CAPITOLO 27

137 44 52
                                    

«Non ti sembra un po' esagerato come regalo di compleanno?»

Un sonoro sbuffo si levò dalle labbra di Will leggermente infastidito. «Ti ho chiesto io di venire?»

«Mi piace autoinvitarmi, soprattutto se parliamo di shopping.» ridacchiò Marcus. «La cosa che mi preoccupa è come faremo a portarlo in soggiorno.»

«Se ne occupano loro del negozio» rispose Will.

«Quindi a che punto è la vostra relazione?»

Will corrucciò lo sguardo. «siamo solo amici, idiota»

Marcus scoppiò a ridere «Io sono suo amico Will, e come tale non cerco di entrare nelle sue mutandine.»

Will non rispose continuando a girare per il negozio. «Lo vedo come la guardi, è cambiato qualcosa fra voi» continuò l'amico. Will rimase nuovamente in silenzio, parlare dei suoi sentimenti era l'ultima cosa che voleva.

«Va bene, continua pure a fare il gioco del silenzio ma sappi che...» borbottò Marcus.

«Mi scusi» Will si avvicinò alla commessa lasciando l'amico all'entrata.



Era una bugiarda, una grandissima bugiarda.

"Una leggera infatuazione" aveva detto. "Sarò in grado di gestirla"

Bugia.

Si stava auto-ingannando e non sapeva per quanto ancora avrebbe retto. Era una bugiarda, e lo era stata per tutto il mese appena passato, mese in cui Will le era stato accanto come un genitore oppressivo.

Lo stupido è, per antonomasia, l'altro ma in questo momento l'unica a sentirsi così era lei. 

Era stata assolutamente una stupida a credere di saper gestire la situazione che si stava creando e Will non le stava affatto rendendo facili le cose. Aveva preso l'abitudine di accompagnarla tutte le mattine all'università, passava i pomeriggi ad aiutarla con gli argomenti da studiare, la sera si fermava spesso a vedere i film con lei e Marcus. Insomma, era diventato una presenza fissa, fin troppo.

Dopo quella sera in cui avevano bevuto la cioccolata calda insieme e visto Pride and Prejudice and Zombies tutto era stato stranamente in discesa. Mayle aveva notato una strana scintilla negli occhi di lui, ma incasinata com'era, in quel momento non ci aveva dato peso. 

Come fosse potuto cambiare l'atteggiamento di lui nei confronti di lei era ancora una domanda che Mayle si poneva spesso. Ma ancor di più si chiedeva perché ciò la rallegrasse ed incupisse allo stesso tempo.

«Mi confondi» le aveva detto lei dopo la prima settimana in cui le era sembrato un altro. In tutta risposta lui non aveva battuto ciglio.

E così si trovava con dei sentimenti scaturiti senza un briciolo di razionalità che non poteva assecondare.

Era una bugiarda perché non poteva ammettere a sé stessa ciò che ai suoi occhi era evidente: Will le piaceva e non avrebbe potuto far nulla.

«Tesoro perché quella faccia da funerale?»

Mayle sobbalzò guardando Giorgia entrare nella camera.

«Va tutto bene?» chiese lei preoccupata guardando l'amica.

«Scusa Giò» si alzò dalla sedia per andare ad abbracciarla «Ero immersa nei miei pensieri e non ti ho sentita entrare.»

Giorgia la strinse fra le braccia. «Ma è il tuo compleanno, dovresti essere in preda alla crisi "Che cosa indosso stasera per farmi notare da quel figo del mio coinquilino?"» ridacchiò lei.

PROMISEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora