Chapter 12: We Need To Talk

11K 211 20
                                    

Si è sentito suonare il campanello di casa, ma non ci ho dato peso, sicuramente saranno dei colleghi di papà che gli portano dei documenti.
Ho continuato a mangiare tranquillamente, mentre mio padre ha aperto la porta

P: <<Cristian... Che bello vederti!>> Guarda lui per poi girarsi verso di me

Alzo la testa incredula, lo guardo con il fiato a mille e guardo mio padre cercando di capire cosa fare.
Per sdrammatizzare, vi dirò: questa è la prima volta che lo vedo con una felpa nera con la cerniera aperta, una maglia grigia e dei jeans neri, insomma è la prima volta che lo vedo vestito come un adolescente maschio

P: <<Vai, vai pure, bambina mia!>> Mi fa cenno con la testa di andare

Annuisco, mi alzo da tavola e vado verso di loro. La faccia di Cristian sembra quella di un cane bastonato, è molto triste e mi guarda quasi in lacrime

<<Vai pure, papà! Ci penso io!>> Lo rassicuro

Mio padre ci lascia da soli, comprensivo del fatto che io e lui dobbiamo parlare

C: <<Ciao...>> Mi sorride per poi tornare cupo

<<Come hai fatto a capire dove abito?>> Lo guardo in pena

C: <<Non è stato difficile, tuo padre è conosciuto qui! Avevo bisogno di vederti...>> Si appoggia alla porta

<<Non qui, per favore! Parliamo da un'altra parte>> Chiudo la porta dietro di me

C: <<Come stai?>> Chiede tutto triste e in pena

<<Ho avuto giorni migliori...>> Gli accenno un sorriso per poi guardarlo dispiaciuta
<<Vieni nella casetta infondo al giardino!>> Inizio a camminare facendomi seguire

Mentre camminiamo, lui mi fissa con aria preoccupata e triste cercando di capire dove stiamo andando, io sono completamente in ansia e con il cuore a mille.
Il posto in cui siamo arrivati è una casetta di legno dietro all'orto di mio nonno, la casetta dove mia madre mi ha messa al mondo e veniva sempre per allattarmi, poche volte ci sono venuta, quelle poche volte che volevo ricordare mia madre come una bella persona.
Ho afferrato le chiavi, appese a un gancio nascosto dell'esterno della casetta, e ho aperto la porta: me la ricordavo disordinata e pieno di attrezzi di mio nonno, ma non è ridotta così, è stra ordinata e le cose di mia madre sono tutte al loro posto, il letto matrimoniale è sempre rimasto lo stesso e un divano appoggiato alla parete.
L'ho fatto entrare dentro la casetta e ho chiuso la porta a chiave per evitare interruzioni

C: <<Che... Che posto è questo?>> Chiede curioso cercando di rompere il ghiaccio

<<Questo è il covo di mia madre... Qui sono nata io!>> Quasi piango per l'emozione di essere tornata in questo posto

Mi siedo sul letto e inizio a guardarlo in pena, vederlo in questo stato mi fa male. Si siede accanto a me e inizia a fissarmi, quasi in lacrime

C: <<Giulia, io non ne posso più... Sento la tua mancanza, sto veramente male...>> Iniziano a scendergli delle lacrime

<<Cristian, io... Mi hai spaventata molto quel giorno, sento di non conoscerti davvero>>

C: <<Sono stato un mostro, lo so benissimo... non sono perfetto e me ne rendo conto, ma... Mi sento perso senza di te!>> Inizia a piangere

MARRIED MAN || In Love With A Married ManDove le storie prendono vita. Scoprilo ora