CAPITOLO 16

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Allontanarsi da casa era stata la cosa più saggia che Mayle avesse potuto fare ma adesso, mentre sentiva i sospiri della madre dall'altro lato del telefono si sentiva in colpa per averla lasciata sola.

«Mamma, sono stata tutta la giornata al mare, perciò non ti ho chiamata prima.»

Sua madre non aveva un carattere facile e la testardaggine di Mayle non aiutava il loro rapporto già incrinato. Tuttavia, parlavano ormai da mezzora. L'aveva telefonata per distrarsi e non pensare a cosa stesse facendo Will in quel momento, ma senza ottenere buoni risultati. Continuava a camminare per la camera gesticolando e raccontando alla madre la giornata, omettendo sconvenevoli incontri.

«Si mamma, mi farò sentire più spesso, te lo prometto» le mandò un bacio ed attaccò la chiamata sospirando. Si spostò fuori il balcone per respirare un po' d'aria fresca. Osservò lo stretto viale fiancheggiato da negozi, appartamenti con fioriere appese alle finestre aperte da cui si intravedevano le tende di pizzo che ondeggiavano, bidoni della spazzatura sui marciapiedi e passanti che portavano a spasso i propri cani.

"Forse potrei studiare un po' per liberare la mente" rifletté continuando ad osservare le insegne illuminate dei negozi.

Guardò l'ora sul cellulare. "Sarà meglio scendere in cucina e chiamare la pizzeria. Non riuscirei comunque a studiare così."

Mayle rientrò dentro chiudendo il balcone. Attraversò la camera, aprì la porta ed il buio del corridoio la investì.

«Cavolo, non si vede quasi nulla.» borbottò flebile, accendendo la torcia del telefono. "

Devo ricordarmi di chiedere a Marcus se c'è un interruttore nel corridoio" pensò scendendo le scale cercando di fare attenzione a non cadere.

«Ho anche dimenticato di chiedere a mamma di Mike» borbottò. Quando mise piede sull'ultimo gradino accese la luce della cucina e spense la torcia.

«Dio» urlò facendo cadere il telefono a terra e portandosi una mano sul cuore.

«Certo che siete religiosi in Italia.»

Will era seduto sulla sedia della cucina e tra le mani rigirava un bicchiere di vetro spesso.

«Sei qui?» disse la ragazza meravigliata, tanto che alle orecchie di Will non parve una domanda.

Il ragazzo alzò un sopracciglio. «Non mi sono ancora trasferito.»

"Simpatico come sempre" rifletté. Mayle annuì recuperando il telefono da terra. Un sospiro di sollievo le si levò dalle labbra nel notare che fosse ancora intatto.

«Come mai stai bevendo al buio?» domandò lei.

«Atmosfera» rispose lui versandosi un altro bicchiere.

«I ragazzi ti stanno cercando, erano preoccupati per te» continuò lei sedendosi sulla sedia accanto a lui.

Il pensiero di Will vicino a lei la riempiva di un misto di esultanza e terrore. Will osservò i suoi movimenti e buttò giù il contenuto del bicchiere evitando di rispondere alla domanda. La ragazza sospirò fissandogli la gola mandare giù il liquido.

«Vuoi bere?» chiese lui.

«Non credo sia il caso.»

Will ignorò la sua risposta e si alzò per prenderle un bicchierino. Tornò sedendosi nuovamente e le versò il liquido ambrato. «Tutto d'un fiato» la incoraggiò inchiodandola con lo sguardo.

«Che cos'è?» chiese lei avvicinando a sé il bicchierino.

«Tequila» rispose lui mandando giù il contenuto di un altro bicchiere.

PROMISEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora