Dalla A alla Z (II)

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Binomio o non binomio, per sempre o non per sempre, è da più di un mese che conosco Marco. Se "Valentina" e "preoccuparsi" fossero soggetto e verbo compatibili, direi che Valentina è preoccupata per me.

Ma Valentina non si preoccupa. Valentina si incazza come una biscia che, con la coda calpestata, sputa in grumi di veleno tutta la sua amarezza. Più alta di me e con il fisico tonico da giocatrice di pallavolo, dondola sull'amaca in giardino e sbuffa come un toro. Se in mezzo a quei ricci di cenere bionda avesse le corna, mi infilzerebbe il sedere, quando azzardo un "ciao".

«Ti vedo nervosa» ho il coraggio di aggiungere. «C'è qualcosa che non va?»

Da quando Marco è entrato nella mia vita, passo sempre meno tempo con lei, meno ore a fare cose da "donne". Non le piace il binomio, lo trova una sciocchezza, o per dirla nelle sue parole:

"Una boiata di dimensioni epiche. Lo sanno anche gli idioti con il cervello spappolato dai videogames che l'amicizia tra maschio e femmina non esiste!".

Più o meno questo è stato il discorso con cui Valentina ha salutato il binomio nel giorno del suo battesimo.

Anche adesso, ora che mi sono ritagliata un angolino di spazio sull'amaca in giardino, la mia carissima migliore amica mi fulmina con occhiate di rimprovero.

Taccio e aspetto sia lei a rompere il ghiaccio, ma Valentina si limita a trafficare con la scatola degli smalti e a leggere le etichette che riportano i nomi dei colori.

«Rosso sangue di piccione?» esclamo, avvolgendomi nel cappotto. Sì, è fine ottobre e siamo su un'amaca all'aperto. Sì, Valentina non ha tutte le rotelle del cervello al loro posto. «Come caspita fa a esistere uno smalto chiamato rosso sangue di piccione

Appena le rubo la bottiglietta, Valentina sbuffa, nemmeno le stessi portando via un diamante da un miliardo di carati.

«Allora» inizia a dire. «Quest'oggi in classe hai parlato con qualcuno all'infuori di Marco?»

«Sei proprio fissata con questa storia, Vale!»

Oso aprire il flaconcino rosso sangue di piccione senza chiederle il permesso e i suoi capelli biondo cenere sembrano trasformarsi in serpenti assassini.

«Non sono fissata, Nin. Voglio solo pararti il culo prima che quello stronzetto alto un tappo e una brioche ti spezzi il cuore.»

Valentina è iperprotettiva quanto mamma orsa. Vuole farmi credere che il binomio non faccia bene alla salute, che sia un bicchiere di scotch tracannato di prima mattina, a stomaco vuoto. Ai miei occhi, invece, è una medicina dolcissima.

«E comunque ci parlo di tanto in tanto con qualcun altro» le dico. «L'altro giorno ho chiesto alla Fedetti, la Barbie bionda davanti a me, se mi poteva prestare il cancellino e proprio oggi ho salutato Nicola Sapientino Ulivieri.»

Valentina ridacchia in segno di trionfo:

«Ti senti quando parli? La Barbie bionda e il Sapientino

Un sospiro mi sfugge dalle labbra, mentre richiudo il flaconcino. In fondo Valentina è così da sempre, pronta a tutto per avere la parola finale.

«Lascia stare» le dico. Mi è appena arrivato un messaggio sul cellulare. «Ora devo andare.»

Valentina corruga la fronte, uno sguardo che parla da sé: "Ancora Marco?".

Mi stringo nella giacca senza ammetterlo, perché non voglio cederle la coppa della vittoria o litigare, perché non c'è tempo: Marco ha saltato basket per vedermi, ha detto che vuole guardare un film, fare le capriole in giardino, giocare a canestro con i calzini e il cesto della lavanderia. Siamo grandi per queste cose, ma che importa? Ci siamo conosciuti tardi, a quattordici anni, il che significa che abbiamo più di cinquemila giorni di noi da recuperare.

Binomio - 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora