CAPITOLO 29

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Mayle aveva gli occhi sbarrati per il terrore mentre stringeva il telefono fra le mani. Sua mamma continuava a chiamarla dall'altro lato del telefono ma lei si sentiva bloccata come all'interno di un loop temporale in cui sentiva ripetersi la stessa frase e da cui non riusciva a liberarsi.

"Cristian è partito."

«Chi te l'ha detto?» la voce era un sussurro affrettato e sommesso che fece venire la pelle d'oca a Will che la stava fissando.

La spiegazione attraversò le sue orecchie ma quando la madre pronunciò l'ultima frase lei attaccò velocemente la chiamata scaraventando il telefono a terra. Aveva voglia di urlare, di strapparsi questo vestito di dosso e correre il più lontano possibile da quell'incubo che sarebbe tornato a farle visita.

«Va tutto bene?» Will si avvicinò aggrottando la fronte.

Lei non rispose, serrò gli occhi e guardò il suo telefono a terra.

«Mayle» insistette lui. Il suo umore era crollato ma lui voleva sapere.

L'afferrò trascinandola fra le sue braccia. Questo gesto fece crollare tutte le difese di lei che scoppiò in un pianto silenzioso ma cruento. Aveva cercato di trattenersi, ricacciando indietro le lacrime ma lui l'aveva vista e attratta a sé. Non voleva mostrarsi debole ma era l'unico modo che conosceva per liberarsi almeno momentaneamente dal dolore. Will gli passò le mani fra i capelli, accarezzandoli, per cercare di calmarla.

La ragazza non seppe quanto tempo rimase lì a piangere ma quando si spostò sentì uno strano silenzio. Voltò lo sguardo verso il salone senza staccarsi da Will e lo trovò vuoto. Erano rimasti solo i ragazzi e Giorgia che la guardavano preoccupati.

Sentì un'ondata di rabbia irrazionale e si staccò brutalmente da Will. «Dove sono andati tutti?»

Marcus dal divano sollevò la testa per guardarla meglio. «Volevi continuare a fare una festa durante una crisi di pianto?»

Non era una domanda irragionevole, ma Mayle, esausta e in preda al panico, reagì irragionevolmente. «Prima organizzate una festa e poi mandate tutti via senza motivo?»

«Perché a te sembra senza motivo quello che è appena successo?» chiese Will spostandosi nel salone.

Giorgia si alzò avvicinandosi all'amica. «Se c'è qualcosa che ti turba puoi parlarmene, te l'ho già detto.» La voce di lei era gentile ma non fece nessun effetto a Mayle che sembrava sul punto d'esplodere.

«Dato che la festa è finita vado in camera mia.» rispose «Mi dispiace che tu sia dovuta rimanere ma sto bene» così dicendo si trascinò per le scale.

Will e Marcus si lanciarono delle occhiate e sospirarono. «Non te la prendere. Ci sto provando da giorni a capire cosa c'è che non va ma ogni volta è come sbattere la testa contro il muro.» disse Will facendo sedere la ragazza sul divano.

«Volevo solo aiutarla» sospirò Giorgia.

«Non puoi aiutare chi non vuole essere aiutato» rispose Blake.

«è proprio questo il punto, perché non vuole essere aiutata?» chiese Marcus deluso.

"Non lo so" pensò Will "ma lo scoprirò. Puoi starne certo."


«Mayle?» la voce preoccupata arrivò nitida alle sue orecchie.

«Mayle, stai bene?»

Lei scosse il capo senza aprire gli occhi, con la sola compagnia del martellare del suo cuore nel buio.

Socchiuse un occhio e vide che era Will chino sul letto di lei. Si portò subito a sedere sbattendo la testa contro di lui.

PROMISEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora