Ogni ape cerca un fiore (I)

51 12 28
                                    


Se vado alla grigliata, non è per la richiesta di Marco o per la crostata di albicocche che sa di bruciato, ma perché le convenzioni vogliono che Nina Adami sia presente a ogni festa indetta dall'altra metà del binomio.

Per giungere alla meta, mi basta arrivare in fondo alla strada e scostare il cancelletto in ferro, lo stesso davanti al quale Yuri ha parcheggiato la macchina.

«Saranno secoli che non vedo l'Astratta» affermo, quando intravedo una figura femminile agghindata nello storico sacco di patate. «Non sapevo nemmeno fosse in buoni rapporti con Marco. Quindi com'è che è qui?»

«Credo l'abbia vista ieri al supermercato e che gli abbia fatto pena» ammette Yuri mentre scende dalla Golf e la chiude con il portachiavi automatico. «Da che so faceva coppia fissa con Stefano e Pietro, e quei due cazzoni non le hanno nemmeno detto che partivano per l'Argentina. Così ora è qui, sola come un cane.»

Vedendo l'Astratta intabarrata nei suoi orridi pantaloni beige, direi che l'espressione adatta sarebbe sola come un sacco di patate, ma temo che questo modo di dire non esista. Mi sorprende che Stefano non l'abbia avvisata, anche se ultimamente non penso fossero in ottimi rapporti.

Quando lei mi riconosce, mi tira un'occhiata truce, oltre la nube di fumo, generata dalla sigaretta che si sta fumando.

«Secondo me, quella lì Stefano se l'è passata un paio di volte, nel casale di suo nonno» sussurra Yuri. «E di nuovo secondo me» continua a dire. «Quella lì sa di non essere la sola tra i presenti a essersi passata Stefano!»

Sghignazza su di giri per avermi freddata con questa sua uscita, lui che credevo sospettasse poco e invece, da re della zizzania, sembra informato perfino sui retroscena. Ed eccolo, mentre tutto baldanzoso fa il suo ingresso in giardino, incurante delle occhiate con cui cerco di incenerirlo!

Perché sì, mi ha derisa e, peggio ancora, l'Astratta ora mi sta fronteggiando.

«Tutto bene in questa parte di mondo?» mi chiede con una gentilezza che è in realtà astio.

«Nella norma» rispondo con una frase che è diventata un classico. «E nella tua parte di mondo?»

L'Astratta alza le spalle e spegne il Drum sul muretto che separa il giardino dalla strada.

«Nella mia parte del mondo, che non è l'Argentina, nella norma.»

Gira i tacchi, che più che tacchi sono delle ciabatte infradito piatte, ed entra dal cancelletto. Si accomoda su una delle panche di legno che Marco ha già sistemato attorno a un'asse ricoperta da una tovaglia di carta. L'Astratta prende una birra e inizia a bere. La vedo vecchia e stanca, e probabilmente è qui solo per scroccare qualche alcolico. Non è da lei abbassarsi a bere una birra di marca e non polemizzare sul nostro essere pecoroni che seguono la massa.

Visti i miei precedenti con Stefano, è il caso di tenermi alla larga e così vado a rifugiarmi da Yuri che sta girando alcune braciole sulla griglia. C'è un ottimo profumino nell'aria e sento la pancia brontolare per la fame, ma poi vicino all'orticello del nonno vedo Marco e Celeste, intenti a raccogliere fragole e a passarsele di bocca in bocca.

«Dimmi, grande Conte» biascico, con un voltastomaco da virus intestinale. «Quale folle ha affidato a te la nostra cena?»

«Il folle che si è proposto di andare a prendere due peperoni nell'orto e si è perso dietro alle fragole!»

Eccola la frecciatina di Yuri e devo ammettere di essermela meritata tutta. Gli tiro una manata sul braccio, stropicciando la camicia bianca che indossa.

Binomio - 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora