CAPITOLO 51

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«Grazie, arrivederci.» disse Will chiudendo la porta alle spalle.

«Non era necessario prendere dell'altra pizza.» rispose la ragazza seduta sul divano.

«Preferivi mangiare quella a terra?» ridacchiò lui.

La ragazza roteò lo sguardo ma sorrise.

Era ancora senza fiato per quello che era successo. Aveva perso completamente la percezione di sé stessa e si era frantumata in mille pezzettini, distruggendo tutte le sue difese. Si era sentita esplodere dentro e adesso stava rimuginando. Aveva fatto la scelta giusta? Will provava qualcosa per lei o era stato solo sesso?

D'altro canto, anche Will si sentiva ancora stordito mentre posava le pizze sul piccolo tavolino di vetro davanti al divano. Osservò la ragazza al suo fianco.

«Tutto bene?» guardò Mayle mordersi il labbro, come faceva a volte quando era turbata. Spesso dimenticava quanto fosse piccola, di costituzione esile e fragile, e in occasioni come questa aveva solo voglia di prenderla tra le braccia.

La ragazza sobbalzò smettendo di pensare. Incrociò i suoi occhi. «Si.»

«Ti sei pentita?» chiese lui sedendosi al suo fianco.

«No.» Ed era sincera. Se fosse tornata indietro avrebbe fatto esattamente lo stesso. «E tu?» chiese lei in sussurro.

Will scoppiò a ridere istericamente. «Tu chiedi a me se mi sono pentito?» disse puntando i suoi occhi blu in quelli di lei. «Era da tanto che non desideravo qualcosa come ho desiderato avere te.»

Le guance di Mayle si colorarono di rosso. Aprì il cartone afferrando un pezzo di pizza. Era incapace di parlare. Cosa avrebbe dovuto rispondere?

"Che sei innamorata di lui, idiota."

«Ho perso la scommessa.» ridacchiò Will.

La ragazza incrociò il suo sguardo alzando il sopracciglio.

«Ricordi quando ho detto che avrei provato a farti smettere di arrossire? Beh, sembri un peperone.»

Lei sbarrò gli occhi e spalancò la bocca inorridita cercando di simulare il suo disappunto. «è solo colpa tua. Ti piace mettermi in imbarazzo.» borbottò addentando la sua pizza. «Su questo tu e Marcus siete uguali.» La ragazza spalancò gli occhi come se avesse avuto un'illuminazione e tossì. «Oddio Marcus. Non ti ho nemmeno chiesto come stanno i ragazzi. Stanno tutti bene? Come avete fatto a scappare?»

«Come prima cosa respira.» ridacchiò lui. «Stanno tutti bene.»

Mayle tirò un sospiro di sollievo continuando a mangiare la sua pizza.

«In realtà è di questo che volevo parlarti.» continuò Will. «Non siamo dovuti scappare.»

«Che significa?» ribatté lei incredula. «Ho sentito decine di volanti passare davanti l'appartamento. Il vostro scambio non era qualcosa di legale, immagino, quindi non capisco.»

Will sorrise «Saresti un ottima investigatrice, davvero.» rispose. «Non siamo dovuti scappare perché la polizia siamo noi.»

La ragazza rimase bloccata, senza parole. Poi scoppiò a ridere, quasi istericamente. «Mi stai prendendo in giro? Voi sareste dei poliziotti?»

Will annuì serio. «In realtà facciamo parte di un corpo speciale della polizia che si occupa di missioni segrete.»

«Fammi capire un attimo.» lo bloccò lei. «Tu non sei un'assistente universitario ma un poliziotto?»

«No, sono entrambe le cose.» Will scrollò le spalle. «Anche se il mio vero lavoro è all'università. Mi sono arruolato nei corpi speciali solo dopo la morte di mia sorella.»

PROMISEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora