«Avremmo dovuto dirlo a Will. Tutta questa segretezza non va affatto bene.» borbottò Carlos infuriato spostando ripetutamente lo sguardo da Marcus al fratello.
«Stiamo parlando di Will. Se venisse a sapere una cosa del genere andrebbe fuori di testa.» rispose Marcus massaggiandosi le tempie. Lanciò uno sguardo indagatore a Blake, che teneva i pugni tanto stretti da avere le nocche bianche. Una chiazza di sudore gli scuriva il tessuto della maglietta appena sotto le scapole. «Non possiamo essere di nuovo al punto di partenza.» urlò Blake provocando un forte eco all'interno del magazzino.
Carlos vide i muscoli del fratello contrarsi sotto la pelle, le dita farsi ancora più bianche, come gli angoli della sua bocca, mentre lottava contro la propria rabbia.
«So che non è facile, ma possiamo gestirlo anche questa volta.» cercò di rassicurarlo Marcus.
«Abbiamo cose più importanti a cui pensare, gestire nuovamente Lucas non era nei piani.» gridò a squarciagola.
«È nel nostro territorio, lo sa benissimo. Non farà passi falsi.» disse Carlos.
«Le voci che girano parlano di più di cento persone.» rispose Blake furente. «Come ha fatto a trovare in così poco tempo tutti questi seguaci?»
La testa di Carlos si alzò di scatto. «Dove lo hai sentito?»
«Non è affatto una buona notizia.» borbottò Marcus.
Blake fece una smorfia sdegnosa. «Lo sanno tutti in città. Spero solo che la voce non arrivi a Dominic.»
«Se Dominic sapesse interromperebbe tutta l'operazione, perché stolto com'è, Lucas, manderebbe tutto all'aria nuovamente.» rifletté Marcus. «Non ho intenzione di fare gli stessi errori del passato.»
«Prima di trarre conclusioni affrettate dovremmo indagare e scoprire Lucas cosa sta architettando e a cosa gli serve un gruppo così numeroso.» constatò Carlos camminando a destra e sinistra per il magazzino.
«Quell'idiota non ha ancora capito in cosa siamo immischiati, è assurdo.» disse Blake
«è assurdo che lui faccia sempre l'opposto di quello che facciamo noi.» borbottò Marcus.
«Se provassimo ad incastrarlo? A metterlo con le spalle al muro?»
Marcus alzò un sopracciglio. «Che intenzioni hai?»
Guardò negli occhi il fratello che alzò le labbra mostrando un sorriso. «Faremo quello che sappiamo fare meglio. Gli faremo vedere chi è che comanda.»
«Nemmeno questa è una buona notizia.»
«Lo hai già detto prima.» disse Carlos guardando l'amico.
«Mi è sembrato che valesse la pena ripeterlo.»
Mayle stava per prendere il suo diario nella libreria, quando qualcuno bussò alla porta. Era tornata qualche ora fa a casa. Will l'aveva accompagnata ma non era sceso con lei liquidandola con un cenno del capo e un "ci vediamo dopo."
"Cosa dovrei raccontare a Giorgia domani?" aveva pensato mentre osservava la macchina allontanarsi.
Attraversò la piccola stanza a piedi nudi e girò la maniglia cercando di non fare rumore.
Rimase sbigottita nel vedere nuovamente Will. Era in jeans e maglietta grigia, i ricci lavati ancora umidi ricadevano sul suo viso. Aveva le mani dietro la schiena.
«Dormivi?» chiese.
«No.» Mayle si spostò dalla porta. «Perché lo pensavi?»
Lui diede un'occhiata al pigiama nero di lei. «Per nessun motivo in particolare.»

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PROMISE
RomanceQuanto coraggio ci vuole a lasciare tutto e partire? Quanto coraggio ci vuole a rialzarsi dopo l'ennesima caduta? E a fidarsi nuovamente delle persone? Ma soprattutto quanto coraggio ci vuole ad amare di nuovo? Mayle sa che è la scelta sbagliata, la...