CAPITOLO 10

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Will ritornò nel magazzino per sistemare le ultime cose.

«Ti ho visto portare via una ragazza. Chi era?» Carlos si avvicinò a lui mentre trasportava un enorme pacco per posizionarlo sullo scaffale.

Will sbuffò. «Era la ragazzina italiana.»

Carlos s'incupì. «Cosa ci fa qui? Non è sicuro per lei.»

«Lo so, l'ho portata dentro la mia macchina in modo tale da non farle creare problemi allo smistamento.» borbottò Will nervoso.

«Starà con noi per 12 mesi, credi che con il passare del tempo non inizierà a sospettare qualcosa?» chiese l'amico riponendo anche l'ultimo pacco.

"Se non sospetta già." Will si girò verso di lui. «Dobbiamo solo comportarci in modo normale.» alzò le spalle.

"Che cos'è un Serpens?" Le parole rimbombavano nella mente di Will frequentemente. Lui non le aveva ricordato nulla dato che lei non aveva più menzionato la loro conversazione alla festa. "Curiosa com'è se avesse ricordato anche un semplice dettaglio me lo avrebbe assolutamente chiesto." Pensò.

«Dai aiutami a posare questi piccoli nel retro.» disse lui indicando a Carlos i pacchi che si trovavano nell'angolo.


Un tocco sul finestrino fece aprire violentemente gli occhi di Mayle.

«Che fai chiusa in macchina dolcezza?»

Mayle si mosse lentamente sul sedile spostandosi su quello di Will. Davanti a sé c'era un ragazzo ricoperto di tatuaggi che la fissava languido. "Ha gli occhi come il carbone" pensò Mayle osservandolo intimorita.

«Sto aspettando una persona» rispose con un nodo alla gola e ringraziò mentalmente Will per aver messo la sicura alla macchina. Il ragazzo rivolse lo sguardo sul corpo di Mayle indugiando un po' troppo in basso, sulle sue gambe a mala pena coperte dal pantaloncino.

«Quando finisci di farmi la risonanza magnetica me lo dici. Vorrei avere almeno il referto» sbuffò irritata.

"Che razza di pervertito" pensò.

«Che ne dici se l'aspettiamo insieme? Esci da lì dolcezza» pronunciò quelle parole e sputò a terra.

Mayle rabbrividì. «Sto bene qui» rispose incrociando le braccia al petto cercando di mostrare quel poco coraggio che le era rimasto.

«Fai la difficile.» il ragazzo provò ad aprire lo sportello ma quando vide che era chiuso i suoi occhi si fecero incandescenti.  «Apri»
Un urlo di terrore esplose dalla gola di Mayle.

«Stai zitta ed apri questa portiera o sarò costretto a farlo con la forza.» gridò lui.

«Sarebbe davvero un peccato, ho appena finito di pagare il mutuo.»

Una voce familiare fece voltare la ragazza che sospirò. «Will» sussurrò flebile.

«Ci sono problemi?» chiese lui guardando gli occhi terrorizzati della ragazza seduta al volante.

«Nessun problema, volevo solo fare qualche chiacchera con lei ma ha iniziato ad urlare.» il ragazzo tatuato indietreggiò.

Mayle esplose dalla rabbia. «Che cosa? Adesso sarei io la pazza?»

Will spostò lo sguardo fra lei e il ragazzo sorridendo beffardo. «Mi scusi, non avevo riconosciuto la macchina. Vado via.» disse il ragazzo correndo via.

Mayle sbuffò poggiando la testa sul volante e facendo partire il clacson. «Perché capitano tutte a me?» borbottò sottovoce.

«Perché non sai tenere a freno la lingua ragazzina.» Will aprì la portiera e Mayle alzò lo sguardo su di lui.

PROMISEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora