grida di gioia alla campanella che segna la prima ora, urla di felicità perché mancano cinque lezioni alla fine della scuola; non ci sono cuori leggeri, consapevoli che i professori non interrogheranno; e soprattutto non ci sono feste d'istituto con musica a tutto volume e studenti che corrono per i corridoi, cozzando gli uni contro gli altri.

Con queste carte che si trova in mano, Yuri Conte non dovrebbe fare chissà quale briscola per vincere la partita e passare alla storia.

«Il delirio è, e il delirio deve essere» ci ricorda sul corridoio che unisce l'aula della III a quella della II A. «Sono cinque anni che voglio togliermi questo sfizio e il piano per voi due non brillerà di originalità, ma io...»

«Tu non verrai ammesso alla maturità» gli dico, quando mi ricordo i nomi dei membri della commissione. Yuri incrocia le braccia al petto, tutto divertito:

«Non se il lavoro sporco lo farai tu.»

«E perché dovrei?»

Mi affretto a tornare in aula, prima di dargli il tempo di replicare. Devo trascorrere ancora un anno in questo liceo e non voglio attirare le ire della Lorenzi su di me.

«E poi è una cosa maschilista» commento in cerca di una giustificazione. «In questi casi le donne dovrebbero allearsi, non pugnalarsi alle spalle per soddisfare delle curiosità tanto stupide.»

Marco scoppia a ridere e mi tira una pacca sulla spalla:

«Nanà! Sembri mia cugina!»

Alcuni studenti del secondo anno ci superano, studiandoci con la curiosità di chi vorrebbe sapere, ma non ha il coraggio di chiedere. Riconosco un compagno di classe di Monica, un certo Christian. Ha l'aria di volersi avvicinare per prendere parte al "delirio che deve essere delirio". Se Yuri lo scegliesse per l'atto finale, non si tirerebbe indietro. Ma forse sarebbe cattivo sacrificare un novellino come capro espiatorio...

«Lo faccio io, d'accordo?» propone Marco. La sua candidatura cancella in automatico l'idea di proporre Christian.

«Tu, pivello?» ribatte Yuri, per niente convinto. «Con il tuo quoziente intellettivo da volpe ubriaca...»

«Ha un'ottima mira, invece» lo difendo. Tappo le labbra solo quando mi accorgo di avere appena sostenuto la sua candidatura.

«Già la povera Celeste ne sa qualcosa!» ride Marco.

Il nome di Celeste mi fa trasalire. A volte mi trovo a pensare che, se non fosse stato per me e per quel Jolie 8.5, Marco e la giovane Innocenti non si sarebbero avvicinati tanto.

«E poi sarò da dietro, no?» Marco cerca di auto-convincersi. «Cioè, a meno che quella non abbia gli occhi dietro la testa, credo proprio che non mi vedrà.»

Non ne sarei così sicura.

«Perché non lo fai tu, Yuri?» insisto. «In fondo sei tu a volerti togliere il dubbio.»

Binomio - 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora