L'ho fatto. Io, che sognavo una prima volta da romanzo rosa, una notte d'amore costellata da rispetto e sentimento, mi sono buttata in una scopata da filmetto porno della più infima qualità: con Stefano, che non mi guarderà più come l'innocente e intelligente amica da stimare; sul pavimento di un balcone, senza un lenzuolo che coprisse le nostre forme; senza un materasso, dove rigirarci in un amore che non abbiamo. Freddo. Perché il freddo è tornato, appena il corpo di Stefano si è staccato dal mio e i suoi occhi si sono aperti. Occhi colpevoli di una colpa che all'inizio era solo mia e che ho deciso di condividere con lui. Sono stata il serpente che ha offerto la mela del peccato a Eva, e Stefano è stato un'Eva perfetta, e anche un Adamo troppo facile da persuadere.
Ho aspettato che il suo corpo si staccasse dal mio e sono scappata. Con il vestito indossato al rovescio, le mutande ficcate in borsa, il reggiseno dimenticato chissà dove.
Stefano non mi ha fermata ed è rimasto a guardarmi mentre andavo via. Non ha protestato, quando ho rubato la bottiglia di scotch e sono corsa in macchina. Io, che tanto mi vantavo di rispettare la vita, di avere imparato a comprenderne il valore e il suo lato effimero, sono diventata il ritratto dell'autodistruzione.
Da più di un'ora sono sotto la doccia, rannicchiata sulla piastra di porcellana. Non mi sono insaponata, né ho aperto la bottiglietta dello shampoo. L'acqua continua a scorrere sulla pelle, picchietta sul cranio, ma non è abbastanza insistente da cacciare i pensieri. Appena entrata nel box, senza dosare il miscelatore, ho sperato che i quaranta gradi mi bruciassero o che il vapore bollente entrasse nei pori del corpo, e rubasse ogni forza.
Marco non mi perdonerà questa volta. Perché sono diventata un'altra. Non sono più la sua Nanà, ma un mostro, talmente ipocrita da avergli detto che fa schifo, quando sono io a fare schifo.
Poi è arrivata l'acqua gelida. Il boiler della caldaia si è svuotato e le scariche di freddo hanno iniziato a pungere sulla pelle. Un freddo giustificato, questa volta, non il gelo che avevo sentito da Stefano, per il senso di colpa – il fumo –, perché Biagio non è più il ragazzo che conoscevo, perché ho perso Marco, forse per sempre. È un freddo che dovrebbe trasformarmi in una statua di ghiaccio e bloccarmi nella mia stupidità, nel disprezzo che provo per me stessa. Ho una strana sensazione addosso, un senso di leggerezza nel ventre, dove prima c'era Stefano e ora non c'è più. Ma è una leggerezza che, per paradosso, è più pesante di un macigno.
Dopo un'ora e mezza esco dalla doccia. Quasi urlo, nel vedere il fantasma riflesso nello specchio: le labbra viola per il freddo, il viso pallido, i capelli bagnati. Li raccolgo in una coda bassa e scomposta, li sistemo dietro le orecchie. Niente trucco. Niente creme idratanti. Niente profumo. Nuda, corro nella mia stanza, adirata con le menzogne che raccontano nei film. Dicono che la prima notte d'amore renda una ragazza più bella, più luminosa, più sicura di sé, più donna. Io, invece, mi sento bella, luminosa e donna quanto uno spaventapasseri di paglia.
La felpa grigia sulla sedia mi accusa.
Sei una traditrice. Lo riesci a immaginare il male che gli farai quando lo scoprirà?
È solo la mia immaginazione. È solo una felpa. Da due mesi giace abbandonata sullo schienale, in attesa che il suo padrone torni a riprenderla. Affondo il viso nella tela. C'è ancora una scia del suo profumo, ma a ogni respiro la sento più flebile, sopraffatta dal tanfo della mia pelle e dall'odore di Stefano, ancora su di me.
Quando la indosso, annego in quella tenda grigia, destinata a spalle più larghe delle mie. Mi arriva fino alle cosce e copre i pantaloncini corti che ho indossato. Arriccio le maniche fino ai polsi e recupero la bottiglia di scotch.
Studio il liquido dorato, nella bottiglia trasparente, dietro l'etichetta nera e la scritta bianca: scotch. Ti ho bevuto. Giusto un paio di sorsi a Stefano e per il resto sei stato mio. Mi gira la testa, ho i crampi alla pancia e forse vomiterò. Ho superato la metà della bottiglia, eppure non c'è la felicità.
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Binomio - 1
Teen Fiction[Teen fiction / Slice of life] Quando Nina varca la soglia del suo liceo, non sa ancora che finirà in banco con Marco Zuccato e che tra di loro nascerà una sintonia istantanea. Vittime della matematica e di un professore dispotico, si auto-definir...