CAPITOLO 45

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Will aveva perso molte persone nella sua vita: il padre da piccolo, la sorella in quel tragico incidente e qualche amico. Non era stato facile per lui affrontare il dolore. Tuttavia, non aveva dimenticato nessuno di loro perché con lui vivevano i ricordi. Ma nell'esatto istante in cui realizzò che anche Mayle potesse essere solo un ricordo, gli fu finalmente tutto chiaro. Non avrebbe permesso a nessuno di portarla via da lì.

«Cosa significa che Mayle è scappata?»

Aveva raggiunto di nuovo i ragazzi in pochi minuti infrangendo tutti i limiti di velocità. Durante tutto il tragitto aveva provato a telefonarle ma partiva sempre la segreteria.

«Avrà trovato i documenti ed è fuggita.» si portò il volto fra le mani esausto.

«Non può essere fuggita se la sua roba è ancora a casa.» rispose Carlos roteando gli occhi. «Stai diventando troppo drammatico e paranoico.»

«Posso dire "te l'avevo detto"?»

Will inarcò un sopracciglio non distogliendo lo sguardo dall'amico. «In che senso?»

«Sbaglio o ti avevo avvertito che indagare su di lei non era stata una bella mossa?» ridacchiò Marcus continuando ad indossare l'attrezzatura.

«Ma io quei documenti non li ho aperti, non so nemmeno cosa ci sia scritto.»

«Vero, ma questo lei non lo sa.» ribatté Blake mentre si allacciava le scarpe.

Will spostò lo sguardo sui suoi compagni in preda ad un imminente delirio.

«Quindi non facciamo nulla? Non andiamo a cercarla?» Si rese conto di aver urlato solo quando Michael gli lanciò un'occhiataccia.

«Will.» Marcus gli afferrò un braccio tirandolo in disparte. «Adesso ti dirò quello che faremo. Andremo al magazzino, prenderemo la merce e ci avvieremo al porto per aspettare l'arrivo dei Russi. Metteremo in atto il piano e torneremo a casa felici e contenti.» disse lui guardando la faccia pallida dell'amico. «Tornerai da lei che sicuramente sarà lì ad aspettarci e le dirai quello che provi ed infine sistemeremo la questione con Cristian.»

Will sapeva che Marcus avesse ragione. Prima fosse finita la missione, prima sarebbe andato a cercarla e a spiegarle tutto.

Marcus gli poggiò una mano sulla spalla con fare paterno. «Vedrai che lei sarà in un bar con Giorgia a bere e a sfogarsi. Stai tranquillo.»



Mayle era seduta al tavolo con Cristian al suo fianco. Dopo la sua crisi di pianto lui l'aveva portata in cucina e le aveva offerto un bicchiere d'acqua ed un tramezzino. Inizialmente aveva rifiutato ma il suo stomaco l'aveva tradita, e adesso era lì, mentre mangiava sotto lo sguardo indagatore di Cristian. Bussarono alla porta e il ragazzo si alzò per andare ad aprire.

Mayle non poté fare a meno di pensare alla sua vicina. Non riusciva a credere a tutta quella storia. Si, ogni tanto aveva visto oggetti antichi che le sembravano di valore per casa ma non aveva mai immaginato fosse una discendente nobile. Perché non le aveva mai rivelato chi fosse? Perché sua madre non l'aveva chiamata per dirglielo? Perché le aveva lasciato un fondo fiduciario? Quanti soldi c'erano su quel conto? Perché Cristian aveva bisogno di tutti quei soldi?

Le domande senza risposta le fecero aumentare sempre di più il mal di testa, così continuò a mangiare nella speranza di non arrovellarsi più il cervello.

«Guarda un po' chi c'è...» disse una voce alle sue spalle. «...la ragazza dei Serpens.»

Mayle riconobbe la voce ma non si voltò. «Mi dispiace deluderti, di nuovo, ma io non sono la ragazza di nessuno.» borbottò continuando a mangiare.

PROMISEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora